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Italia un’eccellenza dell’animazione, parla Maria Carolina Terzi (Presidente Cartoon Italia)

Dopo 13 anni di esperienza con Mad Entertainment – la factory creativa con sede a Napoli specializzata nell’animazione che ha fondato insieme a Luciano Stella – la produttrice Maria Carolina Terzi è stata eletta alla fine dello scorso anno presidente di Cartoon Italia, ovvero l’associazione nazionale dei produttori di animazione. “Per me si tratta di continuare il lavoro molto importante di Anne-Sophie Vanhollebeke, che è stata presidente per 9 anni, con l’aiuto di tutto il nuovo direttivo”, ha spiegato Maria Carolina Terzi a Fortune Italia Entertainment.

“L’animazione non è come il mondo del cinema, è un comparto di creativi ma fuori dai tappeti rossi, quindi è un settore assolutamente particolare, fatto di tecnologia e arte”.

L’intervista

L’animazione in Italia può essere competitiva con gli altri Paesi secondo lei?

Assolutamente sì, lo è sempre stata. L’animazione è il comparto industriale più forte nel soft power, in un momento storico come questo in cui ci chiediamo com’è possibile che a tanti ragazzi certi valori non siano arrivati o forse sono stati trasmessi nel modo sbagliato, noi produciamo serie di animazioni che sono dedicate ai bambini attraverso le quali trasmettiamo i valori più importanti, quello che vorremmo fosse il mondo in futuro, quello che vogliamo che i giovani imparino, dal rispetto verso la donna a quello per la natura. Con Mad Entertainment stiamo producendo il nuovo film di Alessandro Rak, “Il piccolo principe di Shangri -La”, un film family d’avventura e fantasia nella speranza di riuscire a conquistare con un autore italiano famiglie e pubblico di qualità. L’animazione può far tintinnare le casse, può salire i vertici del box office, vogliamo conquistare le sale del mondo con prodotti italiani? È arrivata l’ora!

È in lavorazione, prodotto da Mad Entertainment con Lucky Red, GapBusters e Sipur, il film d’animazione “Sono ancora vivo”, prima regia di Roberto Saviano, che sfida è per voi?

È tratto dall’omonima graphic novel che Saviano ha scritto insieme al fumettista israeliano Asaf Hanuka, e che ha sceneggiato con Alessandro Rak, Filippo Bologna e Stefano Piedimonte, è un film importante perché racconta la sua vita, il prezzo che ha dovuto pagare per il suo lavoro. Un’altra cosa molto bella di questo progetto è l’alleanza produttiva con Lucky Red, Andrea Occhipinti è l’unico produttore e distributore che ha capito l’importanza di portare l’animazione in sala, come ha fatto con “Il ragazzo e l’airone” di Miyazaki.

Un grande successo di pubblico con più di 5 milioni di incassi, una delle sorprese del nuovo anno…

Miyazaki è sempre stato il re dell’animazione, va oltre il family, il suo cinema non è dedicato solo ai bambini ma anche agli adulti che vanno al cinema per emozionarsi. I film in sala adesso si differenziano nettamente da quello che si vede sulle piattaforme, il cinema sta dimostrando che si fanno i numeri con la grande qualità, e l’animazione per sua natura appartiene a questa categoria.

Tornando a Mad Entertainment, vedremo in sala dal 29 febbraio il nuovo film diretto da Marco D’Amore, “Caracas”, con Toni Servillo, tratto, come “Nostalgia” di Mario Martone, da un romanzo di Ermanno Rea, che avete prodotto insieme a Picomedia, Vision Distribution, in collaborazione con Sky.

Sono felice di condividere la produzione di questo film con Roberto Sessa di Picomedia e con Sky e Vision, sono alleanze che possono creare degli importanti progetti. Le corde e le capacità di Marco D’Amore sono infinite, è un attore che è nato sul legno dei palcoscenici teatrali, esordendo proprio con Toni Servillo. È uno dei talenti più interessanti che ci sono oggi nel panorama italiano sia a livello attoriale che registico.

