L’euro digitale non è una minaccia alla stabilità delle banche private. Non ci sarà alcuna ‘fuga’ del denaro di risparmiatori e investitori dai loro depositi verso la moneta virtuale della Bce. Certo patto occorre prendere degli accorgimenti come la riduzione delle riserve in eccesso e, un aumento dei finanziamenti interbancari e dell’emissione di obbligazioni.
La Banca d’Italia ha condotto uno studio che cerca di dissipare i timori del sistema bancario riguardo all’euro digitale. L’adozione di una valuta digitale europea consentirebbe all’Europa di mantenere il controllo sulla propria sovranità monetaria, dato il declino dell’uso di banconote e l’aumento dei pagamenti e degli acquisti online. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo alla possibile fuga dei depositi bancari verso l’euro digitale, il che potrebbe avere conseguenze negative per le banche in termini di capacità di finanziamento e potenziali effetti a catena.
La Banca Centrale Europea sta studiando dei limiti sull’utilizzo dell’euro digitale per evitare deflussi di liquidità che potrebbero destabilizzare il sistema bancario e finanziario o persino interi paesi. La ricerca della Banca d’Italia ha condotto una simulazione che suggerisce che gli effetti sull’euro digitale sulla raccolta delle banche italiane sarebbero contenuti, purché la riduzione dei depositi al dettaglio sia inferiore al 15% e le banche abbiano una raccolta stabile e ampie riserve di liquidità.
In questo caso, gli intermediari finanziari potrebbero compensare la diminuzione dei depositi al dettaglio con una riduzione delle riserve in eccesso presso l’Eurosistema e un aumento delle fonti di finanziamento a breve termine garantite. Lo studio conclude che i possibili effetti negativi dell’euro digitale potrebbero essere gestiti adeguatamente se si adottano le giuste misure precauzionali.
