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Il caso del giudice poeta sospeso dal Csm e la giustizia malata che costa due punti di Pil all’Italia

Il compassato Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha adottato una linea dura nei confronti del magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Perugia, Ernesto Anastasio. L’ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Una decisione grave che è stata presa a causa dell’accumulo di un arretrato record di 858 fascicoli, con ritardi nel deposito dei provvedimenti relativi anche alla libertà personale e alle condizioni di vita dei detenuti. Questo comportamento ha scatenato proteste non solo degli avvocati ma a che, e direi soprattutto, dei detenuti che sarebbero stati danneggiati. Tutto ciò, secondo il Csm, avrebbe gettato un tale discredito sull’intera amministrazione giudiziaria da giustificare un provvedimento così grave.

Il caso di Ernesto Anastasio

Ma chi è Ernesto Anastasio? E che cosa ha fatto di così grave da meritare una “condanna” così pesante? È un magistrato originario di Piano di Sorrento, meraviglioso e sereno villaggio della costiera Sorrentino, oggetto di numerose contestazioni disciplinari negli ultimi dieci anni. Tutte contestazioni relative a ritardi nel deposito dei provvedimenti. Questi ritardi si sono verificati anche quando ricopriva ruoli giudiziari a Torre Annunziata e Santa Maria Capua Vetere, tribunali di frontiera del Napoletano. Il magistrato si è guadagnato dalla pubblicistica del Belpaese il titolo di “giudice-poeta” a causa del suo amore per la poesia. Un interesse che è emerso anche durante una perizia psicologica che fa parte del fascicolo nel procedimento disciplinare e che nelle scorse settimane è diventato di dominio pubblico.

La decisione del CSM

Il CSM ha sottolineato che la sospensione dalle funzioni di Anastasio è una misura necessaria. La perizia psicologica ha ipotizzato un disturbo della personalità, e il magistrato si è dichiarato insoddisfatto del suo lavoro, sottolineando che i suoi interessi sono altrove. Insomma il giudice, stando a quel che si legge negli atti del procedimento disciplinare, tutto avrebbe voluto fare fuorché il magistrato, lavoro troppo stressante. Anzi, avrebbe preferito fare il poeta. L’ordinanza del CSM ha evidenziato (con eccessiva durezza?) che Anastasio non è in grado di superare le difficoltà legate all’efficienza lavorativa con le sue risorse psicologiche attuali. Inoltre, il precedente tentativo di sanzione con un trasferimento d’ufficio non ha prodotto risultati positivi. Come dire: è inutile trasferirlo ancora. La punizione potrebbe non bastare.

Il sistema giustizia e l’impatto sugli investimenti stranieri

I ritardi di Anastasio hanno avuto un impatto molto negativo sulla funzionalità del Tribunale di Sorveglianza di Perugia. La gestione dei detenuti è diventata difficile, e i suoi colleghi hanno dovuto affrontare un surplus di lavoro per smaltire i suoi fascicoli. La sospensione è stata quindi ritenuta necessaria per evitare ulteriori gravi pregiudizi ai diritti dei detenuti e al funzionamento del tribunale. Perché ci occupiamo di questa vicenda? Nè per una pruriginosa curiosità e ilarità e manco perché ci piace riportare notizie di cronaca spicciola. Lo facciamo perché la giustizia malata costa all’Italia due punti di Pil all’anno. Lo scriviamo per ribadire un concetto: la giustizia che non funziona impedisce agli investitori esteri di venire nel nostro paese. E purtroppo quello che scriviamo non è manco una novità, visto che tutto quello che abbiamo scritto altro non è che l’idea anche del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un sistema giudiziario inefficiente scoraggia alle aziende estere di fare affari nel Belpaese.

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