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Se ChatGpt è un’occasione

Pericolo letale o occasione da sfruttare? L’intelligenza artificiale generativa ha provocato un terremoto in tanti settori, promettendo di eliminare i lavori più ripetitivi e, nel mondo dell’informatica, spaventando i programmatori che hanno iniziato da poco a lavorare. Ma secondo Davide Neve, Ceo e co-fondatore di Aulab, l’AI “rappresenta una sfida e un’opportunità per tutte le generazioni di professionisti del Tech, ancor più per chi si occupa di programmazione”.

L’AI può essere un vantaggio per i ‘junior’ della programmazione?

È fondamentale inserire queste nuove tecnologie all’interno di un piano formativo attento alle esigenze del mercato del lavoro e delle aziende, approfondendo l’AI generativa. Allo stesso tempo è importante far passare il messaggio a chi si approccia al mondo del coding che saper utilizzare proficuamente l’AI non significa necessariamente saper programmare. Per questo Aulab ha inserito nel 2023 nella sua offerta formativa una masterclass in Conversation e prompt design. Con la diffusione dell’AI in ogni settore è stato arricchito anche il corso Hackademy, punta di diamante di Aulab che fino a oggi ha formato migliaia di web developer.

Quali sono le professioni ricercate dalle aziende?

Stanno emergendo nuove figure professionali, che richiedono competenze finora inedite e meno strettamente legate al tech tout court. Come il Conversation e Prompt Designer, professionista della comunicazione che applica le sue competenze al mondo della tecnologia. Spesso ha studi umanistici alle spalle, in quanto deve coniugare una conoscenza approfondita delle dinamiche del linguaggio naturale con la comprensione del funzionamento dell’AI generativa. Conversa con l’AI per ottenere il risultato desiderato dall’interazione per “allenarla”, ovvero farle comprendere le dinamiche del dialogo e dell’empatia per renderla sempre più “credibile” nelle interazioni con gli esseri umani. Una seconda professione che si sta diffondendo nel mondo del Tech è il DevSecOps Expert: in questo caso si tratta di una figura appartenente al mondo del coding, con già una formazione avviata nel campo. Una figura che viene dall’America ed è sempre più richiesta anche in Italia perché è un professionista che conosce tutte le vulnerabilità dello sviluppo software ed è in grado di inserire la sicurezza fin dalle prime fasi di sviluppo. Gli sviluppatori sono i professionisti più ricercati dalle aziende (in Italia si parla di 100.000 posizioni aperte), con una media retributiva di 2.000 euro al mese secondo Glassdoor. Ma le cifre possono salire all’aumentare del livello di esperienza, arrivando oltre i 40.000 euro l’anno.

Per rispondere a queste esigenze di occupazione, in Aulab ci siamo ispirati al modello dei bootcamp statunitensi. Dal 2014 Aulab ha formato oltre 10.000 studenti e studentesse per contribuire a ridurre nel minor tempo possibile il gap presente in questo settore, offrendo risorse con un mindset adeguato per entrare subito in azienda.

Le nuove professioni aprono opportunità per le donne?

Secondo dati McKinsey, solo il 33% dei laureati europei in materie Stem è di sesso femminile. Allo stesso tempo, il 44% delle donne impiegate nel Tech dichiara di non essere partita da una formazione specifica nell’ambito. Questi dati compongono un quadro che parla di un divario ancora esistente tra gli uomini e le donne del Tech, disparità che però proprio le nuove professioni potrebbero aiutare a colmare. Non è solo questione di numeri: in alcune occupazioni legate all’AI le donne hanno dimostrato di eccellere. È il caso proprio del Conversation e Prompt Designer, professione scelta da molte donne che provengono da percorsi umanistici.

*Ceo di Aulab, che ha co-fondato con il Cto Giancarlo Valente: la coding factory è attiva dal 2014. Nel 2022 è stata acquisita dal Gruppo Multiversity (lo stesso degli Atenei Pegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma) con l’intento di creare una Digital Academy

 

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