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Svimez Report 2023: l’occupazione cresce al sud, ma emergono vecchie e nuove criticità sociali

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Il rapporto Svimez 2023 evidenzia un aumento dell’occupazione maggiore al Sud rispetto al resto del Paese, tuttavia, il benessere sociale continua ad essere minato da problemi strutturali come la precarietà e i bassi salari. Secondo il rapporto, le questioni più urgenti includono “salari, lavoro povero ed emigrazioni giovanili.”

Nel Mezzogiorno, la povertà assoluta tra le famiglie con un capofamiglia occupato è salita dal 7,6% al 9,3% tra il 2020 e il 2022, coinvolgendo quasi una famiglia su dieci. Complessivamente, nel 2022, 2,5 milioni di persone vivono in famiglie in povertà assoluta al Sud, 250.000 in più rispetto al 2020, mentre al Centro-Nord si è registrata una diminuzione di 170.000 persone in tale situazione.

I dati sul mercato del lavoro mostrano un aumento dell’occupazione nel Mezzogiorno nei primi due trimestri del 2023, con 188.000 occupati in più (+3,1%) rispetto allo stesso periodo nel 2019. Tuttavia, la vulnerabilità persiste, poiché quasi il 40% dei lavoratori nel Mezzogiorno ha contratti a termine, rispetto al 14% nel Centro-Nord.

Le migrazioni giovanili continuano a essere un problema, con oltre 2,5 milioni di persone che hanno lasciato il Mezzogiorno dal 2002 al 2021, principalmente in direzione Centro-Nord. Questo deflusso riguarda soprattutto i giovani, con un flusso netto di 808.000 persone sotto i 35 anni, di cui 263.000 laureati.

Il direttore di Svimez, Luca Bianchi (nella foto in primo piano in evidenza) , sottolinea l’importanza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per sostenere la crescita economica. Senza il PNRR, il PIL del Mezzogiorno calerebbe dello 0,6% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025. Tuttavia, l’associazione segnala ritardi nella progettualità e nella partenza dei lavori al Sud.

Il rapporto indica anche la necessità di concentrare le risorse nazionali sugli asili nido nelle regioni con il divario maggiore, poiché il Sud affronta gravi ritardi nell’offerta di servizi per la prima infanzia, penalizzando l’occupazione femminile. La riduzione degli obiettivi del PNRR per i nuovi posti asili nido solleva preoccupazioni sulla possibilità di raggiungere il target europeo del 33% in tutte le regioni.

In conclusione, nonostante l’incremento dell’occupazione, il Mezzogiorno si trova ad affrontare sfide strutturali e sociali, evidenziando la necessità di interventi mirati per stimolare una crescita sostenibile e ridurre le disuguaglianze regionali.

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