GILEAD
Cerca
Close this search box.

Martín Castrogiovanni: “Con lo sport formiamo ‘campioni di vita’”

Gilead

“I bambini sono il futuro del nostro pianeta. Ecco perché dobbiamo insegnare loro, tramite lo sport, a diventare campioni di vita”. Magari non si direbbe, ma Martín Castrogiovanni è un sognatore. Uno di quelli, però, che i suoi sogni vuole vederli prendere forma. Italiano di origini argentine (“ma in questo Paese ho vissuto più di metà della mia vita e costruito la mia famiglia”), Martín Leandro Castrogiovanni – 188 cm di muscoli – è uno dei piloni destri più noti del rugby. Dopo l’esordio (e i successi) in Italia, diventa quattro volte Campione d’Inghilterra con i Leicester Tigers, inanellando vittorie anche nel campionato francese.

Ma la sua fama nel nostro Paese è legata alla militanza nella Nazionale italiana, dove ha esordito a 21 anni, giocando contro i temibili All Blacks. Da allora è stato un puntello inamovibile del pack italiano, con cui ha partecipato a tutti i Sei Nazioni dal 2003 al 2016 e a quattro Mondiali.

Castrogiovanni ha lasciato la maglia azzurra numero 3 nel 2016, ma non si è fermato. Oltre alla conduzione di numerosi programmi tv, ha ideato un’Academy che dal 2014, ogni estate, oltre a insegnare ai ragazzi a giocare a rugby, li ‘allena’ all’inclusività: uno degli appuntamenti del camp è dedicato ai giovanissimi con disabilità. La Castro Rugby Academy di Piancavallo (Pordenone), punta ad appassionare ragazzi e ragazze dai 7 ai 17 anni ai valori di questo sport, celebre anche per il ‘terzo tempo’: la squadra, l’amicizia e il sacrificio.

“Questo è il secondo anno che facciamo una tappa insieme ai ragazzi in sedia a rotelle – racconta il campione – Ci siamo accorti che i bambini sono delle spugne e reagiscono in un modo che non ti aspetti. Mi piace raccontarvi una storia: qualche tempo fa siamo andati a fare una passeggiata con un nostro amico in carrozzina, e i bambini del camp all’inizio lo guardavano un po’ da lontano. Poi si sono avvicinati e hanno iniziato a parlargli, a chiedergli cosa avesse, se sentiva dolore, se sarebbe tornato a camminare. Finita la passeggiata, i bambini mi hanno chiesto di poterlo accompagnare, quindi di farlo entrare in campo con loro. Ecco, possiamo insegnare tante cose coi libri, ma con la pratica si può imparare molto di più”.

Il team sfrutta il Modello Mixed Ability, che offre ai giovanissimi giocatori la possibilità di una piena partecipazione, di lavorare insieme e di rafforzare se stessi. Si tratta di un approccio innovativo alla rimozione delle barriere in un ambiente sicuro, accogliente e inclusivo. Quest’anno durante la Castro Academy si tiene il ‘Torneo Piancavallo 2023’, patrocinato dalla FIR, che coinvolge 4 squadre (Padova, Chivasso, Brescia, Alessandria) per un totale di circa 150 partecipanti (tra atleti e “facilitatori”).

Castrogiovanni è convinto che lo sport e la condivisione di un obiettivo possano aiutare i giovanissimi a superare le barriere mentali sulla diversità. La Castro Rugby Academy, in collaborazione con Roma Wheelchair Rugby, offre anche la possibilità di partecipare a uno stage tecnico di wheelchair rugby per giocatori e staff, in strutture accessibili. Certo, un’estate non basta. “I bambini devono avvicinarsi fin dalla scuola allo sport. E da questo punto di vista devo dire – aggiunge con un po’ di amarezza il campione – che quello che si fa nelle scuole italiane non è sport: un’ora di educazione fisica prima o dopo le altre lezioni, una o due volte a settimana, non basta. Ed è un peccato: lo sport insegna le regole, la correttezza, il rispetto dell’allenatore e del compagno”.

Non a caso, la passione di Castrogiovanni per il rugby è nata nell’infanzia. “In Argentina avevamo i club sociali e quando ero piccolino lì facevo tanti sport”. Si trattava di centri che, dalle tre alle otto del pomeriggio, offrivano ai bambini un ampio ventaglio di discipline: “Ho iniziato con nuoto e basket, poi sono passato al rugby”. Uno sport che dai 17 anni il campione non ha più lasciato, e che racconta anche in un libro – “L’ovale rimbalza male” (Giunti) – insieme agli amici Sergio Parisse e Gonzalo Canale. “Sono arrivato in Italia a 19 anni, oggi ne ho 42: ho passato qui più di metà della mia vita, mi sono sposato, ho tanti amici, questo Paese mi ha trattato come un figlio. L’Italia ormai è casa mia e mi ha dato tanto. Adesso è il mio momento di dare, di aiutare i bambini a trovare la loro strada: l’Academy deve crescere, ma deve farlo anche lo sport in generale. Sono davvero convinto che tramite lo sport possiamo formare campioni di vita. E chissà se questi bambini, che giocando hanno conosciuto compagni in sedia a rotelle, un domani non diventino luminari nella medicina capaci di aiutare tante persone a stare meglio. Non puoi mai sapere cosa ti riserva la vita – conclude Castrogiovanni – ma io una cosa la so, ed è che lo sport può aiutare tanto”.

 

 

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.