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Il Censis analizza il futuro incerto dell’Italia tra invecchiamento, paure e nuove tendenze

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Il 57° rapporto del Censis offre uno sguardo inquietante sull’Italia, rivelando una nazione che invecchia rapidamente e affronta una serie di paure crescenti, dal tracollo economico a una potenziale guerra mondiale. L’analisi dell’istituto mette in luce processi economici e sociali prevedibili ma spesso ignorati, i cui impatti potrebbero minare la stabilità del sistema.

Uno dei principali effetti è l’invecchiamento demografico. Entro il 2050, l’Italia potrebbe perdere 4,5 milioni di residenti, equivalenti alla popolazione di Roma e Milano combinata. La diminuzione demografica sarà causata da una riduzione di 9,1 milioni di persone sotto i 65 anni e da un aumento simultaneo di 4,6 milioni di persone oltre i 65 anni, portando a una diminuzione di quasi 8 milioni di individui in età lavorativa.

La situazione delle famiglie è altrettanto preoccupante, con previsioni che indicano che entro il 2040 solo una coppia su quattro avrà figli. I nuclei familiari composti da anziani rappresenteranno quasi il 60% dei nuclei unipersonali. Nel contesto di crescente rassegnazione, l’84% degli italiani teme per il cambiamento climatico, mentre il 73% prevede una crisi economica e sociale grave, con povertà e violenza diffuse.

Nonostante il panorama cupo, emergono nuove tendenze nei desideri della popolazione. La ricerca di momenti di benessere quotidiano supera la corsa all’agiatezza economica. Il 62% cerca momenti di relax personale, mentre il 94% apprezza la felicità derivante dalle piccole cose quotidiane come il tempo libero, gli hobby e le passioni personali.

A livello di diritti civili, la società sembra evolversi. La maggioranza si esprime a favore dell’eutanasia (74%), dell’adozione da parte dei single (70%) e delle coppie omogenitoriali (54%). La maggior parte sostiene il matrimonio tra persone dello stesso sesso (65%) e l’introduzione dello ius soli (72%).

Nonostante ciò, una parte significativa della popolazione, specialmente giovani, continua a cercare opportunità all’estero, con un aumento del 36% delle partenze negli ultimi dieci anni. La fuga di cervelli è un fenomeno sempre più diffuso, con il 44% degli espatriati nell’ultimo anno che ha tra i 18 e i 34 anni.

In conclusione, l’Italia si trova di fronte a sfide demografiche, economiche e sociali, e la necessità di affrontare queste questioni diventa sempre più urgente per garantire un futuro più stabile e prospero

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