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StrongHer ToghetHer: la nuova visione al femminile viene dalla Sda Bocconi

L’emancipazione economica: dal ruolo professionale alla crescita professionale. È l’headline dell’evento StrongHer ToghetHer, promosso dalla Sda Bocconi – School of Management,  una nuova visione al femminile che segna un ideale fil rouge che parte da una riflessione sulla dimensione educativa – una leva di crescita concreta per uomini e donne – e si spinge fino al 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
In questo frangente “non possiamo dire chi si deve impegnare di più o di meno”, ha voluto commentare Stefano Caselli, Dean Sda Bocconi, che ha introdotto i lavori del convegno: “Questa è forse l’unica volta in cui non occorrano le classifiche: l’impegno deve essere collettivo. Come scuola di management, che ha come funzione l’attività di ricerca sulla base dei bisogni delle aziende, sottolineiamo come la sfida sociale sia ancora più importante”.
Il riferimento al recente fatto di cronaca è evidente, e viene sottolineato ulteriormente da Caselli: “Stasera abbiamo una responsabilità straordinaria e dobbiamo avere il coraggio di avere un impatto: la sfida dell’emancipazione femminile è importante e decisiva, è un tema di dignità per la comunità in cui viviamo”. La sfida non è solo teorica, per il Dean, è drammatica e diventa una sfida di dignità. “Non dobbiamo lasciare una testimonianza, dobbiamo lasciare un segno”.  E per lasciare il segno, l’evento Sda Bocconi punta su un’idea chiave: la scuola è comunità, e lo dimostra anche l’evento che è dislocato su Roma e Milano, a sottolineare come l’attività di formazione non sia un banale atto di consumo ma un atto collettivo, e soprattutto fare formazione significa offrire uno strumento concreto di cambiamento e trasformazione sociale.

E’ necessaria quindi una nuova visione al femminile. L’incontro organizzato dalla Bocconi promuove un confronto quanto mai necessario, relativo ai temi dell’inclusione femminile nel mondo del lavoro.
Si esplicita come il ruolo della Business School sia quello di affermare il grande impegno, realizzato con strumenti e competenze nel supportare le donne in questo cammino verso i diritti, che è un cammino tutto in salita. La promozione dell’uguaglianza di genere rappresenta una sfida sociale, economica e culturale fondamentale.

E di dati, riportati anche da Paola Profeta, parlano chiaro: il 50% delle donne lavorano in Italia, rispetto al 70% degli uomini, ma quando si parla di education, paradossalmente, il numero di donne è superiore del 22% rispetto agli uomini, che si attesta al 15%. solo il 60% del divario economico è stato colmato, contro il 90% del gap per la salute.

Un momento della Conferenza

L’evento StrongHer ToghertHer si declina sul doppio binario Roma – Milano,  dove la masterclass ‘Costruire la parità di genere: politiche e strumenti’ ha coinvolto Paola Profeta, Dean For Diversity, Inclusion And Sustainability Università Bocconi e Elena Lodola di BNP Paribas. “La promozione dell’uguaglianza di genere rappresenta una sfida sociale, economica e culturale fondamentale” sono le parole di Paola Profeta.
“È una trasformazione che coinvolge da un lato le persone e i modi in cui interagiscono e dall’altro le imprese, per le quali creare ambienti di lavoro inclusivi comporta risvolti positivi anche dal punto di vista economico”. La promozione della parità di genere è un argomento di fondamentale importanza. “E’ una sfida che ci riguarda tutti e che ha un impatto profondo su ogni aspetto della nostra società. Si tratta di creare le condizioni per mettere uomini e donne sullo stesso piano sul mondo del lavoro, dando loro le stesse opportunità e la capacità di esprimere il proprio potenziale e creare valore partendo dai loro talenti. Un compito per ogni individuo, per le imprese, per i governi”.

Paola Profeta dalla sede Bocconi di Milano

 

Il dibattito si sposta poi su Roma, con il tema “Donne e lavoro: progettare e implementare pratiche di inclusione per la crescita”, che vede sul palco Rossella Cappetta Associate Dean for Open Programs SDA Bocconi , e Peter Durante, chief human resources officer di Italgas. Il confronto punta sulla considerazione che negli ultimi anni si è molto discusso della necessità di promuovere l’inclusione femminile nei luoghi di lavoro e spesso il dibattito si è concentrato sulla necessità del cambiamento culturale. L’idea di oggi è invece quella di partire dalla sfida tecnica, che pone l’attenzione sugli strumenti manageriali per l’inclusione. Partendo dalle criticità di alcuni strumenti “dedicati” alle donne – si pensi al part time o a una certa interpretazione del remote working – si valuta la possibilità di progettare e implementare pratiche che evitino la segregazione femminile e ne promuovano una crescita sociale ed economica insieme. Nella visione di Peter Durante: “Il tema non è il gender pay gap, ma il gender balance: abbiamo la responsabilità di aumentare il numero delle donne nei ruoli apicali. Bisogna creare una cultura manageriale che, accanto al valore economico pone anche il valore della responsabilità del ruolo di leadership, il rispetto e l’inclusione”.

