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MPW, le donne del calcio e un ritardo da colmare

martina rosucci donne calcio

“Prima non esisteva il sogno di diventare calciatrice, adesso sì”, ha raccontato Martina Rosucci, centrocampista della Juventus e della Nazionale, durante ‘Le donne del calcio’, talk MPWMost Powerful Women – organizzato da Fortune Italia e moderato da Alessandro Pulcini. Una frase che riassume con efficacia il cambiamento di paradigma che sta portando, seppur lentamente, il calcio femminile a professionalizzarsi sempre di più.

“Io sono stata una delle pioniere del passaggio da un calcio con poche opportunità a uno sempre più strutturato – spiega Rosucci (nella foto in evidenza durante una partita con la Nazionale il 22 febbraio 2023 / Credit Image: © James Whitehead/Sport Press Photo via ZUMA Press) – L’obbligatorietà delle scuole calcio femminili per i club professionistici è stato un momento di svolta. Certo, siamo partiti in ritardo rispetto ad altre nazioni, per cui dovremo aspettare qualche anno per raccogliere tutti i frutti di questo lavoro”.

Il ritardo si vede anche guardando i numeri. Secondo la Football Money League 2024 di Deloitte il Barcellona è al vertice del calcio femminile in Europa nella stagione 2022/23, registrando 13,4 milioni di euro di ricavi con un aumento del 74% rispetto all’anno precedente. Prima delle italiane è la Juventus, ma al 15° posto e con un fatturato di 1,2 milioni di euro.

Una cesura importante per la crescita del calcio femminile è stata senza dubbio proprio l’entrata della Juventus e di altri club di Serie A. “La Juve ha dato credibilità al movimento e tanti altri club si sono uniti”, prosegue la calciatrice. Una scelta che ha fatto tutta la differenza del mondo anche nella percezione del calcio femminile da parte dei genitori, che “hanno smesso di mettere i bastoni fra le ruote alle bambine: oggi sono i primi a sognare che le proprie figlie possano un giorno giocare all’Allianz Arena o all’Olimpico. Questo vuol dire poter iniziare la scuola calcio a 5 anni e non a 9, come ho fatto io”.

Un momento dell’e-talk di Fortune Italia

 

Anche Silvia Patruno, manager e procuratrice, è stata una pioniera nel mondo del calcio. “Ho iniziato nel ’90, sono stata la prima donna procuratrice sportiva: all’epoca ero una mosca bianca. Oggi ci sono sempre più scuole calcio per le bambine; siamo un po’ in ritardo ma credo che ci sarà un crescendo nei prossimi dieci anni. Sono sempre di più le bambine che si appassionano a questo sport”.

Soltanto con investimenti sempre più consistenti nel settore giovanile, il calcio femminile potrà crescere in modo esponenziale e colmare il gap con altri Paesi che sono più avanti dell’Italia. Ma il discorso vale anche per i colleghi del calcio maschile. “In Italia, a dispetto delle buone intenzioni, si lavora e si investe poco sui settori giovanili – denuncia Patruno – mentre potrebbero essere la linfa vitale delle squadre”.

Manuela Nicolosi è stata la prima italiana a far parte di una terna arbitrale femminile in una finale europea maschile, la Supercoppa tra Liverpool e Chelsea giocata a Istanbul nel 2019. “È stata un’occasione per dimostrare che una donna può fare lo stesso lavoro di un’uomo. La vera rivoluzione però sarà considerare una cosa normale che una donna arbitri una partita di calcio maschile; in Italia ci sono appena 3 donne arbitri professioniste su 180. In Francia solo 3 su 150. Bisogna dare a tutti le stesse opportunità: abbiamo la stessa passione”.

Dopo aver raggiunto come arbitro traguardi prestigiosi, Nicolosi punta sempre più a lasciare il segno anche fuori dal campo, come divulgatrice. “Sto andando a parlare nelle scuole per motivare i ragazzi e le ragazze a credere nei propri sogni. Quando ho iniziato io non c’erano arbitri donne, non avevo un role model. Cerco di ispirare i ragazzi a dare il meglio di sé ogni giorno, perché i sogni si possono realizzare”.

Manuela Nicolosi durante l’e-talk di Fortune Italia

Dopo una carriera brillante in campo, oggi Federico Balzaretti è il direttore sportivo dell’Udinese, una società virtuosa e all’avanguardia sul fronte della sostenibilità. “Siamo il primo club per sostenibilità in Italia e il quarto in Europa: facciamo di questo principio la forza del nostro club”, spiega Balzaretti.

L’Udinese, racconta, è dotata di una grande organizzazione ed è una delle poche squadre di Serie A ad avere uno stadio di proprietà. “È un asset importante, che non funziona solo nel matchday ma che ogni giorno consente di ospitare eventi e aziende”, aggiunge l’ex difensore di Palermo e Roma.

“Sul calcio femminile, stiamo facendo dei passi importanti – conclude Balzaretti –  tempo, continuità e innovazione sono la parte più importante. Se penso a cosa era il calcio femminile quando giocavo io, siamo dieci passi in avanti. È chiaro che siamo partiti in ritardo rispetto ad altre nazioni, ma la strada intrapresa è quella giusta”.

 

 

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