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Contrastare l’emergenza abitativa per gli studenti

Uno studente su tre non riesce a pagare affitto e bollette. Sono queste le indicazioni che giungono da una rilevazione effettuata nelle ultime settimane e presentata recentemente dall’Unione degli Universitari (UDU).  L’indagine, dal nome “SENZA CASA, SENZA FUTURO“, è stata promossa da CGIL e SUNIA e si basa su un campione di 20 mila risposte provenienti da tutto il territorio nazionale. I risultati consegnano un quadro estremamente critico della condizione abitativa degli studenti: in media circa 450€ per una camera singola spese incluse, oltre il 10% degli affitti presenta irregolarità e circa il 30% degli intervistati ammette di non riuscire a far fronte a tutte le spese necessarie durante il percorso formativo universitario. A preoccupare è anche il fatto che il 5% degli studenti fuori sede (circa 830 mila secondo i dati del Ministero dell’Università e della Ricerca) non ha alcun contratto.

Il nostro Paese ha una grande occasione fornita dal PNRR. Quest’ultimo prevede al suo interno un piano di investimento mirato per gli alloggi dedicati agli studenti. Con la riforma 1.7, prevista alla Missione 4 Componente 1, il Piano Europeo mira a triplicare i posti letto disponibili per gli studenti fuori sede, portandoli, entro il 2026, da 40.000 a 105.500, incentivando la realizzazione, da parte di soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria, grazie alla copertura degli oneri relativi ai primi tre anni di gestione delle strutture, da parte del MUR.

Ma a che punto siamo? Purtroppo le notizie che giungono non sono positive. L’assenza di coordinamento tra i vari attori (ministeri, enti pubblici coinvolti nell’iter urbanistico-amministrativo, investitori istituzionali, banche e finanziatori vari)ha causato un serio ritardo nella progettazione di studentati e alloggi dedicati agli studenti. In aggiunta a questa cronica criticità strutturale del nostro Paese si sono aggiunte condizioni di accesso al credito insostenibili (visti i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti), soprattutto per chi è chiamato ad utilizzare la leva finanziaria per realizzare gli investimenti.

Secondo una stima realizzata dalla REAM (SGR specializzata nell’istituzione e gestione di Fondi di Investimento Alternativi Immobiliari e focalizzata su investimenti di rigenerazione urbana, studentati e strutture sanitarie), tenuto conto delle difficoltà sopra indicate e di quanto si spende in media oggi per costruire un posto alloggio, con le attuali condizioni di mercato il rischio che si corre è che si riusciranno a costruire non più del 50% degli alloggi ipotizzati tramite il supporto del PNRR. Nello specifico circa 30.000 su 67.300 nuovi alloggi previsti dai tecnici europei.

La questione riguarda molti Stati membri Ue, ma in forme e situazioni differenti. I dati mettono in luce quindi un problema non solo italiano. L’ultima indagine Eurostudent ha rivelato che nei Paesi dell’Unione europea quasi il 19% del reddito dei cittadini è dedicato a costi abitativi. Negli ultimi anni gli affitti sono aumentati a Berlino (+27%) e in Grecia, dove il 47,9% della popolazione attiva tra i 18 e i 44 anni fatica o non riesce a pagare un affitto, studenti compresi.

Cosa fare quindi per offrire un concreto supporto agli studenti, in attesa che i fondi del PNRR generino i risultati attesi? Un esempio virtuoso giunge dall’ Irlanda dove il governo ha deciso di creare una cabina di regia che vede coinvolti un partneriato pubblico-privato, oltre ai rappresentanti delle categorie degli studenti universitari. Dublino ha preso in esame le migliori pratiche internazionali per definire standard adeguati nella fornitura di alloggi a prezzi accessibili dando vita al progetto “Housing for all”. L’Irlanda punta dunque a una maggiore standardizzazione della progettazione per aumentare l’offerta a prezzi più accessibili.

In conclusione, la crisi abitativa e locativa alimentata dall’inflazione, dalla speculazione e dalla gentrificazione dei centri urbani, non riguarda solo la componente studentesca ma, più in generale, tutte le categorie lavorative subalterne, ivi comprese quelle appartenenti al mondo della ricerca universitaria. Occorre intervenire al più presto prima che l’emergenza diventi inarrestabile. “La coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazioni, creando un clima di fiducia”, ha affermato giustamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato in occasione degli Stati generali della natalità. “Politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro, sono questioni fondamentali per lo sviluppo delle famiglie”.

Purtroppo difficilmente con le condizioni attuali che riguardano le politiche abitative e il PNRR potremo ottenere significativi miglioramenti per le nostre giovani generazioni.

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