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Msc: un mare di successi, intervista a Leonardo Massa

Da Country Manager Italia a vice president Southern Europe della divisione Crociere del Gruppo Msc. Leonardo Massa, 56 anni, laurea alla Federico II in Economia e Commercio e master Mba presso l’Università Bocconi di Milano, lo incontriamo nel quartier generale di Msc a Napoli. I complimenti per la ‘promozione’, l’ennesima, in un gruppo che è leader mondiale nelle spedizioni di container e terza compagnia di crociere più grande del mondo, lui li incassa col sorriso e un’ammissione. “Sono contento, ma questo risultato è frutto del lavoro di squadra del team Italia che in questi anni mi ha supportato e permesso di crescere in un’azienda che premia il merito”, spiega Massa.

L’intervista

Lei è uomo di sport. È stato canottiere medaglia di bronzo ai Mondiali del 1985. Una partecipazione alle Olimpiadi di Seul ’88. E titoli di campione d’Italia. Quanto ha influito il gioco di squadra anche nella sua vita professionale?

Gli insegnamenti dello sport, il valore del gioco di squadra, l’accettare una sconfitta, avere rispetto per gli avversari mi hanno segnato e formato in maniera indelebile. La squadra fa la differenza. Se penso in modo specifico alle nostre navi, al nostro business, le crociere, le ribadisco che il successo si raggiunge grazie a più ingredienti: investimenti e professionalità.

Lei oggi ha la responsabilità di un mercato molto importante per Msc, il Sud Europa.

Il nostro ‘market’ più importante è l’area mediterranea. Siamo il primo gruppo crocieristico in Europa. Ma siamo il primo operatore anche in Sud America, in Sudafrica. E siamo leader nell’area degli Emirati grazie ai nostri ospiti che ci scelgono per rilassarsi.

Lei definisce i crocieristi di Msc “ospiti”, non clienti.

C’è una grande differenza. Per cultura aziendale le persone che salgono a bordo delle nostre navi sono ospiti. Loro ci affidano un momento importante della loro vita, quello della vacanza. È un momento legato al benessere psicofisico. Spesso è il momento in cui le famiglie si riuniscono. Noi facciamo in modo che l’esperienza a bordo e il tempo trascorso con noi diventi un ricordo unico e irripetibile. Le crociere non sono una necessità, è quel superfluo che però diventa indispensabile nel momento in cui migliora la qualità della vita delle persone in termini di benessere psico- fisico, di equilibri interni, familiari, di coppia.

Il Covid è stato un momento difficile anche per un gruppo come Msc.

Siamo stati la prima azienda al mondo nel settore delle crociere e dell’ospitalità a riprendere le operazioni, grazie all’implementazione di un rigoroso protocollo sanitario che è stato poi adottato da tutte le altre compagnie del settore. Abbiamo garantito la sicurezza di oltre 4.000 persone a bordo, testando sistematicamente tutti gli ospiti e garantendo assistenza medica 24 ore su 24. Siamo diventati il luogo più sicuro al mondo dove soggiornare in quel periodo critico.

Ci sono anche questioni geopolitiche che spesso condizionano il vostro business. In questo momento, ad esempio, nel Mar Rosso è complicato far viaggiare merci e passeggeri a causa della guerra tra Hamas e Israele, gli attacchi degli Houthi.

Siamo un’azienda globale e la condizione necessaria per fare business è per noi il mare. Il 70% del pianeta è coperto dal mare, quindi partiamo col piede giusto. Detto questo, essendo globali siamo esposti a crisi geopolitiche, o crisi legate a eventi na- turali. Siamo diventati bravi a gestire queste situazioni. Il vantaggio delle navi nell’industria dell’hospitality è quello di potersi spostare. Riposizioniamo le navi nelle aree del pianeta dove possiamo soddisfare i nostri ospiti. Ed è quello che è capitato in Israele. Avevamo una nave che doveva navigare quest’inverno nel Mar Rosso, che abbiamo riposizionato nel Mediterraneo. Avevamo navi che andavano ad Haifa, in Israele, dove purtroppo in questo momento non è possibile. Le abbiamo riposizionate in altre aree geografiche e lo facciamo perché capita in qualche angolo del mondo qualcosa che ci impone di spostarci.

Lei vede sempre il bicchiere mezzo pieno: è un’impostazione manageriale o un suo modo di essere?

È un’impostazione familiare e culturale. Quando ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare in questo business delle crociere con Msc all’inizio degli anni 2000, a bordo delle nostre navi avevamo 125.000 ospiti ogni anno. Nel 2024 avremo a bordo oltre 4 milioni di ospiti. Senza l’attitudine positiva al fare, sarebbe difficile oggi raccontare questi successi.

Come intercettate nuovi ‘ospiti’ in un mercato dove c’è molta competizione?

Molti anni fa li definivano crocieristi. Poi si è parlato di vacanzieri. Io penso all’industria del tempo libero. Si tratta di una fetta molto più larga in cui la competizione è maggiore. Ma le nostre navi credo possano diventare un riferimento per chi ha tempo libero e capacità di spesa. Questi sono i due elementi essenziali. Pensare al mercato solo come ai crocieristi, cioè coloro che amano la crociera, è riduttivo.

