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Ita è già solida ma vuole il partner strategico per crescere

Il management di Ita, la compagnia di bandiera italiana, esprime fiducia nei risultati ottenuti nel corso dell’anno precedente, ma sottolinea la necessità di un partner per continuare a crescere e sviluppare sinergie. Mentre l’attesa del giudizio dell’Unione Europea sulle nozze con Lufthansa continua, Ita prosegue nella sua strategia di consolidamento e espansione.

Nonostante l’incertezza legata all’operazione con Lufthansa, Ita non si ferma. Concludendo l’anno con 15 milioni di passeggeri e conti positivi sul lungo raggio, la compagnia sta assumendo nuovi dipendenti in vista della stagione estiva. Le selezioni, avviate a gennaio, hanno registrato un notevole interesse, con 475 posti disponibili per far fronte all’aumento di rotte e destinazioni. La flotta continuerà a crescere fino a raggiungere i 96 aeromobili.

Il management sottolinea i successi ottenuti nel corso dell’anno precedente, tra cui risultati positivi sul lungo raggio, il rinnovo della flotta e il finanziamento del primo aereo di proprietà. Inoltre, sono in corso aperture di nuove rotte per l’estate verso destinazioni come Toronto, Chicago, Medio Oriente, Arabia Saudita e Africa.

Nonostante i progressi fatti in autonomia, Ita riconosce l’importanza di avere un partner solido per supportare ulteriormente il suo sviluppo. Tale necessità è stata espressa chiaramente alla Commissione Europea fin dall’inizio del processo con Lufthansa, evidenziando l’intenzione di avere un partner industriale a lungo termine.

Tuttavia, l’operazione con Lufthansa è sotto la lente dell’Unione Europea, che ha avviato un’indagine approfondita a novembre. Bruxelles ha richiesto rimedi per garantire che l’accordo non comprometta la concorrenza. Secondo alcune indiscrezioni, il via libera dell’antitrust comunitario potrebbe subire ritardi, con la possibilità di un rinvio fino a fine anno o addirittura una rinuncia da parte di Lufthansa di fronte alle condizioni imposte dall’UE.

La decisione finale è attesa per il 6 giugno, con la possibilità di ulteriori proroghe su richiesta delle parti coinvolte. Tuttavia, un rinvio più ampio richiederebbe l’adozione da parte di Bruxelles della procedura conosciuta come ‘stop-the-clock’, mostrando l’importanza e la complessità dell’operazione in corso.

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