Batterio ‘mangiacarne’, cos’è il microrganismo che allarma il Giappone

batterio mangiacarne
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Avrete letto in questi giorni le notizie sul misterioso batterio mangiacarne che sta allarmando il Giappone. A preoccupare è l’aumento di casi di sindrome da shock tossico streptococcico (Stss), un’infezione batterica (in questo caso provocata dallo streptococco A) che può causare necrosi dei tessuti e, per questo, viene anche definita ‘malattia carnivora’ o del batterio mangiacarne.

Ma di che si tratta e quanto è pericolosa questa infezione? Fortune Italia lo ha chiesto virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano, autore del libro ‘I superbatteri. Una minaccia da combattere’, scritto insieme a Paola Arosio (Raffaello Cortina editore).

I batteri mangiacarne

“Ci sono due tipi di batteri mangiacarne, che provocano queste sindromi da shock tossico – dice il virologo – lo Streptococco A e lo Staphylococcus aureus di gruppo fagico 1. Nel secondo caso le conseguenze sono un po’ meno gravi. Parliamo di due microrganismi che, tra l’altro, sono noti perchè possono sviluppare resistenze agli antibiotici. In Giappone hanno avuto quasi mille casi di sindrome da shock tossico lo scorso anno e quasi 400 nei primi due mesi del 2024″. Con un alto tasso di mortalità, in circa il 30% dei pazienti infettati.

Le tossine prodotte da questi microrganismi provocano una risposta immunitaria estremamente potente, che causa una disfunzione di numerosi organi. Nelle forme più gravi, “questa infezione può provocare una necrosi dei tessuti muscolari, legata a una esotossina che determina lo shock tossico il quale, a sua volta, provoca come in un cortocircuito un’insufficienza multiorgano”, continua Pregliasco.

Ma come si trasmette l’infezione da batterio mangiacarne? “Attraverso il contatto con una ferita infetta, anche indiretto. Basta una gestione dell’igiene personale non perfetta”. L’infezione si associa alle infezioni cutanee, al parto e agli interventi chirurgici.

Rispetto alla sindrome da shock tossico stafilococcica, quella streptococcica ha maggiori probabilità di determinare insufficienza respiratoria acuta (55% dei pazienti) e minori probabilità di causare reazioni cutanee. Ma la mortalità è più elevata (dal 20 al 60%).

Cosa succede in Giappone

Considerato il numero di casi, le autorità sanitarie nipponiche hanno invitato a rivolgersi immediatamente al medico in presenza di sintomi come dolore agli arti e gonfiore o febbre. Sottolineando l’importanza delle misure igieniche fra cui il lavaggio delle mani.

Gli esperti ritengono che l’aumento dei casi sia associato a una variante batterica nota come ceppo M1UK, “rilevata sempre più spesso da metà novembre 2023 nei pazienti colpiti”, come segnala Adnkronos Salute. Nel 2023 il tasso di mortalità da Stss è stato pari al 30% circa, ricorda il governo metropolitano di Tokyo, città che l’anno scorso ha avuto 141 casi, con 42 decessi.

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