Perché?

Siamo un’industria con capacità di investimenti senza eguali nel mondo dell’ospitalità. Vuole un esempio? Nell’ultimo anno abbiamo varato quattro nuove navi per un investimento di circa 3 mld e mezzo di euro. Concretamente significa oltre 7.600 camere. Lei conosce qualcuno nel mondo che ha costruito 76 nuovi hotel da 1.000 camere nell’ultimo anno? Ecco perché abbiamo necessità di guardare al mercato non con gli occhi di chi pensa ai potenziali crocieristi. Ad inizio del 2000 le persone che avevano scelto per la propria vacanza una crociera erano state poco meno di 10 milioni nel mondo. Nel 2023 hanno superato i 32 milioni. In Italia erano state poco meno di 200.000, nel 2023 hanno sfondato il milione e centomila. Quindi è chiaro che è un’industria che cresce a ritmi molto più alti di quella che è la fisiologica crescita del turismo.

A proposito di turismo e di espe- rienze. Che cos’è Explora Journey?

È il nuovo brand all’interno della divisione Crociere di Msc. Un brand che guarda al mondo del lusso. L’idea ispiratrice è quella di immaginare un resort di lusso su una nave con il vantaggio di svegliarsi ogni giorno con un panorama differente. Con Explora siamo convinti di raggiungere questi ospiti. È un progetto nuovo, non ha paragoni nell’industria delle crociere. Porteremo tutto il know how che è nel Dna del gruppo Msc in fatto di cultura dell’accoglienza. Siamo partiti nel fine luglio 2023 con la prima nave Explora One. Per i prossimi sei anni verrà varata una nuova nave ogni anno. Avremo così una flotta importante, parliamo di poco meno di 3.000 suite che possano coprire a livello globale le esigenze più disparate dei consuma- tori di lusso che crediamo esistano ma che oggi non vedono la crociera come prima scelta di vacanza.

Navi, personale, management, capacità di accoglienza. Qual è la ricetta del successo?

Abbiamo due certezze. La prima è il nostro armatore Gianluigi Aponte, che è un riferimento mondiale non solo nell’industria delle crociere ma dello shipping in assoluto. E quindi reputo che tutti i circa 200.000 dipendenti di questa azienda siano molto fortunati ad averlo come guida. Accanto a questo, la formula vincente è il giusto mix tra investimenti industriali e quello che è il software, cioè le persone. Siamo un’azienda che per volontà dell’armatore e per cultura mette le persone al centro. A volte dico una cosa che sembra scherzosa, ma è invece quello che penso di Msc. Le navi sono grandi, belle, ma sono di ferro e si possono imitare. Quello che è molto più difficile da imitare sono le persone a bordo. Il comandante, gli ufficiali, chi lavora nelle cabine, tutti coloro che fanno vivere agli ospiti un’esperienza unica. È la guida e il personale che fanno la differenza tra Msc e altri player del settore.

Sostenibilità ambientale e investimenti di Msc?

Per volontà diretta dell’armatore è stato stabilito il punto di arrivo: zero emissioni nel 2050. È la rotta da seguire. Da anni gradualmente abbassiamo le emissioni delle navi. Come? Puntando sul miglioramento tecnologico e investendo in nuove tecnologie. Ma poi ci occupiamo di ciclo e riciclo, acque reflue, impatto ed efficientamento energetico delle navi. Sono trent’anni che il 97% di quello che viene prodotto a bordo viene differenziato, compattato, smaltito, bruciato a seconda dei casi. La formula di Msc in termini di sostenibilità viene perseguita con grandi investimenti in nuove tecnologie, navi a Gnl, navi su cui abbiamo montato le fuel cell, continua ricerca di nuovi carburanti in collaborazione con Snam per navi e idrogeno. Stiamo sperimentando tantissimo e le navi stesse sono una vera e propria fucina tecnologica dove vengono implementate tecnologie per l’industria civile.

Gender equality. Quanto è importante il ruolo della donna in questo gruppo globale?

Nei cinque valori dichiarati dal gruppo c’è anche quello della parità di genere. Msc è un gruppo in cui è impensabile la parola discriminazione. Di qualsiasi tipo. Le navi sono secondo me uno dei migliori esempi al mondo di come mettendo in un ambiente chiuso le persone possa venir fuori il meglio di ognuna. Persone diverse, a cominciare dall’equipaggio, di tutte le nazionalità e religioni. Sulla terra sarebbe un disastro. Sulle navi invece le persone collaborano e prevale il senso di squadra. Lavorano fianco a fianco israeliani con palestinesi, musulmani con cristiani ed ebrei, bianchi con neri, nel massimo rispetto di tutte le differenze. È un ambiente non semplice, si è costretti a stare a bordo per sei o otto mesi senza poter pensare che a fine giornata tornerai a casa. Diventa quella la tua casa. Per cui è fondamentale starci bene.

https://youtu.be/Yy28BxZoyrU

Nell’immagine in evidenza, Leonardo Massa, il vice president Southern Europe di Msc Crociere

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