Il grande successo di “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi (campione di incassi nel 2023, con oltre 35 milioni di euro realizzati nelle sale italiane), sembra che abbia rinnovato nel pubblico la fiducia verso il cinema italiano…

L’amore per il cinema italiano è un motore fondamentale della mia vita, io penso che noi italiani spesso non riusciamo a essere orgogliosi di quello che produciamo, abbiamo grandissimi autori di cinema, apprezzati in tutto il mondo, ma non riusciamo a trasmettere al pubblico un vero orgoglio per i nostri prodotti. Paola Cortellesi secondo me è una donna molto profonda, molto seria, che conosce il settore, una donna di spettacolo completa. Insieme agli sceneggiatori Giulia Calenda e Furio Andreotti, Paola ha voluto raccontare una storia dedicata alle donne e ha costruito uno script tra i migliori del cinema italiano degli ultimi 30 anni. Hanno saputo raccontare come ai vecchi tempi, come Dino Risi, Mario Monicelli, quelli che oggi reputiamo dei maestri, è una commedia all’italiana, cioè una commedia amarissima, dolorosissima, con un messaggio che è molto contemporaneo raccontato in forma divertente, e per divertimento intendo entertainment. Il problema che può aver avuto un certo cinema è stato quello di veicolare messaggi in maniera pesante, con un linguaggio che solo uno spettatore raffinato e preparato poteva apprezzare. L’amore di Paola Cortellesi per il pubblico è talmente profondo che ha creato un prodotto fruibile da tutti, non c’è in lei spocchia autoriale.

Oltre alla Cortellesi negli ultimi anni abbiamo assistito a interessanti esordi alla regia di attrici come Micaela Ramazzotti, Jasmine Trinca, Margherita Buy, Claudia Gerini, per non parlare di autrici già affermate come Alice Rohrwacher, Valeria Golino, come vede questa svolta al femminile?

La ricerca di quote rosa, la battaglia sulla presenza delle donne alla regia e in tutti i comparti del cinema e dell’audiovisivo ha fatto sì che fosse quasi un dovere fare esordire le donne dietro la macchina da presa o consegnare alle donne parte del settore. Io penso che sia una battaglia vinta ormai, la presenza delle donne alla regia è dovuta a una vera e propria lotta silente che ha fatto comprendere che il talento femminile è uguale a qualsiasi altro genere, il talento non ha genere.

Non pensa che a volte, soprattutto durante la stagione dei premi si tenda a voler “imporre” le quote rosa, le candidature al femminile, non può essere controproducente per una vera e propria emancipazione?

Fa parte della battaglia, bisogna pensare che gli Oscar o i David Donatello sono dei momenti di comunicazione, non sono solo delle premiazioni, e se proprio in questi momenti di grande comunicazione non si inseriscono quelli che sono i valori importanti nella società, quelli per i quali si lotta, come l’emancipazione femminile, quando mai si vincerà una battaglia?

Con Mad Entertainment avete vinto con “L’Arte della Felicità” di Alessandro Rak il Best Animated European Film Award, con “Gatta Cenerentola” di Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, due David di Donatello e il Nastro d’Argento Speciale, e poi i Nastri d’argento per la regia, gli attori e la sceneggiatura per “Nostalgia” di Mario Martone, lei che rapporto ha con i suoi autori?

Un rapporto d’amore folle. Ogni cosa che fa Alessandro Rak per me è miracolosa, è uno dei più grandi talenti italiani presenti in questo momento, se fosse in un altro paese sarebbe una vera star dell’animazione, è una persona veramente incredibile. Mario Martone è un maestro, uno di fronte a Mario ascolta e spera di imparare, non ha mai tradito sé stesso. Un grandissimo artista.

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