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Matematica Senza Confini, due studenti liceali contro l’abbandono scolastico

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‘Senza confini’. Solo che non c’entra la geografia, ma la matematica. Pietro e Francesco Baragiola sono due fratelli, giovanissimi, che esattamente un anno fa – direttamente dai banchi di scuola – hanno ideato ‘Matematica Senza Confini’: un progetto per raccogliere fondi e finanziare attività extra-scolastiche di potenziamento matematico. “Siamo studenti liceali e le difficoltà del sistema educativo nel nostro Paese sono quotidianamente sotto ai nostri occhi”, hanno spiegato a Fortune Italia. “L’obiettivo di Matematica Senza Confini è cercare di entusiasmare ragazzi e ragazze a una materia spesso descritta come ostica prima ancora che la si conosca. Spronarli a esplorare le loro capacità e incentivarli a continuare il percorso di studi oltre la scuola dell’obbligo”.

In Italia, nel 2022 il tasso di abbandono scolastico è stato dell’11,5%. Contro una media europea del 9,6%. “Sembrerebbe quasi un numero piccolo, ma è un dato che fa riflettere”, commenta Pietro, il più grande, che è all’ultimo anno di un liceo scientifico di Milano. Francesco, che ha due anni in meno, frequenta il liceo classico. “Culturalmente si è portati a pensare che il classico, in cui c’è meno matematica, sia ‘migliore’ dello scientifico. Non perché la matematica sia inutile ma perché una formazione incentrata sui classici, come insegnano i nonni, ti apre la mente. Naturalmente dipende tutto dalle inclinazioni e dalle passioni di ognuno e azzardo dicendo che la matematica e il greco antico si somiglino. Il risultato di un’equazione e quello di una versione sono frutto dello stesso ragionamento. Ma non faccio fatica ad ammettere che quando mi sono trovato davanti alla scelta dell’indirizzo liceale ho tentennato: a 13 anni sei troppo piccolo per scegliere un percorso che bene o male influenzerà il tuo futuro”, racconta Pietro.

Anche per questo Matematica Senza Confini si rivolge agli studenti delle scuole medie. A 11 anni Pietro odiava la matematica. “I nostri genitori ci hanno ‘obbligati’ a frequentare dei corsi di potenziamento. Col tempo ho preso così tanta confidenza con la materia che alla fine delle scuole medie mi sono iscritto a un liceo scientifico. Coscienziosamente più tardi mi sono detto: è stato grazie ai miei genitori che hanno potuto pagare delle lezioni private a me e a mio fratello se sono migliorato e ho avuto la possibilità di orientarmi. Purtroppo non possono farlo tutti. Attorno a me vedevo (e vedo) miei compagni dubitare di se stessi per un brutto voto. I telegiornali parlare di dispersione scolastica. Così mi sono chiesto, insieme a Francesco, se esistesse un modo per far sì che il nostro privilegio potesse essere esteso anche a chi proviene da situazioni meno fortunate delle nostre”.

A ottobre 2022 Pietro e Francesco hanno lanciato un crowfunding attraverso la piattaforma GoFundMe di 9.000 euro per finanziare un primo progetto pilota. A marzo il progetto pilota è partito al centro educativo ‘The Tube’ nelle Marche, con 15 studenti delle scuole medie supportati da un tutor dottorando in matematica. Appena due mesi dopo, a maggio, un gruppo di donatori ha trasformato l’idea dei ragazzi in un ente filantropico iscritto al Runts (Registro nazionale unico del terzo settore), dotando Matematica Senza Confini di 15.000 euro.

“È stato molto importante per noi ed è accaduto in pochissimo tempo. Ora ci aspettiamo di replicare l’esperienza in altre città. Perché no: diffondere l’iniziativa in tutta Italia e arrivare in quei contesti in cui i numeri sulla dispersione scolastica sono più elevati, come al Sud”, ha detto Francesco, che grazie al potenziamento matematico è diventato così bravo da aver optato per il classico. “Così ho una formazione completa”, scherza.

Il potenziamento però, avverte, non serve a diventare dei mostri della matematica. Piuttosto, è utile a sviluppare un nuovo approccio. A creare quella consapevolezza del “siamo tutti capaci e non sempre predisposti a mollare di fronte alle difficoltà”.

“L’istruzione è un diritto. Nessuno dovrebbe essere lasciato indietro”, concludono i fratelli Baragiola. E soprattutto: vietato dire non ce la faccio. “Tra le falle del sistema scolastico nel nostro Paese, da studenti, crediamo ci sia troppa sfiducia. Da parte dei docenti verso gli alunni e da parte degli alunni verso i docenti e verso se stessi. Investire sui giovani, come è successo a noi, significa cominciare a restituire loro quella stima di sé, donando prima di tutto una possibilità“.

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