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Antitrust: Sgarbi ha violato la Legge Frattini sul conflitto d’interessi

Vittorio Sgarbi

Il mondo politico italiano è stato scosso dalle dimissioni del Sottosegretario di Stato alla Cultura, Vittorio Sgarbi, in seguito a un provvedimento dell’Antitrust che ha evidenziato presunte violazioni della Legge Frattini sul conflitto di interesse.

Il comunicato dell’Antitrust, anticipato dal Corriere.it ma non ancora reso pubblico, sosterrebbe che Sgarbi ha svolto attività professionali come critico d’arte, connesse con la sua carica di governo, in favore di soggetti pubblici e privati, configurando così una violazione delle norme che regolamentano i conflitti di interesse nel settore pubblico.

Secondo l’Autorità, stando sempre alle anticipazioni del Corriere della Sera on line, l’elemento chiave nelle attività di Sgarbi è la loro “occasionalità”, sottolineando che questa è “del tutto incompatibile con la realizzazione e il mantenimento di una stabile organizzazione di persone e mezzi il cui fine unico è quello di organizzare, gestire e realizzare gli interventi del Prof. Sgarbi dietro corrispettivo”.

In particolare, l’Antitrust avrebbe evidenziato il ruolo di Sgarbi nell’organizzazione delle sue partecipazioni ad eventi, ritenute incompatibili con la carica di governo, attraverso le società Ars e Hestia. Queste ultime sono direttamente coinvolte nelle attività di Sgarbi e sono gestite da persone strettamente legate a lui, come Antonino Ippolito, collaboratore storico e capo segreteria al Ministero, e Sabrina Colle, compagna di Sgarbi.

Il provvedimento sottolinea che il principio di dedizione esclusiva alla cura degli interessi pubblici non può essere eluso da un accumulo di attività che, anche se singolarmente ammesse, nel loro insieme mancano dei requisiti di occasionalità e temporaneità, comportando una significativa sottrazione di tempo e risorse intellettuali al perseguimento degli interessi sottesi alla carica di governo.

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L’Antitrust ha anche affrontato le attività di offerta al pubblico di prodotti editoriali attraverso il sito Internet www.vittoriosgarbi.it, ordinando la chiusura del procedimento in quanto la situazione di incompatibilità è cessata. L’attività di vendita online è stata dichiarata non più in essere, e la sezione del sito è stata rimossa.

Le dimissioni di Vittorio Sgarbi segnano una tappa significativa in questa vicenda, sollevando interrogativi sulla gestione delle attività extracurriculari dei membri del governo e sull’applicazione delle normative etiche e legali nel contesto politico italiano.

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