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WEmbrace Games 2023, Bebe Vio: “Ci sarà da divertirsi”

Otto squadre, provenienti da tutta Italia e non solo, composte da adulti e bambini, con e senza disabilità. “Nello specifico quattro bambini, quattro uomini, quattro donne, quattro persone con disabilità e quattro personaggi dello spettacolo. Per avere una squadra perfetta e cambiare insieme le regole del gioco” spiega Beatrice ‘Bebe’ Vio Grandis, campionessa paralimpica di fioretto, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento WEmbrace Games 2023.

Il suo entusiasmo, come sempre, è trascinante. L’appuntamento sarà lunedì 12 giugno dalle ore 20:00 allo Stadio dei Marmi di Roma. “Uno dei miei stadi preferiti”, come ha raccontato recentemente Bebe in un podcast.

Beatrice Vio Grandis con Teresa Grandis e Ruggero Vio

WEmbrace Games avrà come scopo una raccolta fondi in favore dell’Associazione art4sport Onlus, ideata e creata nel 2009 da Bebe insieme ai genitori Teresa Grandis e Ruggero Vio, che supporta e promuove lo sport come terapia per il recupero fisico e psicologico dei bambini e dei ragazzi portatori di protesi di arto.

A moderare la conferenza di presentazione di WEmbrace Games 2023, nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio, la giornalista e conduttrice tv Ilaria D’amico. Tra gli oratori: Alessandra Locatelli, ministro per la disabilità; Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani; Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico; Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute S.p.A.; Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda; Teresa Grandis, mamma di Bebe e presidente di art4sport ONLUS. Ha preso la parola anche Maurizio Molinari, Head of Office, European Parliament Liaison Office a Milano.

Tra il pubblico, anche gli atleti del team di Associazione art4sport ONLUS Alessandro Sbuelz, giocatore di basket, ed Edoardo Giordan, schermidore.

WEmbrace Games 2023

“WEmbrace Games ci ricorda, a partire dal nome, un nome che in realtà non vuol dire nulla, che da soli si può camminare, ma insieme si corre e si va lontano. ‘We’ ossia ‘Noi’. ‘Embrace’ ossia ‘Abbraccio’. Tanti parlano di inclusione, ma nel concreto, nella vita quotidiana non è così. Non è il primo pensiero delle istituzioni e nemmeno dei cittadini. Viviamo in un momento in cui tutto cambia ed è giusto che anche la narrazione attorno alla disabilità possa modificarsi. Possiamo e dobbiamo dare una visione diversa e scalare la lista delle priorità”, è stato il commento del ministro Alessandra Locatelli.

Andrea Abodi ha ripreso l’abbraccio menzionato da Locatelli e ha invitato a riflettere su come il simbolo di WEmbrace non sia un caso. “WEmbrace Games è un giorno dei 365 giorni dell’anno, e quindi lo considero un richiamo per tutti questi giorni. Quello che si vivrà, così come quello che si è vissuto nelle altre edizioni, deve essere un monito perché l’abbraccio possa allargare la sua ampiezza“.

Sulla convivenza tra sport paralimpici e olimpici, Abodi è stato chiaro: “Siamo ancora lontani dal giorno in cui queste due discipline saranno percepite come uguali”.

“Oggi possiamo dire che grazie al contributo di Bebe e di altre persone che come Bebe con forza comunicativa si impegnano per limitare le distanze, stiamo andando in una nuova direzione. La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. Mi auguro che queste parole superino ogni equivoco interpretativo“, ha chiosato il ministro.

Giochi Paralimpici di Tokyo, 29 agosto 2021

Anche il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli si è soffermato sulla necessità del cambio di narrazione. “Abbiamo lavorato per far conoscere il nostro mondo ed è anche questo il compito di WEmbrace”, ha detto. “Noi cerchiamo di contaminare la società con valori positivi. Quello che fa lo sport paralimpico non è nient’altro che mettere i ragazzi nelle condizioni di esprimere le loro potenzialità. Se tutto questo venisse fatto quotidianamente saremmo un Paese più civile, ma oggi i problemi sembrano essere altri. Tuttavia il mondo paralimpico non può essere percepito come qualcosa di esterno. Occorrono cambiamenti, e non devono essere stimolati dalla compassione ma dalla comprensione“.

