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Caro voli, lo scontro Ryanair-Enac e il tavolo del Mimit

Pochi minuti prima che abbia inizio la riunione del tavolo permanente sul caro voli e il trasporto aereo convocata dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, arriva la notizia: Ryanair in una nota chiede le dimissioni del presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma per il “falso rapporto” sul prezzo dei biglietti aerei che avrebbe “indotto in errore” l’esecutivo, portando al decreto caro-voli per limitare le tariffe aeree.

Pochi minuti dopo, Di Palma è seduto davanti al ministro Urso e al viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi proprio per il tavolo sul caro voli, insieme ai rappresentati dei maggiori vettori. Alle sue spalle, poco più dietro, c’è il responsabile commerciale di Ryanair, Jason McGuinness, con la head of public affairs in Italia Rosa Pastena.

Obiettivo del tavolo? Approfondire i contenuti del Decreto Asset, dove sono inserite le misure relative al trasporto aereo, e acquisire contributi per migliorare il provvedimento durante il percorso parlamentare. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti di Ita, Wizz Air, EasyJet, Neos, Aeroitalia, SkyAlps e Volotea. Oltre naturalmente a Ryanair, che però ha lasciato la riunione in anticipo.

A margine della riunione il presidente di Enac ha colto l’occasione per rispondere alle richieste di dimissioni e al capo di Ryanair, Michael O’Leary, dicendo che certe discussioni “si fanno in sedi istituzionali, specie quando si affronta un decreto del governo ora all’esame del Parlamento. Più volte ho richiamato O’Leary a tenere un profilo più istituzionale. Tra l’altro, fare queste dichiarazioni nei miei confronti… da ‘amico’ uno può anche divertirsi, ma da presidente dell’autorità del trasporto aereo sentirsi dire da un amministratore delegato di una compagnia un fatto del genere è abbastanza grave. Il mio mandato ogni giorno è a disposizione del governo italiano, sicuramente non mi faccio dire da un Ad di una compagnia aerea una cosa così grave. Diciamo che il garbo istituzionale è un po’ carente”, ha detto Di Palma.

 

Caro voli, Urso: maggiore potere alle authority

Ma al di là delle polemiche, di cosa si è parlato nel tavolo di oggi? Il punto principale sottolineato da Urso è quello di un potere maggiore delle authority.

Secondo il ministro quello che si è tenuto al Mimit “è stato un incontro costruttivo con tutti gli attori del sistema aereo del Paese, assieme al Mit, che servirà anche eventualmente a migliorare il contenuto del decreto nel percorso parlamentare”, ha commentato uscendo dalla riunione, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti i rappresentati dell’Autorità di regolazione dei trasporti e di AGCM, di ENAC ed ENAV, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, di Rfi, di Conftrasporto e Federtrasporto. Presenti anche le organizzazioni delle compagnie aeree, Iata, Aicalf e Ibar, e le associazioni Assaeroporti, Aeroporti 2030, Assoclearance e Assohandlers.

Urso parla di “conferire alle authority dei poteri maggiori per garantire ai consumatori e ai vettori la massima trasparenza sulla formazione dei prezzi e sulle risorse che ciascun aeroporto intende investire per la sua connettività”. Insomma, conclude, “per garantire un mercato più equo che consenta a tutti di operare al meglio e di sviluppare il traffico in Italia, che secondo indici statistici e quello in cui cresce di più la domanda”.

 

 

Si stima infatti che nel 2023 ci saranno oltre 20mila voli in più nel mercato domestico italiano rispetto al 2022. Le stime di crescita per il 2024 indicano che vi possa essere una crescita del mercato domestico anche di fronte ad un aumento dell’incertezza economica a livello europeo, secondo quanto emerso dal tavolo. A livello complessivo il numero di voli domestici italiani potrebbe ulteriormente aumentare rispetto ai valori di record storico raggiunti nel 2023. Stesso trend, secondo fonte Enac, si stima potrebbe avere anche la flotta dei vettori nazionali.

 

Un momento della riunione al Mimit del tavolo permanente sul trasporto aereo e il caro voli

Peoprio il presidente dell’Enac ha giudicato positivamente il confronto al Mimit: “Bisogna mantenere saldo il principio che il libero mercato è patrimonio di tutti, ma che il libero mercato è fatto anche di tutela del consumatore e il Governo ha approcciato un percorso per garantire il passeggero rispetto a prezzi che questa estate sono esplosi: sappiamo tutti che ci sono state delle tratte nazionali che costavano più di quelle internazionali. Il fatto che ci sia qualcosa che non va è sotto gli occhi di tutti”.

Dopo la riunione del tavolo, alla richiesta di un commento sulle polemiche Ryanair-Enac, Urso si è limitato a commentare che “la cosa importante è che tutte le autorità competenti abbiano giudicato positivamente l’iniziativa del governo”, ha detto riferendosi a Antitrust, Autorità Trasporti ed Enac. “È una rarità. Questo ci dice che siamo sulla strada giusta per realizzare un mercato libero”.

Ita, un giudizio “in tempi congrui”

Altro capitolo fondamentale per il trasporto aereo italiano è quello relativo a Ita: proprio oggi Lufthansa, la compagnia tedesca che ha acquisito una parte dell’ex Alitalia, ha fatto sapere di augurarsi una risoluzione rapida per il via libera della Commissione Europea all’operazione. Su Ita, dice Urso, “questo governo ha fatto quello che gli altri governi non erano riusciti a fare. Arrivare a una soluzione per quella che era la compagnia di bandiera, una soluzione di mercato con un altro attore europeo che opera al meglio in altri Paesi. Abbiamo risposto pienamente a quello che la commissione reclamava da tanti anni senza successo. Quindi ci aspettiamo che il giudizio sia positivo e che giunga in tempi congrui”.

Il clima del tavolo

Il clima del tavolo è stato definito “costruttivo” dal Mimit, anche se la riunione non è iniziata con i presupposti migliori, considerando la richiesta di dimissioni di Ryanair per il capo di Enac a causa delle “false affermazioni sui biglietti aerei (inesistenti) da 1.000 euro, false affermazioni su algoritmi inesistenti relativi a telefoni cellulari, geolocalizzazioni o browser Internet e false affermazioni su regimi di oligopolio nel mercato italiano”.

Ma anche il ministro Urso in mattinata aveva parlato della compagnia irlandese, sul tema degli incentivi. “C’è stato un fenomeno anomalo con la crisi di Alitalia, la compagnia di bandiera, per una compagnia come Ryanair”, ha detto a SkyTg24, ricordando che gli incentivi dati dalle gestioni aeroportuali sotto varie forme, lo scorso anno sono stati “almeno 300 milioni di euro”, andati per lo più alla low cost irlandese. “Moltiplicate per 20 anni e calcolate tutti gli incentivi dati”, ha detto.

Al centro del contendere c’è il decreto che il vettore irlandese chiede di ritirare, mentre il ministro nei giorni scorsi ha ripetuto spesso che l’Italia “non si fa ricattare da nessuno”. Lo scontro è arrivato al punto che la scorsa settimana Ryanair, ritenendo il decreto “illegale”, ha annunciato la riduzione di circa il 10% dei voli da e per la Sardegna e la Sicilia.

Il patron di Ryanair Michael O’Leary ha parlato di un decreto basato “su dati spazzatura, stupido e idiota” che ridurrà i voli ma aumenterà le tariffe.

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