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Il Ministro Urso alla NSE Expoforum: Italia leader nella New Space Economy

‘Lo Spazio è un settore strategico per il governo’. Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nell’ambito del suo intervento alla conferenza di apertura della quinta edizione di NSE Expoforum, dal tema “There is no Space B” organizzata alla Fiera di Roma.
Tema scelto da Alberto Tuozzi, presidente della Fondazione Amaldi, che ha spiegato così la decisione: “C’è una finestra di opportunità aperta per lo Spazio, perché sia un fattore chiave per l’innovazione della società, per il benessere dei cittadini, per la sostenibilità del pianeta”, ha aggiunto il presidente della Fondazione E. Amaldi che da sempre promuove il tema della New Space Economy e del trasferimento tecnologico spaziale, chiarendo un punto: “C’è una grande prospettiva per il ruolo dello Spazio ma c’è anche il bisogno di preservare lo Spazio e mettere a disposizione di tutti i benefici che ne derivano. Dobbiamo darci da fare perché non c’è uno Spazio B”.

La New Space Economy è la protagonista di NSE Expoforum. Un settore aerospaziale in crescita che, come ha ricordato il ministro Urso – autorità delegata dalla presidenza del consiglio in materia di politica spaziale – nel 2021 ha generato “un valore di 370 miliardi di dollari ed è destinata a crescere ancora fino a +74% entro il 2030”. L’Italia nell’ambito della new Space economy globale “vanta una posizione di tutto rispetto, con più di 320 imprese e 6.000 addetti, oltre a essere al secondo posto per quota di spesa governativa destinata alla ricerca nell’esplorazione e utilizzo dello spazio. Come governo vogliamo rafforzare questo settore strategico e a tal fine abbiamo stanziato 7 miliardi di euro nel periodo 2021-2026, di cui 4,4 come finanziamento pubblico e circa 3,1 miliardi come fondi allocati sui programmi Esa nell’ultima ministeriale di Parigi, tenutasi lo scorso anno. Tra questi, sono da annoverare anche quelli del Pnrr nazionale destinati a finanziare programmi nel settore aerospaziale e che superano i 2 miliardi. La legge di Bilancio avrà un collegato proprio sulla Space Economy”.

L’Italia è oggi una componente essenziale della politica spaziale globale, una leadership che, come ricorda Urso, “ha radici lontane: il prossimo anno ricorre il 60mo anno del lancio in orbita del primo satellite artificiale italiano, il San Marco 1, fu il 15 dicembre del 1964, data ha segnato l’ingresso dell’Italia nel settore spaziale come una delle prime potenze spaziali al Mondo, terza dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Da allora conoscenze capacità che si distinguono a livello mondiale ci hanno permesso di far crescere il settore aerospaziale, che contraddistingue in maniera chiara il nostro made in Italy”, proiettandolo nel futuro.

La filiera italiana dell’aerospazio è dedita alla ricerca, allo sviluppo e alla realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti fino all’osservazione della terra. “Abbiamo una capacità di agire sullo Spazio a 360 gradi, siamo la sesta potenza economica spaziale, a fronte di nuovi attori recenti che si sono affacciati con le loro economie, pensiamo alla Cina, all’India e agli Emirati, oltre a quelli storici, Russia Stati uniti, Francia, Gran Bretagna. L’Italia è ai primi posti per le ricerche spaziali, grazie all’Agenzia spaziale italiana, e grazie al fatto che siamo membri fondatori dell’Agenzia spaziale europea, e collaboriamo con gli enti di ricerca e agenzie più importanti al mondo, non solo quelle rappresentate dall’ESA ma anche gli altri a cominciare da quelle degli USA”. Quello che abbiamo davanti è uno scenario in forte evoluzione, oltre agli attori di Governo sono entrati in maniera preponderante gli attori privati, che il Ministro ha incontrato anche nella recente missione negli Stati Uniti, “e molti hanno interesse a investire in Italia, per esempio per il turismo spaziale”.

L’intervento del Ministro, che è stato introdotto dal direttore di Fortune Italia, Paolo Chiariello e ha toccato tutti i punti concordati, ha anche raccontato della recente video call con Elon Musk, che ha avuto come tema le costellazioni satellitari. “L’Italia è un attore importante a livello globale e questa presenza dei privati nello spazio pensiamo che vada regolamentata meglio, attraverso quello che si profila essere, come ha annunciato Breton, il regolamento per lo Spazio che la Commissione Europea sta formulando, e con cui ci confronteremo nei prossimi mesi”,  anche in vista di una norma nazionale sullo spazio che, ricorda il Ministro “è nostra intensione realizzare nei primi mesi del prossimo anno, sulla base delle indicazioni contenute nella manovra di bilancio” che per la prima volta verterà anche sulle tecnologie abilitanti, “mi riferisco al Metaverso, alla blockchain, alla meccanica quantistica, tutte le tecnologie di frontiera, relative ai comparti della Space economy e della blue economy“.

Tutto questo va inquadrato in una logica di sostenibilità, ambientale oltre che sociale, come previsto dall’utilizzo dei fondi del Pnrr. “Questo dicastero e il comparto spaziale sono in testa per l’utilizzo tempestivo” e per il rispetto dei tempi di realizzazione, “e anche per questo e non a caso,  nella riprogrammazione che abbiamo concluso l’altro giorno in sede europea, grazie all’azione del ministro Raffaele Fitto, a questo dicastero sono stati destinati altri 10mld di euro che si aggiungono agli altri 19mld che già gestiamo e agli 8 mld del fondo complementare, risorse significative che dirigeremo al sostegno all’innovazione tecnologica, green e digitale delle nostre imprese, insomma al futuro”.

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