L’impegno di Sport e Salute e la ‘responsabilità’ di Bebe Vio

Vito Cozzoli, che oltre a far parte di Sport e Salute è il ‘padrone di casa’ dello Stadio dei Marmi, ha ricordato come quella di WEmbrace Games 2022 sia stata “una serata bellissima, piena di vita”.

“Quest’anno, liberi del tutto dalla pandemia – ha continuato Cozzoli – ci aspettiamo che sarà anche migliore. Ma è il valore di questa iniziativa che ci deve dare uno stimolo in più perché lo sport ha una forza, una capacità che è quella di fare del bene. Sport e Salute ha disseminato l’Italia di progetti di inclusione per far sì che lo sport sia realmente per tutti. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti e noi ci caratterizziamo per la concretezza”.

Bebe ha una grande responsabilità. È un simbolo positivo non soltanto per chi vive una disabilità, ma per tutti”, ha detto Alessandro Onorato. “Credo che il nocciolo della questione sia che il dialogo attorno alla disabilità vada costruito da piccoli. Ad esempio, servirebbero ambienti scolastici più inclusivi: dalla presenza di figure di supporto all’accessibilità delle strutture. Un bambino che cresce in un ambiente inclusivo capisce da subito che il mondo contiene in sé tanti mondi, e questo è arricchente”.

Sport e inclusione, a che punto siamo in Europa

In collegamento da remoto, Maurizio Molinari, che lavora con l’ufficio stampa del parlamento europeo in Italia, ha spiegato che l’Europa si batte perché lo sport sia uno strumento di inclusione. Anche se, come sottolineato da Abodi: “In Europa gli impianti sportivi non sono considerati infrastrutture sociali”.

“Teniamo a mente che direttamente o indirettamente tutti nella vita ci confronteremo con disabilità”, ha detto Molinari. “Quindi cerchiamo di neutralizzare la disabilità e vederla come una parte normale delle nostre vite. Una parte con cui avremo sperato di non avere a che fare, ma che può insegnarci, come a noi insegna Bebe, che la vita può essere vissuta in un certo modo. Dipende tutto dalle prospettive“.

Ad ogni modo, ha continuato Molinari: “Quando andremo a votare alle europee prendiamo in considerazione, tra i vari slogan politici, anche l’attenzione che viene data a tematiche che riguardano più direttamente l’inclusione”.

Il ‘capitano’ di WEmbrace Games 2023

Teresa Grandis, non solo mamma della regina del fioretto ma motore di art4sport Onlus, ha ringraziato i 42 atleti dell’associazione. “Il nostro impegno per rendere lo sport sempre più inclusivo trova in WEmbrace una delle espressioni più significative. Grazie all’impegno dei nostri partner e di tutti gli attori coinvolti nel progetto, stiamo portando avanti un’iniziativa che ci ha già restituito importanti risultati e che è diventata un vero punto di riferimento negli ultimi anni. Crediamo nel valore dello sport come terapia e come fattore di aggregazione sociale“.

Bebe ha poi concluso la conferenza con tre parole chiave: competizione, fatica, sudore. “WEmbrace rappresenta il nostro modo di interpretare lo sport e da un lato rappresenta queste parole. Ma rappresenta anche e soprattutto gioco, divertimento, occasione per incontrarsi e stare insieme. Certe barriere esistono solo per essere abbattute“.

Dulcis in fundo, la campionessa paralimpica ha svelato il ‘capitano’ della sua squadra di WEmbrace Games 2023: Francesco Totti. “Da tifosa romanista, ma soprattutto da sportiva lo considero da sempre un punto di riferimento. Ci sarà da divertirsi”.

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