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UP Arena: Verso un’Europa Sovrana e Unita

Up Arena è una piattaforma che i giovani potranno usare per esprimere le proprie opinioni, confrontarsi e contribuire al progresso della società. Abbiamo deciso di confrontarci su un tema quanto mai attuale con l’avvicinarsi delle elezioni europee: quale idea d’Europa per il prossimo futuro?

 

Un’Unione dei popoli o degli Stati? Con l’avvicinarsi delle elezioni, diverse sono le visioni sul futuro della Ue. Una più stretta unione politica e sovranazionale per consolidare gli Stati Uniti d’Europa? O una confederazione di Stati sovrani che collaborino piuttosto solo su alcune materie?

 

Negli ultimi anni, il crescente spostamento dell’impegno americano nell’Indo-Pacifico e l’invasione dell’Ucraina hanno posto noi europei di fronte a una scelta decisiva: come realizzare quell’unità continentale che sembra l’unica possibilità per avere un ruolo internazionale nel futuro?

Ad oggi, l’Europa ha diretto i suoi sforzi per l’unificazione principalmente in senso economico.

Tuttavia, se il processo di integrazione economica ha avuto da un lato dei risvolti positivi, dall’altro ha prodotto, col passare del tempo, una burocratizzazione talvolta grottesca e delle pesanti limitazioni al libero mercato che hanno remato contro la costruzione di una potenza economica europea.

Ma l’integrazione economica, per quanto necessaria, non potrà mai da sola realizzare il progetto di un blocco europeo autonomo e sovrano, poiché autonomia e sovranità di un blocco di Stati sono date soprattutto dalla forza che questo riesce a proiettare a livello internazionale.

Il massimo orizzonte del processo di integrazione dev’essere quindi la realizzazione di una politica estera comune, la quale, almeno in questo primo momento di grave crisi continentale e di necessità di risposte immediate, dev’essere definita in sussidiarietà tra le istituzioni europee e i singoli governi.

Una politica estera comune è impensabile senza una forza di difesa comune, in quanto il fulcro di ogni capacità di azione internazionale è la potenza militare. Bisogna capire come realizzarla.

Il modello migliore resta quello offerto dalla Nato, applicato su scala europea: un’alleanza tra Stati sovrani dotata di apparati militari in comune, al servizio di una linea politica decisa collegialmente. In più, una parte del lavoro di integrazione tra le varie forze armate europee è già stato svolto proprio dall’alleanza atlantica: bisognerebbe solo proseguire su quel percorso, stanziando adeguate risorse alla difesa continentale, per la quale gli americani non sono più disposti a spendere come prima.

In ogni caso, la questione fondamentale nel processo di unificazione europea resta quella di trovare un’identità comune a tutti gli europei, e quindi una narrazione, un “mito”, nel quale tutti possano riconoscersi. La Storia ci insegna che tutte le entità sovranazionali si sono dotate di una “missione” quasi sacra, capace di compattare ogni cittadino al di là della nazionalità. Questo deve fare l’Europa, se vuole essere qualcosa di più di un semplice aggregato di Stati che rischia di sciogliersi alla minima convenienza.

È necessario ripensare al modello di Europa che è stato portato avanti finora. Se l’integrazione economica va rimodulata e ricondotta a una situazione quanto più possibile libera da burocrazie e imposizioni, è sull’unione militare e diplomatica che si gioca il destino del nostro continente.

*Aurelio D’Angelo, 21 anni, vive a Roma. Appassionato di politica da sempre, ha conseguito la maturità classica al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” e  studia Medicina High Tech all’Università Sapienza di Roma.

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