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Orsini chiede agli imprenditori di “fare squadra”, c’è l’ok dell’Assemblea di Confindustria

La Confindustria di Emanuele Orsini parte con un invito chiaro e deciso al confronto costruttivo. I “pilastri” su cui si fonda questa nuova era sono “unità, identità, dialogo”. Orsini lancia un messaggio a governo e sindacati: “Sediamoci per confrontarci, con tutti. Noi ci siamo”. L’obiettivo è costruire una visione comune del Paese e di crescita. “Quello che tutti devono avere in mente è una idea di crescita. Fatto questo, vinciamo tutti”, afferma con determinazione il nuovo presidente.

Tuttavia, Orsini non manca di prendere posizioni nette su temi chiave. Ad esempio, critica il referendum promosso dalla Cgil contro il Jobs Act: “In un momento in cui i giovani selezionano le imprese dove lavorare, parlare di no al Jobs Act mi sembra una follia”. Anche sulla proposta della Cisl per la partecipazione dei lavoratori alla vita delle aziende, Orsini esprime disaccordo.

Con il governo, Orsini chiarisce subito la necessità di “certezza del diritto” e dice un deciso “no a misure retroattive”, come nel caso del superbonus. “L’unica cosa che vuole l’imprenditore è conoscere le regole del gioco, altrimenti non posso fidarmi più di te”, dichiara. La base del confronto con il governo sarà su “proposte di Confindustria a costo zero o su proposte da considerare un investimento”. Nonostante i margini di azione ristretti, Orsini crede che si possano costruire “percorsi virtuosi che possano dare una spinta all’economia”.

Con l’elezione a presidente di Confindustria con il 99,5% dei voti validi, Orsini ricompatta l’associazione degli industriali dopo un periodo elettorale turbolento. Subito dopo, presenta in “dieci capitoli” le sue priorità per il quadriennio 2024-2028: dall’Europa all’energia, dagli investimenti al capitale umano, dal Sud alle infrastrutture, dalla certezza del diritto a trasporti, logistica e industria del turismo.

Tra le proposte a costo zero, Orsini lancia l’idea di un “piano casa ad un costo sostenibile”, per i giovani e per chi deve spostarsi per lavoro. In Europa, sottolinea la necessità di “idee chiare per una politica industriale che non sia anti-industriale” e critica i comportamenti ideologici. Per quanto riguarda l’energia, evidenzia l’importanza dell’indipendenza energetica, suggerendo un mix che includa anche il nucleare di nuova generazione.

Sul fronte delle infrastrutture, Orsini vede il Ponte sullo Stretto positivamente, ma sottolinea l’importanza di raggiungere prima lo Stretto. Gli investimenti richiesti riguardano un piano ‘industria 5.0’, con misure che abbiano una visione almeno a cinque anni. Per il Sud, Orsini chiede riflessioni profonde, enfatizzando la necessità di non dividere il Paese e di rivedere l’autonomia differenziata.

Dopo la sua elezione, Orsini si dichiara molto contento del voto che ha dimostrato la capacità del sistema di ricompattarsi, definendola “fondamentale”. Anche Edoardo Garrone, suo principale competitor, riconosce il clima di rinnovata unità di intenti di Confindustria e sottolinea le sfide che Orsini e la sua squadra dovranno affrontare.

Infine, Orsini si impegna a sostenere le istanze di tutti gli associati, anche dei più piccoli, dichiarando che “la difficoltà sarà riuscire a rappresentare anche l’ultimo associato della territoriale più piccola: significa far grande Confindustria”.

L’assemblea dei delegati, riunita nell’Auditorium della Tecnica di Viale dell’Astronomia, ha votato Emanuele Orsini quale 32mo Presidente di Confindustria per il quadriennio 2024-2028, registrando, si legge in una nota, “una partecipazione record pari al 98% degli aventi diritto al voto e un consenso dei votanti pari al 99,5%”.

Contestualmente, l’assise industriale ha votato la squadra di presidenza che affiacherà Orsini nel suo mandato, integrando tra i delegati anche Pietro Labriola, amministratore delagato di Tim.

Il team conta dieci vice presidenti elettivi – Lucia Aleotti (Centro Studi), Angelo Camilli (Credito, Finanza e Fisco), Barbara Cimmino (Export e Attrazione degli investimenti), Francesco De Santis (Ricerca e Sviluppo), Maurizio Marchesini (Lavoro e Relazioni Industriali), Vincenzo Marinese (Organizzazione e Rapporti con i Territori e le Categorie), Natale Mazzuca (Politiche Strategiche per lo Sviluppo del Mezzogiorno), Marco Nocivelli (Politiche Industriali e Made in Italy), Stefan Pan (Unione europea e Rapporto con le Confindustrie europee), Lara Ponti (Transizione Ambientale e obiettivi ESG) – e tre vice presidenti di diritto, Giovanni Baroni (Presidente Piccola Industria), Riccardo Di Stefano (Presidente Giovani Imprenditori) e Annalisa Sassi (Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali).

Ai cinque delegati del presidente, già nominati in occasione della presentazione della nuova squadra di vertice – Leopoldo Destro (Trasporti, Logistica e Industria del Turismo), Riccardo Di Stefano (Education e Open Innovation), Giorgio Marsiaj (Space Economy), Aurelio Regina (Energia), Mario Zanetti (Economia del Mare) – si è aggiunto appunto Labriola che seguirà la Transizione Digitale. Completano la squadra di vertice i tre Special Advisor: Antonio Gozzi (Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività), Gianfelice Rocca (Life Sciences) e Alberto Tripi (Intelligenza Artificiale). Maurizio Tarquini assume da oggi l’incarico di Direttore Generale mentre Raffaele Langella, a cui il Presidente Orsini ha rivolto un sentito ringraziamento per il suo lavoro, rimarrà Consigliere Diplomatico.

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