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Nuova Stelvio, tutta l’Alfa in un Suv

Uno si immagina che agli albori dell’Alfa Romeo, dove Alfa sta per Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, ci sia un intraprendente industriale brianzolo di inizio secolo (quello scorso) con il pallino delle automobili e un mucchio di soldi sul conto. E invece – forse molti già lo sanno ma qualcuno ancora no – fu tale Nicola Romeo, ingegnere originario di Sant’Antimo, comune a una manciata di chilometri da Napoli, che nel 1918 prese il controllo della A.l.f.a., nata qualche anno prima, affibbiandole il proprio cognome.

È una lunga, appassionante storia quella del marchio cosiddetto del Biscione (per via del serpente che campeggia al centro del logo) che nemmeno le strade e il paesaggio che si snoda da est a ovest della Sardegna riescono a farci dimenticare mentre siamo al volante di uno degli ultimi gioielli del marchio: la Stelvio.

La versione che ci ha portato dalla catalana Alghero fino alle spiagge di Capo di Coda Cavallo – fra orizzonti turchesi, nuvole basse, cactus e vegetazione a tratti rigogliosa – è per la precisione una delle più performanti, ovvero la 2.0 Turbo Benzina 280 Cv AT8 AWD con allestimento battezzato, non a caso, Veloce.

Un bolide in grado di scorrazzare quattro adulti zeppi di bagagli nel massimo del comfort, in virtù di misure generose (4,6 metri di lunghezza per 1,9 di larghezza), un passo di 2,8 metri e un bagagliaio con una capacità di carico di 525 litri. Le prestazioni sono affidate al sofisticato propulsore a benzina 1.995 di cilindrata capace di sciogliere le redini ai suoi 280 cavalli, e dotato di una coppia di 400 Nm 2.250 giri. Tradotto in numeri, nonostante un peso di 1.680 kg, la Stelvio così allestita divora lo scatto da 0 a 100 in 5,7 secondi e raggiunge in men che non si dica la (vietatissima) velocità di 230 orari. 

Il tutto nella più sofisticata tecnologia di bordo. Oltre al cambio automatico a otto rapporti, con tanto di leve al volante nel caso si volesse diventar piloti per un giorno, nell’allestimento Veloce è possibile ad esempio integrare alla trazione integrale Q4 il differenziale posteriore autobloccante meccanico Q2, disponibile anche con la sola trazione posteriore. Si tratta di un sistema che amplifica il carattere sportivo dell’auto garantendo una maggiore stabilità in curva a velocità elevate e allo stesso tempo la massima sicurezza in condizioni di fondo bagnato o scivoloso, cartina tornasole per capire quanto una vettura sia affidabile.

Ma non si vive di sole prestazioni. Quando nell’autunno del 2016 la Stelvio fece la sua prima apparizione sul red carpet del Salone di Los Angeles (come evoluzione del concept ‘Kamal’), fu subito chiaro che oltre alla tradizionale efficienza delle motorizzazioni era stata aggiunta una cura del design tale da rievocare storie lontane, precedenti agli anni Ottanta. Accantonate per sempre vetture come la Arna (era il 1983 e complice fu anche Nissan), la Stelvio strappò immediatamente l’applauso del pubblico californiano per il suo look possente e allo stesso tempo aerodinamico.

E anche il facelift di quest’anno non tradisce per fortuna il suo appeal iniziale. In sette anni di produzione sono cambiati, come è ovvio, parecchi dettagli stilistici, ma nell’insieme la Stelvio è rimasta Stelvio. Puntando lo sguardo sul muso della My2023, è facile notare la fanaleria ‘3+3’ con nuovi fari Full-LED Matrix adattivi. Testati di notte nelle oscure (quanto a luce) strade statali sarde, i tre moduli forniscono sia una luce praticamente “a giorno” e sia una indicazione di direzione dinamica grazie all’introduzione di due tecnologie ben precise: l’Adaptive front lighting system, che offre una regolazione continua degli anabbaglianti in base alla velocità e alle condizioni di guida, e la Glare-free high beam segmented technology che, in scarse condizioni di luminosità, rileva automaticamente il traffico frontale per evitare l’abbagliamento delle altre auto. Tecnologia da prima della classe insomma, che prosegue anche all’interno dell’abitacolo. La novità più rilevante si trova al centro del quadro strumenti, caratterizzato dallo storico design ‘a cannocchiale’ e dove campeggia il nuovo schermo TFT da 12,3” totalmente digitale da cui si accede a tutte le informazioni dell’auto. Tramite invece il sistema infotainment si può entrare nella piattaforma Alfa Connect Services, concepita per offrire aggiornamenti ‘Over the air’. Ad esempio, la funzione ‘My remote’ include diversi servizi, tra cui la possibilità di controllare con il proprio cellulare varie funzioni, come l’apertura e la chiusura delle porte. Quanto costa tutto questo? Non poco, 68.000 euro più optional, in linea con gli altri fratelli del medesimo segmento purché dotati di un pizzico di pedigree.

 

 

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