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Una nuova vita per il sughero

Elastico, impermeabile, anallergico, ma soprattutto leggero. Grazie alle caratteristiche bioecologiche del sughero nel 2020 è stata fondata ‘Lebiu’, la prima startup che trasforma gli scarti della lavorazione di questa materia prima in pregiati materiali di nuova generazione con processi innovativi.

Nata nel Nord della Sardegna, in Gallura, dove si produce il 70% del sughero nazionale, ‘Lebiu’ significa in sardo leggerezza, la caratteristica più evidente di questo materiale. L’idea, di Fabio Molinas e Alessandro Sestini, è quella di unire tradizione, artigianato e innovazione, trasformando uno scarto di produzione in un nuovo prodotto. “Lebiu nasce da un progetto di ricerca e sviluppo durato dieci anni – afferma Fabio Molinas – Durante gli anni di università, ho iniziato a studiare le proprietà dello scarto di sughero come componente per creare un’alternativa sostenibile alle pelli tradizionali”.

La passione per il sughero, però, parte molto prima quando, da piccolo, Fabio aiutava il nonno nella sua piccola fabbrica di tappi: “Lo aiutavo soprattutto nella fase di pulizia, e con la polvere realizzavo piccole sculture. Diventando industrial designer, ho capito che quella polvere poteva essere incapsulata dentro materiali performanti.

Nel 2019, poi, il progetto è stato selezionato dalla Commissione europea per un programma di incentivi destinato alle industrie creative con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile. Da qui e dall’incontro con Alessandro è nata la startup”. Ed è così che sono arrivati due nuovi prodotti: il Corskin e il Nanocork. Il primo è un materiale tecnico con un alto contenuto di particelle di sughero e resine bio-based, resistente alla corrosione e dall’estetica che ricorda la pelle animale. Il secondo è invece un finissaggio naturale che può essere applicato direttamente sui capi, grazie a un processo di micronizzazione delle particelle di sughero e acqua, che permettono risparmi fino al 90% di acqua, prodotti chimici ed energia.

“Per tingere una maglietta – sottolinea il co-founder – generalmente si impiegano dai 60 ai 100 litri di acqua. Con il finissaggio Nanocork, invece, per ogni chilo di vestiti occorre solamente un litro e mezzo d’acqua. Secondo le nostre stime per ogni metro di pelle di sughero evitiamo 4,5 kg di CO2 in atmosfera. I nostri tessuti sono realizzati in soluzione acquosa, solvent free e senza additivi dannosi per la salute e per l’ambiente: in questo modo otteniamo un bio-materiale totalmente vegano da risorse rinnovabili”.

Un processo interamente ‘Made in Italy’, per il quale Lebiu detiene il brevetto: la raccolta degli scarti del sughero, la ricerca e lo sviluppo rimangono in Sardegna, mentre la fase di produzione è affidata ad aziende del Nord Italia. Un business etico che ha il ‘sapore di modernità’ e che, anche per questo, ha visto l’intervento di finanziamenti da progetti europei, italiani e della Sardegna. Per il futuro “oltre ai materiali, abbiamo altre linee di ricerca che vanno a trovare applicazioni sui rivestimenti, interni automotive e altri materiali che avranno caratteristiche diverse, ma sono in fase di progettazione e che rilasceremo a breve come novità”.

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