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Modello Udinese, così il calcio diventa green

Franco Collavino, direttore generale dell’Udinese Calcio, parla con passione dei valori del club, sottolineando come la sostenibilità sia fondamentale per la squadra bianconera. Oltre alle imprese sportive, l’Udinese si è distinta come un asso della sostenibilità, valutata positivamente secondo i parametri Esg (ambientali, sociali e di governance), con un punteggio di 86/100 nel Brand finance football sustainability perceptions index, piazzandosi ai vertici mondiali assieme a club come Liverpool, Betis Siviglia e Real Madrid.

Fin dal 1986, quando Giampaolo Pozzo ha preso le redini della società, l’Udinese ha intrapreso un approccio manageriale improntato alla sostenibilità e alla gestione equilibrata della governance. I bilanci sono sempre stati in ordine, testimonianza di una gestione sostenibile anche economicamente che è diventata un riferimento mondiale nel business model calcistico. Inoltre, l’Udinese è stata una delle prime squadre italiane a costruire uno stadio di proprietà, una scelta strategica per garantire la sostenibilità a lungo termine.

Un passo importante è stato fatto attraverso una partnership significativa con Bluenergy, che ha consentito allo stadio, l’Udinese Arena, di rifornirsi esclusivamente con energia proveniente da fonti rinnovabili, facendolo diventare uno dei primi a emissioni zero in Europa. Questa iniziativa ha permesso di risparmiare oltre 3.500 tonnellate di CO2, contribuendo in modo significativo alla riduzione dell’impatto ambientale.

Ma l’impegno dell’Udinese non si ferma qui. Il club ha stretto collaborazioni con altre aziende eco-friendly, come l’azienda Goccia di Carnia, che fornisce bottiglie prodotte con 100% Pet riciclato. E con il brand Macron, che realizza le maglie da gioco con tessuti ricavati dal riciclo di bottiglie di plastica pet. Anche le aree hospitality dello stadio sono plastic free, e i pasti dei giocatori vengono serviti utilizzando packaging ecologico. L’Udinese Calcio insomma non è solo un esempio di eccellenza sportiva, ma anche un modello per la sostenibilità nel mondo del calcio. La sua politica convinta verso la sostenibilità, come racconta bene Collavino, ha coinvolto sia i partner che i tifosi, dimostrando che il calcio può essere uno strumento importante per veicolare messaggi positivi e promuovere un mondo migliore e più verde.

“Abbiamo sempre creduto che investire sulle infrastrutture di eccellenza fosse primario sia per l’aspetto sportivo che per quello gestionale. Sullo stadio abbiamo investito circa 50 mln di euro. Ma si tratta di un asset fondamentale anche per generare ricavi non solo legati al match day”, spiega il direttore generale. L’impianto è infatti attivo 365 giorni all’anno per eventi e convention aziendali extra calcistiche ed è diventato un vero meeting center. Una concezione moderna che porta benefici evidenti in termini di sostenibilità.

L’attenzione al bilancio è fondamentale, guai a fare il passo più lungo della gamba. Naturalmente però, non basta rimanere vigili. Occorre investire in competenze, essere innovativi. “Questo ci permette di avere una riserva di cassa molto alta (circa 50 mln di euro) che rappresenta un unicum nel calcio”, dice il dg.

In tal senso è determinante l’apporto dell’area scouting: una rete che ha fatto scuola, con ramificazioni che consentono di rintracciare grandi talenti sconosciuti che all’Udinese si consacrano e spiccano il volo. Gli ultimi esempi sono i campioni del mondo Molina e De Paul.

Rendere il calcio più sostenibile ha un prezzo. Ma il calcio, oltre a essere uno sport, è risaputo, è un fenomeno sociale. “Si parla di valori. Il calcio è la più grande leva di passione popolare al mondo: può e anzi deve veicolare messaggi sociali positivi. Il costo è alto in termini di sforzi economici, ma crediamo in questa sfida e speriamo che i club virtuosi come il nostro vengano incentivati per far sì che gli sforzi siano sempre più intensi e di ispirazione per gli altri”, conclude Collavino.

I prossimi obiettivi? Macinare punti durante il campionato, senza dubbio.

Ma non fermarsi neppure in questa corsa alla sostenibilità. “Abbiamo intenzione di organizzare una partita ufficiale ad emissioni zero sulla falsariga di Tottenham – Chelsea del 2021, sfruttando car sharing e bici per l’afflusso dei tifosi. Pensiamo a un settore smoke free. In definitiva, immaginiamo un mondo che anche a cominciare dal calcio diventi un mondo migliore”.

 

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