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Lobbying, l’apertura di Brunetta: Il Cnel può ospitare il registro dei rappresentanti di interessi

Il Cnel è la casa dei corpi intermedi, un luogo terzo e imparziale. Il Parlamento legiferi per regolamentare l’attività di lobbying, se a quel punto ci sarà la possibilità di collocare da noi il registro dei rappresentanti di interessi, saremo disponibili e ben felici di dare il nostro contributo”. Così il presidente del Cnel Renato Brunetta è intervenuto su un tema storicamente spinoso e divisivo: la necessità, diventata col tempo sempre più impellente, di disciplinare la rappresentanza di interessi legittimi. 

Lo ha fatto in chiusura dell’evento ‘Comunicazione, editoria e rappresentanza di interessi: quale futuro?’, organizzato da Fortune Italia e ospitato dalla sede romana dell’enciclopedia Treccani. A Brunetta, coadiuvato dal direttore responsabile di Fortune Italia Paolo Chiariello, sono state affidate le conclusioni di un intenso pomeriggio di dibattito sul lobbying.

Quello della rappresentanza di interessi è un tema che, nella percezione popolare, è connotato in modo estremamente negativo e associato all’idea di gruppi di interesse che in modo opaco se non addirittura losco cercano di influenzare le decisioni politiche. “Lobby è il luogo dove avvengono valutazioni e riflessioni: i pregiudizi su questa attività sono ormai stantii, figli di storie del passato”, ha analizzato il presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

L’evento ha consentito un proficuo e intenso dibattito fra accademici, professionisti del settore e istituzioni. È da tempo che si invoca una regolamentazione della materia.

 

“Oggi viviamo lunghe e importanti transizioni: digitale, energetica, demografica. La complessità di queste transizioni, diverse fra loro, non consente la disintermediazione. Il Cnel rappresenta la casa dei corpi intermedi: viva la complessità degli interessi e dei portatori di interessi, perché formano il tessuto connettivo della nostra società”, ha commentato Brunetta. 

Dopo anni di decine e decine di disegni di legge depositati alle Camere e mai approvati, il Parlamento sta riprovando a colmare questo vuoto normativo. A questo scopo, nei mesi scorsi la I Commissione Affari Costituzionali ha avviato un’indagine conoscitiva finalizzata ad approfondire i diversi profili attinenti alla regolamentazione della materia, che ha previsto anche il lavoro di un tavolo di costituzionalisti ed esperti di diritto comparato, impegnati a verificare che cosa ha funzionato nelle normative esistenti degli altri Paesi.

Sulla legge tanto attesa Brunetta suggerisce anzitutto di “fare un’analisi accurata di come già stanno funzionando al momento le lobby. Toglierei gli estremi e regolerei in modo leggero il sistema che già c’è: se esiste e funziona in un certo modo, un motivo ci sarà. E basta con i pregiudizi: far sì che il decisore politico ti ascolti è la cosa più normale del mondo. Sarei felice di ospitare il registro dei rappresentanti di interessi – conclude – Non per ossessione del controllo, ma per il valore della trasparenza”. 

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