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Aston Martin DB12, è nata una stella

Entrare nella sede di Gaydon, dove ogni Aston Martin viene immaginata e poi realizzata, è come varcare la soglia di un tempio. Anche se trattasi di Gran Bretagna, nel Warwickshire per la precisione, a sole 90 miglia da Londra, nei corridoi regna un’atmosfera mistica e surreale. Come a dire: attento, perché non sei in un posto qualsiasi, qui cerchiamo di produrre le automobili più belle del mondo, e quasi sempre ci riusciamo.

Gaydon è la fabbrica da cui è uscita nel 2004 la DB9, vettura prodotta per circa 12 anni di fila e a cui sono seguite auto da sogno come la Vantage, la Vanquish, la DBS V12 fino alla DB11. Ed è sempre a Gaydon che un pugno di settimane fa ha visto la luce la nuova DB12. Parlare di ‘macchina’ potrebbe suonare offensivo. Le ‘macchine’ sono quelle mortali, anche se bellissime e ipertecnologiche, elettriche o con motore termico (ancora per poco). Qui siamo su un terreno diverso. Anzitutto con questo modello la casa madre introduce il concetto di Super Tourer dopo anni di Gran Turismo. Una nuova era a cui corrisponde anche l’evoluzione dell’iconico badge alato che troneggia sul cofano. “La DB12 è un’auto importante, con cui vogliamo affermare la posizione leader di Aston Martin sul fronte delle prestazioni, della dinamica e della tecnologia”, spiega Roberto Fedeli, Group Chief technology officer di Aston Martin. “Abbiamo cercato di essere i migliori in tutti gli aspetti della vettura, e il risultato è stato più potenza e prestazioni rispetto ai suoi rivali. Abbiamo raggiunto questo obiettivo senza compromettere la raffinatezza, il comfort e il lusso. La DB12 rappresenta l’inizio di una nuova era, la più entusiasmante per Aston Martin”.

Con 75 anni di eredità ‘DB’ – sigla che abbraccia anche la famosa DB5 del 1963, quella di James Bond piena di trucchi per poter seminare gli inseguitori – il design non poteva che regalare muscoli ed eleganza, aggressività controllata da linee disegnate dal vento e vocazione da pista. Con un aumento della carreggiata di 6 mm all’anteriore e di 22 mm al posteriore rispetto alla DB11, la nuova arrivata esibisce un frontale dove il grande radiatore sembra voler ingoiare la strada metro dopo metro. Anche i nuovi specchietti retrovisori esterni, più piccoli e senza cornice, contribuiscono a migliorare il profilo aerodinamico e atletico dell’auto. Le gomme Michelin Pilot Sport 5 S sono state realizzate secondo precise specifiche impartite da Aston Martin, mentre il nuovo sistema di sospensioni con ammortizzatori adattivi è affiancato da un sistema Epas (Electronic power assisted steering) particolarmente preciso. La DB12 monta di serie cerchi in lega forgiati da 21 pollici: 9.5J anteriore e 10.5J posteriore ed è possibile scegliere anche fra diversi design (cinque razze standard, razze multiple e razze a Y opzionali) in una gamma di colori e finiture.

Il pezzo forte si trova sotto il cofano, dove ruggisce un motore Twin-Turbo V8 da 4 litri in grado di sprigionare una potenza di 680 Cv a 6000 giri/min e una coppia di 800 Nm tra 2750 e 6000 giri/min (34% in più rispetto alla DB11). Le prestazioni non hanno bisogno di commenti: accelerazione da 0 a 100 in 3,6 secondi e velocità massima di 325 km/h. Oltre a un cambio automatico a 8 velocità, per gestire tanta cattiveria su strada gli ingegneri britannici hanno utilizzato un sistema di sospensioni con ammortizzatori adattivi di ultima generazione, un servosterzo elettronico e un differenziale posteriore anch’esso a controllo elettronico battezzato E-Diff, che migliora significativamente le capacità in curva in tutte le condizioni.

Per commuoversi definitivamente basta aprire lo sportello e mettersi al volante. Tutto l’abitacolo è avvolto nella pelle Bridge of Weir cucita a mano con una attenzione al dettaglio maniacale. La seduta di guidatore e passeggero è stata sistemata sotto la linea di cintura, con una consolle centrale alta e con i comandi posizionati ergonomicamente lungo la linea centrale che divide i due sedili. Il sistema di infotainment è il primo realizzato in casa dal marchio: supporta Apple CarPlay e Android Auto wireless tramite schermi ad alta risoluzione da 10,25 pollici Pure Black con un controllo touch ultra reattivo. “Quando un marchio ha tanta storia alle spalle è importante onorare il passato, ma bisogna anche guardare avanti con la stessa passione che hanno avuto 110 anni fa i nostri fondatori”, dice Amedeo Felisa, amministratore delegato di Aston Martin. “Con la nuova DB12 stiamo rinvigorendo la linea di modelli DB e riaffermando Aston Martin come produttore di auto sportive dalle prestazioni eccezionali”. Resta solo una domanda: quanto costa portarsi in garage tanta bellezza, storia e tecnologia? A maggio scorso, in occasione del Festival del Cinema di Cannes, un’asta di beneficenza ha battuto il primo esemplare della DB12 per la cifra di 1.600.000 dollari. Ma non spaventatevi. Il prezzo di partenza dell’auto in concessionaria è di ‘solo’ 240.000 euro.

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