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A cosa serve l’High performance computing? L’esempio di Dallara

A cosa serve l’High performance computing? Per spiegare meglio come vengono utilizzati i ‘supercomputer’ oggi, facciamo un esempio: con quello che viene comunemente indicato con la sigla ‘Hpc’ è possibile progettare un’automobile da corsa (eseguendo virtualmente tutta la modellazione aerodinamica) e portarla sul circuito in un meno di un anno. Riesce a farlo, in Italia, un’azienda storica. Si tratta di Dallara: il progettista e costruttore (con clienti come Ferrari, Alfa Romeo, Bugatti, Lamborghini) ha una storia cinquantennale. Anche grazie ai supercomputer è stata in grado di presentare la sua ultima creazione in appena nove mesi.

Oggi infatti la progettazione avviene digitalmente, con software di fluidodinamica computazionale (CFD) e ingegneria. Simulazioni che servono a scoprire come si comporterà un’auto in base a come viene progettata. Usare questi software significa utilizzare tanta potenza di calcolo: per questo dal 2019 l’azienda con quartier generale a Varano de Melegari in provincia di Parma (dove lavorano 650 persone) si affida a un’infrastruttura Hpc (High performance computing, appunto) targata Lenovo.

“Oggi i supercomputer vengono utilizzati ovunque: dalla progettazione di automobili e aeroplani, alla ricerca applicata e alla produzione di energie da fonti alternative, dalla mappatura del genoma, alle previsioni meteorologiche”, spiega Alessandro De Bartolo, Country General Manager, Italy, Infrastructure Solutions Group, Lenovo.

Secondo il manager, grazie all’Hpc “è possibile risolvere situazioni complesse in ambienti di simulazione. Di conseguenza, la nostra comprensione di scenari particolarmente sfidanti sta crescendo a livelli esponenziali”.

La ‘situazione’ da risolvere, nel caso di Dallara, è sempre più sfidante. L’azienda ha bisogno di risorse di calcolo sempre più potenti. In vista dell’introduzione di un nuovo modello, la Dallara EXP, la versione da pista della sua ammiraglia Dallara Stradale, la società ha deciso di espandere la propria infrastruttura Hpc.

La Dallara stradale

 

“Lo sviluppo di auto di questo livello richiede una quantità enorme di lavoro. Ci affidiamo a strumenti di simulazione e di analisi molto impegnativi, e per supportare questa complessità di calcolo è necessario un hardware molto potente”, dice Elisa Serioli, ingegnere aerodinamico CFD senior di Dallara.

Alessandro De Bartolo, Country General Manager, Italy, Infrastructure Solutions Group, Lenovo, e il Ceo di Dallara Andreo Pontremoli 

L’importanza della simulazione

L’azienda ha utilizzato l’infrastruttura HPC di Lenovo-lntel per creare la nuova Dallara EXP. L’azienda ha eseguito virtualmente tutta la modellazione aerodinamica del progetto della nuova auto da corsa. E si è trattato del modello di un’auto completa, “per la prima volta in assoluto”, dice l’azienda.

Otto mesi di sviluppo virtuale, produzione di un mese, e l’azienda ha presentato il primo modello Dallara EXP con una velocità massima di 180 miglia all’ora. L’auto ha già battuto i tempi sul giro da pole position delle auto da competizione GT3 nei primi test e presto sarà pronta ad affrontare i principali circuiti di tutto il mondo.

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In collaborazione con Lenovo, Dallara ha implementato un nuovo cluster HPC, composto da 142 nodi Lenovo ThinkSystem SR630 V2 e otto nodi Lenovo ThinkSystem SR650 V2. Il nuovo cluster Lenovo basato sui processori Intel Xeon ha permesso di migliorare di sei volte le prestazioni dei carichi di lavoro critici di progettazione e ingegnerizzazione. Secondo il Ceo di Dallara Andrea Pontremoli la Dallara Exp sarebbe stata impossibile da realizzare senza queste tecnologie. “Guardiamo al futuro e sogniamo ancora più in grande senza limiti alla velocità della tecnologia”, ha detto.

Quella della multinazionale è un’esperienza consolidata. “Secondo TOP500.org, Lenovo è il fornitore di supercomputer numero 1 al mondo, anche il più efficiente dal punto di vista energetico, grazie alla tecnologia Lenovo Neptune, che abbiamo inventato e introdotto nel mercato per il raffreddamento ad acqua dei sistemi”, spiega De Bartolo di Lenovo. “Con queste soluzioni e la nostra esperienza globale, siamo oggi in grado oggi di fornire ai clienti sistemi HPC su misura, per risolvere le più grandi sfide non solo di business, ma dell’intera umanità”.

In un’intervista su Fortune Italia, De Bartolo aveva già parlato dell’importanza dei supercomputer per l’Italia. “Il supercalcolo ha un suo ruolo in Italia, anche perché all’interno del Pnrr vi è un’iniziativa specifica per rinforzare la rete di supercalcolo italiana”.

 

LE 'macchine' Lenovo nel quartier generale di Dallara
Le ‘macchine’ Lenovo nel quartier generale di Dallara

 

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