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Mancanza di leadership contemporanea, sfide e prospettive

Non ci sono più i leader di una volta.  L’affermazione non vuole essere allusiva, ancor meno insinuante, ed ovviamente per nulla offensiva. Tuttavia è estremamente evidente come molte, non tutte, leadership attuali siano caratterizzate da figure deboli o poco rilevanti (sia a livello nazionale che internazionale), tanto che l’unica rivendicazione unanime che si leva “dal basso” ogni qualvolta si parla di riforma elettorale, è quella di sottrarre alle segreterie di partito il potere di decidere le candidature.

Proprio in ambito politico nazionale, ad esempio, dopo aver vissuto una delle stagioni peggiori della storia sotto il profilo della preparazione e della conoscenza (come dimenticare un celebre ministro dei Trasporti citare le merci che passano attraverso il tunnel del Brennero, opera mai costruita) ci si interroga su come individuare e creare nuove figure all’altezza delle sfide attuali.  Intendiamoci, non desideriamo qui esprimere alcuna valutazione di merito, né confrontare in modo improprio e anacronistico i leader odierni con i loro predecessori ma, semplicemente, prendere in esame la mancanza di leadership attuale su larga scala. 

La problematica come è noto affligge la sfera internazionale, non solo quella nostrana, basti pensare all’assenza di leader in UE.  La guerra in Ucraina ha drammaticamente messo in evidenza la permanente fragilità dell’Unione europea e la sua incapacità di assumere il ruolo che le compete, cioè di essere uno dei punti di riferimento della politica mondiale anche prevedendo ed anticipando crisi e conflitti.

Il paradosso insito in questa asserzione si manifesta nella incapacità di esprimere i valori unitari riguardanti, ad esempio, la politica estera e quindi figure in grado di rappresentare le virtù alla base dell’UE.  Tuttavia quello dell’Europa è un problema intrinseco dell’Unione e consiste nella mancanza di leadership comunitaria. Ci sono tanti capi di Stato nazionali ma ancora nessuno ha sostituito i Kohl, gli Aznar, i Mitterrand, le Merkel. È dunque davvero preoccupante la distanza tra la dimensione dei nostri problemi e il grado di responsabilità, ambizione e lungimiranza dei leader europei chiamati ad affrontarli e a risolverli. 

Il problema sulla mancanza di leadership però non è solo politico ma anche afferente a figure tecniche.  Vedasi le disastrose misure economiche recenti di Christine Lagarde, presidente della BCE, e la sua lotta sui tassi di interesse che tanto ha danneggiato e sta danneggiando il tessuto economico, produttivo e industriale del nostro paese. Il divario di preparazione, leadership e con il suo predecessore Mario Draghi appare a volte incolmabile. C’è una straordinaria abilità da leader che va riconosciuta a Mario Draghi, quella di trascendere i tecnicismi monetari – di cui parla sempre con agilità – per passare su una piattaforma molto più elevata, di grande umanità e umiltà. 

Ma cosa rende peculiare la leadership? Fondamentalmente in ambito privato il leader tende a soddisfare all’interno di un gruppo una serie di bisogni: ordine e coordinamento, ricerca di direttive comuni, prevede crisi, previene criticità, diffonde rappresentanza esterna, aumenta l’identità di un gruppo e fornisce soluzioni.

In ambito pubblico uno dei fattori che ha accresciuto il ruolo del leader politico è il progressivo indebolimento delle fedeltà partitiche tradizionali, cui si aggiunge la diffusione della sfiducia e della diffidenza verso partiti ed istituzioni, poiché è venuto meno il forte collante identitario dell’ideologia: un sentimento che ha cambiato segno alla comunicazione e al marketing politico, dal momento che ha mutato il legame con i cittadini e gli elettori. Ciò come è noto ha prodotto il passaggio dalla “democrazia dei partiti” alla “democrazia del pubblico”.

In conclusione abbiamo certamente bisogno di nuovi leader e di nuovi attori di cambiamento preparati, soprattutto in un tempo di grandi mutazioni come il nostro. Abbiamo soprattutto bisogno di persone che si prendano delle responsabilità per le loro scelte. Ne abbiamo un bisogno vitale specie quando le nostre imprese e comunità sono ferme e statiche. Il leader carismatico per eccellenza, nella tradizione occidentale, è quella figura seguìta liberamente per la sua autorevolezza intrinseca riconosciuta da molti. Occorre quindi lavorare per creare le condizioni utili alla nascita di nuovi leader, ponendo le basi per fornire strumenti strategici come ad esempio la formazione continua e facendo dialogare sempre di più le nuove generazioni con i (pochi) leader attuali.

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