“Le imprese sono delle comunità sociali” sottolinea Rossella Cappetta, riprendendo una suggestione fornita da Peter Durante, “e su questo nuovo ruolo dell’HR di segnalazione dei casi di violenza e di legame con le forze dell’ordine dovremmo cominciare a lavorare da domani mattina, per costruire un modello diverso, perché una donna sappia che l’azienda è anche un luogo dove trovare una prima difesa”. La certificazione aziendale per la parità di genere, aggiunge Cappetta, potrebbe essere uno strumento per verificare e controllare questo tipo di azioni, per testarne l’efficacia e consentire alle aziende di far valere.

Le donne scelgono sempre più di essere protagoniste del proprio percorso di vita, e il lavoro diventa lo strumento di affermazione, crescita ed indipendenza anche economica. Ma continuano a persistere disparità significative che richiedono azioni concrete per promuovere l’inclusione femminile. “Chi esclude le donne dal lavoro? Tutto quello che dobbiamo sapere e non vogliamo ammettere” è la masterclass che ha visto Enzo Baglieri, associate Dean for Master Division SDA Bocconi e Lucilla Bottecchia Partner At Wise Growth, che è partita dal confronto sulle ragioni che ostacolano la partecipazione delle donne sul lavoro e i fattori su cui le donne stesse possono agire per creare condizioni di maggiore accessibilità.

Enzo Baglieri, associate Dean for Master Division SDA Bocconi e Lucilla Bottecchia Partner At Wise Growth,

C’è ancora tanta strada da fare per i vari gap, ma quello che viene fuori è che il tema della violenza sulle donne è variegato e complesso, con tante declinazioni. Violenza economica nel ruolo del mercato del lavoro, e la responsabilità sociale dell’impresa in questi termini, come principale attore di progresso. Da qui al 25 novembre ci impegniamo contro la violenza sulle donne. I diritti delle donne sono uguali ai diritti di tutte le persone, sono diritti. Nella masterclass “In cammino verso i diritti. Uguaglianza e parità nelle imprese come impegno contro la violenza sulle donne” Francesco Perrini, Associate Dean for sustainability SDA Bocconi e Laura De Dilectis, e Ceo della startuViola, creatrice e vicepresidente di Donnexstrada. Dal confronto emerge come il percorso verso i diritti delle donne richieda uno sforzo tangibile non solo da parte della società, ma anche dalle imprese, che hanno un ruolo derimente in questo lavoro costante che punta a promuovere l’uguaglianza e la parità, a partire dai luoghi di lavoro. E’ il vero primo passo per contrastare la violenza di genere. “Uno slogan efficace non sia solo ‘save the planet’ ma ‘save the people'” e non solo ESG ma ESP, “perché senza considerare le persone e il loro benessere anche la sostenibilità diventa un tema vuoto”, è il commento  di Francesco Perrini per introdurre l’ultimo panel di lavoro. “La violenza di genere costa 276milardi alla comunità europea, è anche un fattore economico” sottolinea Laura De Dilectis, che continua “Viola è una startup californiana, approdata anche in Italia, ed io sono una psicologa, e mi sono resa conto ad un certo punto che spesso i centri antiviolenza non hanno la possibilità di arrivare a tutte le persone, e c’erano diversi  sprechi della PA per una comunicazione che non riusciva a fare una comunicazione efficace. Accompagniamo h24 le persone che hanno paura, e sono la maggioranza, visto che l’84% delle donne ha subito violenze per strada”.

Tutti insieme bisogna provare, quindi, a cambiare le regole dall’alto. Nella sua conclusione, Perrini ricorda come tutti i temi affrontati chiariscono un punto: se considerati come un investimento e non un costo, i fondi investiti in ESG porteranno crescita delle imprese e del sistema economico. Le imprese, investendo sui temi e lottando contro la violenza maschile sulle donne, non potranno che migliorare anche le performance finanziarie. il trend ci mette un pò a partire, ma entrati nella logica di lungo periodo, il trend porterà grandi risultati.

 

 

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