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Villa della Pergola, un gesto d’amore

Ci sono storie, più di altre, il cui lieto fine può inevitabilmente legarsi al destino altrui. Specie in una famiglia in cui le vicende personali s’intrecciano alla storia d’Italia. È accaduto ad Alassio nel 2006, quando l’autore televisivo Antonio Ricci, deus ex machina di Striscia La Notizia, e sua moglie Silvia Arnaud (nella foto in evidenza) decisero di partecipare a una cordata di amici e soci per salvare dalla cementificazione Villa della Pergola, dimora storica un tempo residenza delle famiglie inglesi Dalrymple e Hanbury, la sua emblematica cupola multicolor che svetta sul golfo di Ponente e il parco monumentale tutt’intorno che affonda le radici nell’Ottocento.

“Lo ricorderò per sempre come un gesto di amore folle – confessa Alessandra, figlia maggiore dell’imprenditore, la quale oggi ricopre il ruolo di responsabile della comunicazione della Villa, in particolare del verde pubblico –. I miei genitori hanno entrambi studiato Lettere e Storia dell’Arte e io, insieme alle mie due sorelle, ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente molto stimolante, frequentato da pittori, scrittori e architetti. Ognuna di noi, poi, ha trovato in modo naturale la propria strada (l’unica che lavora nel mondo dello spettacolo è Vittoria, la secondogenita, ndr). Se ho questa attitudine alla botanica, poi, lo devo a mio nonno, alle nostre lunghissime passeggiate in montagna e agli incontri con il botanico Libero Guglielmi, uno dei più grandi giardinieri del Novecento, un uomo che ricordo con affetto, come un folletto dalla folta barba bianca che praticava foraging ante litteram nei boschi della Riviera”.

 

Alessandra e Francesca Ricci, rispettivamente responsabile della comunicazione e restaurant manager del Nove a Villa della Pergola

Senza rinunciare al suo lavoro di ricercatrice all’Università, sono stati i 22mila metri quadrati dei Giardini a determinare la svolta green di Alessandra che, tra le novità di questa stagione, ha digitalizzato il servizio di biglietteria: “Il fenomeno del no show è un problema comune anche nel campo delle visite guidate che a Villa della Pergola vengono curate direttamente dai giardinieri.

Chi meglio di Davide, ad esempio, può raccontare il patrimonio botanico che ci circonda? Lui ha da poco festeggiato 11 anni di lavoro con noi: è entrato con un’esperienza di alternanza scuola-lavoro e attualmente guida i tour alla scoperta della flora mediterranea ed esotica sempreverde”.

Racconti che dimostrano come la virtuosa opera di mecenatismo privato dei Ricci aveva l’unico obiettivo di riaprire al pubblico il relais, tra memorabilia e otium, inteso in senso umanistico: “La mia famiglia voleva restituirlo alla comunità senza le brutture dell’importante speculazione edilizia a cui era destinato – incalza Alessandra –. Il tempo sarà galantuomo: forse i miei nipoti ne vedranno i frutti”.

È tra fioriture stagionali (imperdibile ad aprile quella del glicine con le sue 40 e più varietà rampicanti) e lasciti inglesi, come la più importante collezione di agapanti che ha trasformato Alassio nella capitale europea dei “fiori dell’amore”, che Alessandra ha curato l’attenta ricostruzione filologico-botanica dei Giardini, restaurati dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone, sotto l’occhio vigile della madre Silvia Arnaud: “È lei che continua a seguire tutti i lavori in cantiere e non c’è pietra che si muova senza la sua approvazione”, scherza la primogenita.

“Da lei ho appreso il buon gusto e l’arte dell’accoglienza”, aggiunge invece Francesca, la più piccola delle sorelle, restaurant manager del Nove, ristorante dell’incantevole struttura – la Villa è stata aperta come b&b di charme e nel 2021 è entrata nel circuito di Relais & Châteaux – che  brilla di una stella Michelin da novembre 2020.

Dopo gli studi in fashion styling, l’ultima arrivata in casa Ricci ha confezionato sartorialmente per sé un ruolo che, se fossimo in un’agenzia di moda, sarebbe pari a quello di una direttrice creativa. “Questo più che un investimento economico è stato un investimento affettivo da parte dei miei genitori. Io, Alessandra e Vittoria siamo cresciute in Liguria e mio padre per quarant’anni è stato un lavoratore ‘pendolare’ da Milano: ogni venerdì sera tornava a casa per trascorrere un po’ di tempo tutti insieme, anche solo per il fine settimana”.

Adesso quando va a trovare le figlie si rilassa con la moglie sulla panchina del Belvedere, prima di concedersi un pranzo gourmet: “È il loro luogo del cuore, dove spero invecchieranno. Il mio resta la terrazza del Nove – confessa Francesca – forse perché è il primo contatto visivo che i nostri ospiti instaurano con la realtà che ci circonda. C’è così tanto da accogliere con lo sguardo che non sai più in quale direzione girarti”.

Ad ampliare il complesso turistico di Villa della Pergola e dei suoi giardini, da qualche anno pensa anche l’Orto Rampante, progetto agricolo limitrofo che approvvigiona la cucina stellata con frutta e verdura, un omaggio nel nome al Barone Rampante di Italo Calvino che, su questi terrazzamenti affacciati sul mare, era solito incontrare il pittore Carlo Levi.

Una florida eredità che il primissimo chef Giorgio Servetto a inizio 2022 ha consegnato a Giorgio Pignagnoli, Best Chef Under 35 agli ultimi Food&Wine Italia Awards, fan delle erbe aromatiche e dei fiori eduli che si muove tra grandi classici della cucina ligure, interpretati in chiave raffinata e contemporanea, in cui non manca una nota agrumata – il benvenuto al cedro di cedrata lo conferma –, e gusti internazionali, come nel carciofo spinoso, proveniente dalle loro coltivazioni “eroiche”, che incontra gli scampi di Oneglia, prima portata di uno dei tre menu degustazione, ‘Liguria’, non a caso.

Una destinazione nella destinazione, insomma, che a partire dal prossimo luglio darà il benvenuto a Casa Nirvana: “Si tratta della parte più alta della proprietà, ovvero il vecchio rustico che il giardiniere degli Hanbury usava come deposito attrezzi – precisano con orgoglio Alessandra e Francesca Ricci –. Qui apriremo quattro nuove camere, un cocktail bar, un’area benessere, una palestra e una infinity pool che, per la vista, sembra gareggiare con la terrazza panoramica dove fare meditazione”. Perché è vero, un genitore lascia sempre qualcosa al figlio. Poi, arriva il momento in cui si ha voglia di restituire tutto ciò che si è ricevuto.

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