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Tinexta, tra digital innovation e sicurezza cibernetica | VIDEO

Tradurre prodotti e servizi innovativi in concrete strategie di crescita: parla Pier Andrea Chevallard, amministratore delegato di Tinexta 

Accompagnare il Paese nel processo di transizione digitale, ma non solo. La vision di Tinexta vuole la società orientata al futuro con l’intento di sviluppare prodotti e servizi innovativi, sicuri e affidabili per consentire a imprese, professionisti e istituzioni di creare valore in modo sostenibile e inclusivo. Di come tradurre questi valori e obiettivi in concrete strategie di crescita, abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Tinexta, Pier Andrea Chevallard.

Fra i maggiori operatori attivi nei servizi per la digitalizzazione, Tinexta è quotata in Borsa, nel segmento Star. L’azienda punta sulla crescita non solo facendo acquisizioni. Quali sono i prossimi obiettivi in questo settore?

Nel corso degli ultimi anni abbiamo registrato una crescita costante, sia organica che per acquisizione. Ed è questa la strategia che intendiamo perseguire, rafforzando il focus sui servizi per la digitalizzazione anche in funzione della nostra matrice solidamente istituzionale – perché il controllo di Tinexta è in capo ad alcune importanti Camere di commercio – la nostra strategia di crescita è quella di radicarci più robustamente su alcuni mercati esteri, come Spagna, Francia, Germania e Paesi nordici, e nello stesso tempo continuare ad allargare la capacità di offerta sul mercato italiano.

L’azienda è leader in tre aree di business: digital trust, cybersecurity e innovazione per i servizi e il marketing digitale. Quale ambito ha fatto registrare la maggior spinta nell’ultimo anno?

Le tre linee di business sono cresciute – con soddisfazione per il gruppo e gli azionisti – pur se a velocità diverse, perché operano in business differenziati. Nel dettaglio: l’identità digitale ha registrato un importante tasso di crescita rispetto all’anno precedente, circa del 30% in termini di ricavi. Per la digital innovation, anche grazie ad alcune acquisizioni importanti che abbiamo fatto, siamo cresciuti a tassi superiori al 20%. La divisione Cyber ha registrato un trend attivo più contenuto, intorno al 10%, che per noi è comunque significativo perché abbiamo investito molto nella costruzione di un gruppo, di una unità dedicata alla Cyber, sia sul piano commerciale che sul piano della delivery.

Tinexta Cyber ha annunciato una partnership con Google Cloud. Di che cosa si tratta?

In termini quantitativi potrebbe non incidere significativamente sui conti del Gruppo, ma ne siamo molto orgogliosi perché si tratta di una partnership con Google in un’area sensibile, come quella della cyber. Google ci consente di distribuire un proprio prodotto per la threat-detection, che si integra molto con le funzioni di threat-intelligence delle nostre società – in particolare di Yoroi e Swascan – quindi grazie all’integrazione con il software di Google potremo servire i nostri clienti in modo molto più efficace. È un bel segnale che Google abbia scelto un partner italiano, con le nostre caratteristiche, per sostenere questo processo.

Identità digitale e digital trust devono diventare un obiettivo anche per la Pubblica amministrazione. A che punto è la Pa italiana?

Siamo tutti consapevoli, cittadini e imprenditori, del livello di digitalizzazione non particolarmente avanzato in cui verte la nostra Pa. Però bisogna ammettere che negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi, pur se in alcune aree specifiche come quella dell’identità digitale. In questo campo il nostro è oggi un Paese all’avanguardia in Europa, quello che più di ogni altro ha investito per digitalizzare i processi di accesso da parte dell’utente. Si pensi allo Spid, che in Italia ha avuto uno sviluppo straordinario: oggi credo ci siano 35 milioni di utenti che lo utilizzano, nel corso del 2022 sono state oltre un miliardo le transazioni effettuate con questo strumento. Chiunque abbia a che fare con l’Inps o con altri enti pubblici, utilizza lo Spid. E questa è un’esperienza che ha a un ruolo innovativo estremamente importante, che nessun altro Paese europeo ha.

Tinexta è oramai un player importante della digitalizzazione al servizio del pubblico ma anche delle Pmi che hanno bisogno di investire sulla digital trust.

Il nostro Paese ha una sostanziale dualità: c’è l’impresa medio-grande che ha incorporato il digitale nei suoi processi di trasformazione, di innovazione – pensiamo non solo al sistema bancario ma a tutti i grandi gruppi industriali – e poi c’è una popolazione di imprese piccole che è ancora molto lontana da un business coerente con quello che le tecnologie digitali possono offrire. Anzi per molte di loro – e questo è l’elemento forse di maggior preoccupazione – il digitale costituisce più un onere che un’opportunità. Da questo punto di vista si aprono scenari interessanti per aziende come la nostra, che sviluppano servizi capaci di sostenere l’innovazione digitale della piccola impresa.

La mission del Gruppo Tinexta – basato a Roma ma con sedi in 9 Paesi fra Europa e America Latina e con oltre 2.500 dipendenti – è di spostare sempre più avanti la frontiera dell’innovazione. Il programma di Open innovation va in questa direzione?

Se operi nel digitale, in servizi innovativi basati sulle tecnologie digitali, devi investire in ricerca e sviluppo e un modo proficuo è quello di sostenere programmi di crescita di startup. Il nostro progetto di Open Innovation va in quella direzione: abbiamo deciso di investire nell’acquisizione di partecipazioni di minoranza in startup che fossero coerenti con le nostre linee di business. L’anno scorso abbiamo fatto le prime due acquisizioni.

 

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