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Il lato oscuro di Bitcoin: un’analisi del suo utilizzo per fini illeciti

Bitcoin è stato concepito come un sistema di pagamento elettronico “Peer-to-Peer”, ovvero un sistema che permette trasferimenti di unavaluta nativa senza la necessità di intermediari, come banche o altri enti finanziari. Date le sue caratteristiche economiche e tecniche, Bitcoin ha stimolato ampie discussioni, diventando un argomento centrale in numerosi dibattiti sia nel settore finanziario che tecnologico. Un tema particolarmente dibattuto riguarda l’impiego predominante di Bitcoin come valuta per attività illecite.Effettivamente, se analizziamo gli attacchi hacker degli ultimi anni, notiamo che molto spesso i riscatti sono stati richiesti proprio in Bitcoin. Allo stesso tempo è noto il fatto che molte persone hannoprobabilmente sperimentato, almeno una volta nella vita, tentativi di frode informatica in cui Bitcoin era presentato come strumento di truffa. In aggiunta, l’adozione di Bitcoin nel quotidiano appare ancoralimitata. Invito i lettori a riflettere: quante volte avete utilizzato Bitcoin per pagamenti nella vostra vita quotidiana, o notato un negozio che lo accetti come metodo di pagamento? Per molti, la risposta sarà probabilmente “mai”. 

Queste osservazioni sollevano una domanda inevitabile: Bitcoin è realmente utilizzato quasi esclusivamente per scopi illeciti?

Partiamo da qualche numero. Circolano poco meno di 20 milioni di Bitcoin, di cui si stima che circa 8 milioni siano stati persi nel tempo. Attualmente, il valore di un Bitcoin è di circa 61,000 dollari, il che porta la capitalizzazione di mercato a più di un trilione di dollari, con un totale di circa 200 milioni di utenti (Crypto.com). Nel 2023, si stima che Bitcoin sia stato utilizzato per transazioni con fini illeciti del valore di 22,2 miliardi di dollari verso vari servizi (Chainalysis). A confronto, tra i mercati illeciti più redditizi al mondo, la contraffazione di beni, che include prodotti falsificati come abbigliamento ed elettronica, emerge come il più lucrativo, generando annualmente circa un trilione di dollari. Segue il traffico di droga, con un fatturato stimato tra i 400 e i 650 miliardi di dollari all’anno (Global Financial Integrity). È evidente quindi che, per quanto significativo, il ruolo di Bitcoin nello scenario globale di questi mercati possa essere solo parziale e che una consistente fetta di questi mercati utilizzi altre valute, come ad esempio il dollaro o l’euro. Inoltre, in alcuni contesti è accertato che l’utilizzo del dollaro superi di gran lunga quello di Bitcoin. Da ultimo, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della Droga e la prevenzione del Crimine (United Nations Office on Drugs and Crime), il riciclaggio di denaro attraverso il sistema finanziario tradizionale può raggiungere i 2 trilioni di dollari annualmente, una cifra circa doppia rispetto alla capitalizzazione di mercato totale di Bitcoin.

Queste osservazioni evidenziano come le attività illecite siano portate avanti utilizzando tanto Bitcoin quanto valute tradizionali. A coloro che sostengono che le valute tradizionali come l’euro, a differenza diBitcoin, siano impiegate quotidianamente per qualunque attività economica, si può ribattere citando un dato significativo: solo lo 0,5% del volume totale delle transazioni in Bitcoin è strettamente legato a attività illecite (Ciphertrace). Questo numero indica che, malgrado le preoccupazioni comuni, la maggior parte delle transazioni in Bitcoin sono per scopi legittimi, un fatto che spesso viene oscurato dall’eccessiva enfasi posta sulle attività illecite. Quanto alle modalità con cui Bitcoin viene utilizzato per fini leciti, queste variano notevolmente: alcuni lo usano per trading, altri come riserva di valore, altri ancora per donazioni o acquisti.

La particolare enfasi sulle attivià illecite di Bitcoin può derivare da alcune sue peculiarità tecniche rispetto alle valute tradizionali. Comunemente, Bitcoin viene percepito come una valuta completamente anonima, il che potrebbe renderla attraente per usi illeciti; tuttavia, la realtà è più complessa e articolata. Bitcoin, infatti, non offre anonimato completo ma opera sotto un sistema di pseudonimato. Ogni transazione effettuata con Bitcoin è registrata pubblicamente sulla blockchain, un registro pubblico e accessibile a chiunque. Questo significa che tutte le transazioni sono visibili a chiunque utilizzi un Bitcoin explorer, strumento che permette di visualizzare dettagliatamente le transazioni sulla rete Bitcoin. È tuttavia importante riconoscere che, nonostante la trasparenza intrinseca della blockchain, Bitcoin può essere utilizzato in modo più riservato. Questo avviene attraverso l’impiego di strumenti che ne aumentano l’anonimato, come i servizi di mixing o laundry. Questi servizi mescolano Bitcoin di provenienza diversa per rendere più difficile tracciare l’origine dei fondi. Analogamente, tecniche simili sono utilizzate anche nel sistema finanziario tradizionale per “pulire” denaro proveniente da attività illecite.

Concludendo, per rispondere alla domanda iniziale, possiamo affermare che l’utilizzo di Bitcoin, come molte altre tecnologie o strumenti, varia a seconda dell’intento dell’utente. Proprio come Internet può essere impiegato sia per attività quotidiane innocue sia per operazioni illecite sul darkweb, così Bitcoin può essere utilizzato sia per transazioni legittime sia per scopi illegali. La capacità di un coltello di servire sia per cucinare sia, purtroppo, per commettere atti violenti, illustra bene questa dualità intrinseca anche in Bitcoin.L’utilizzo di qualsiasi tecnologia o prodotto dipende principalmente dalla volontà individuale e, di conseguenza, è complesso da controllare e prevedere in maniera definitiva. È possibile implementare regolamenti e misure di sicurezza che tentino di limitarne gli usi illeciti senza soffocarne le potenzialità positive, ma la realtà dimostra che spesso queste non bastano a eliminare completamente gli abusi. Mentre si possono creare condizioni che mitighino comportamenti illeciti e incentivino un utilizzo responsabile e legale di tecnologie come Bitcoin, la determinazione finale sull’uso lecito o illecito di tali strumenti risiede nell’intento dell’individuo. La sfida per la società rimane quella di trovare un equilibrio tra la libertà di utilizzo e la prevenzione degli abusi, un compito non facile ma necessario per sfruttare al meglio le potenzialità di questa tecnologia.

Leonardo Maria de Rossi*

*Lecturer, SDA Bocconi School of Management

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