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Dighe, gestori, Pnrr: le priorità di Salvini e Pichetto Fratin sull’acqua

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Passare da 2400 a un centinaio di gestori per rendere più efficiente un sistema idrico frammentato; sbloccare le grandi opere, come le dighe; utilizzare le risorse del Pnrr dedicate all’acqua entro la scadenza del giugno 2026, con la possibilità di arrivare a 4 mld dai 3 previsti. Sono le priorità del governo per risolvere i ‘paradossi’ del sistema idrico italiano, firmate dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante il convegno dedicato al tema dell’acqua come chiave di sviluppo per l’economia, organizzato da Il Tempo.

Oltre agli esponenti del Governo hanno avuto voce anche associazioni di settore come Coldiretti, con il presidente Ettore Prandini, e il principale operatore a livello nazionale: Acea. L’Ad Fabrizio Palermo per l’acqua chiede una rete nazionale per il trasporto come quella per il gas, ma anche una riflessione sulle tariffe.

I paradossi italiani

L’Italia è il Paese dei paradossi, se si parla di acqua. Il Paese che ama l’acqua in bottiglia nonostante la qualità e il prezzo irrisorio di quella che esce dal rubinetto (come ha ricordato Palermo); che spreca il 40% delle sue risorse idriche (ricorda Salvini) e in cui ci sono 9 mld di metri cubi di acque reflue da utilizzare (dice Pichetto Fratin) ma che intanto è diventato uno dei più tecnologicamente avanzati dal punto di vista dei sistemi irrigui, secondo il presidente di Coldiretti Prandini.

Intanto, nel 2020 sono andati persi in distribuzione 3,4 miliardi di metri cubi di acqua, secondo i dati Istat: i fabbisogni idrici di oltre 44 milioni di persone in un anno. In percentuale, nel 2020, il 42,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile non è arrivata agli utenti finali.

Il tema principale è naturalmente quello delle risorse da assegnare alle opere che permettono di gestire meglio l’acqua: quanti soldi andranno alle infrastrutture idriche? Sul Pnrr, che stanzia 3 mld di euro, Salvini ha rassicurato sulle scadenze.

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I ministri Salvini e Pichetto Fratin durante l’evento

Salvini: “Spenderemo tutte le risorse”

Sull’acqua non solo verranno spese “tutte le risorse assegnate entro giugno 2026, ma se avanzassero potremo spenderne un miliardo in più” ricavandone da altre fonti, ha dichiarato durante l’evento.

Inoltre, il Mit sta raccogliendo le indicazioni per “un piano idrico nazionale”. La scadenza per il piano sulla sicurezza delle infrastrutture potrebbe slittare da settembre a “ottobre”, dice Salvini, per la richiesta delle Regioni. “E stiamo raccogliendo dal basso le indicazioni; poi andremo a battere cassa dal ministro Giorgetti”.

Dicendo che si sta recuperando tempo perso sulle nuove infrastrutture, Salvini ha ricordato l’importanza delle grandi opere, come la diga di Vetto in Emilia. Una diga “bloccata dai signori del no”.

Salvini racconta di aver trovato centinaia di “opere commissariate, con alcune dighe con inizio lavori a metà anni 80. Ad alcune, in Sicilia e Campania ad esempio, abbiamo dato il finanziamento finale”. In alcune, dice “c’è un invaso straordinario ma avevano dimenticato le condotte di uscita”. Con “qualche centinaio di milioni di euro entro la fine della legislatura ce la faremo a completarle”.

Pichetto Fratin e il numero dei gestori

Altra complessità da affrontare: la frammentazione del sistema idrico. Pichetto Fratin ha ricordato come il sistema italiano sia composto da 2400 gestori (e anche Salvini dice che c’è l’esigenza di “razionalizzare”). L’obiettivo è arrivare a un centinaio. “Il percorso avviato è quello degli ambiti territoriali”, così da “arrivare ad avere un centinaio di gestori” che abbiano “la robustezza per programmare e fare investimenti e creare un sistema acquedottistico” che non raggiunga il 40% di perdite.

C’è poi il tema energetico: le centrali italiane valgono una produzione da 50 terawattora l’anno. “Le dighe sono luoghi di accumulo”, dice il ministro dell’Ambiente. “Con le rinnovabili l’energia si produce di giorno e serve il modo di accantonarla; le dighe sono luoghi di accumulo perché e permettono di avere energia durante la notte”.

Pichetto Fratin ricorda il Canale Cavour fatto a metà del 1800, in appena tre anni: bisogna “riuscire a fare anche oggi opere di questo genere e sono convinto che questo Governo la volontà ce l’ha. Il problema di questo Paese non è lo stanziamento ma la capacità di spendere: serve capacità di decisione, di andare fino in fondo”.

Dal trasporto alle tariffe, le richieste di Palermo

Palermo ha ricordato la visione completa sull’argomento di Acea, il principale operatore a livello nazionale. Tra le criticità del sistema, dice, “il problema annoso dei bacini”, ma anche del trasporto: in Italia “non esiste una rete nazionale idrica come il gas”. Il paradosso, quindi, è che c’è tanta acqua in alcuni territori mentre manca in altre. Una rete nazionale integrata sarebbe fondamentale, dice l’Ad.

Il terzo tema per Palermo è il riuso: “Usiamo solo una percentuale minima” dell’acqua che si potrebbe riutilizzare. “Oggi l’acqua del depuratore è trattata e potrebbe essere usata tranquillamente”.

Palermo ha ricordato che in Italia la spesa idrica viene spesso inclusa nelle spese condominiali, e spesso non c’è contezza di quanto viene consumato: “Su questo stiamo investendo su contatori individuali”. Le perdite, poi, sono legate alla pressione delle condotte: anche qui, racconta, la tecnologia permette di ottimizzarle. L’acqua, dice, è un elemento fondamentale per lo sviluppo del Paese ed è una chiave di sviluppo anche per il settore industriale: “Buona parte dell’industria dipende dai cicli idrici e avere una adeguata fornitura di acqua è fondamentale anche per l’agricoltura”. Prandini di Coldiretti ha tra l’altro ricordato come l’agricoltura utilizzi il 40% dell’acqua in Italia ma anche che “l’agricoltura restituisce il 70% di quelle acque, grazie agli imprenditori le riserve vengono rimpinguate”.

Poi, c’è il tema tariffario, con tariffe che per l’acqua sono molto più basse in Italia rispetto ad altri Paesi europei: “Serve un sistema che vada in equilibrio da solo” dice Palermo. A Fortune Italia, l’Ad dice che “il sistema tariffario sull’idrico italiano è uno di quelli rimasti più indietro rispetto a elettricità o gas. Questo impone oggi una riflessione data l’importanza della risorsa. Il costo di un litro d’acqua al rubinetto è meno di un quarto di centesimo: se l’acqua vuole e deve essere un volano di sviluppo, una riflessione in tal senso è necessaria”.

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