È stata la sede milanese di 24ORE Business School la cornice all’interno della quale si è svolto mercoledì 16 aprile il primo appuntamento del ciclo Business Impact Talks, promosso da Digit’Ed e rivolto a un numero ristretto di senior manager e decision-maker di importanti realtà come Suez International Italia, A2A, Cimbali Group, Siae Microelettronica, Alba Leasing, Trenord, Korn Ferri, Italtel, Siref ecc. Tema della giornata è stato “Come competere nel nuovo scenario globale“.
Stati Uniti, Mediterraneo e Cina: tre sfide per l’Italia e l’Europa
A introdurre i lavori è stato Daniele Ruvinetti, Senior Advisor Fondazione Med-or, che ha condotto un’analisi puntuale su i nuovi equilibri geopolitici che si stanno delineando. Analisi che è partita da tre domande principali: 1. Qual è la strategia di Trump sui dazi e quale dovrebbe essere la risposta dell’Europa?; 2. Quale dovrebbe essere il ruolo e la strategia dell’Italia nello scacchiere Mediterraneo?; 3. Dopo l’uscita dalla Via della Seta, alla luce della sicurezza marittima e commerciale e dell’attivismo geopolitico cinese, qual è la strategia della Cina e quale la strategia italiana nelle sue relazioni con l’Impero del Centro?
Per quanto riguarda il primo punto, l’analisi di Ruvinetti ha mostrato quali sono le logiche che muovono la politica commerciale di Donald Trump, gli obiettivi politici interni e quali sono le ricadute sistemiche in atto e quelle possibili nel futuro. Una riflessione al seguito della quale è emersa la necessità, per l’Europa, di elaborare una risposta coesa e lungimirante, capace di tutelare i propri interessi industriali e rafforzare l’autonomia strategica del continente dallo storico alleato d’Oltreoceano.
Riguardo al secondo punto, ci si è focalizzato sul rinnovato ruolo di centralità che il Mediterraneo (quello che gli antichi romani chiamavano “mare nostrum“) si trova a ricoprire nei nuovi equilibri globali. Ruvinetti ha rimarcato come in questo scenario l’Italia debba tornare a essere attore di riferimento, anche nel nome di quell’approccio “neoatlantista“, portato avanti da personalità come Enrico Mattei o Giorgio La Pira, che ha reso il nostro paese un attore geopolitico di primo piano nell’Europa meridionale. Per tornare a questi fasti, occorre una visione geopolitica strutturata, capace di valorizzare le proprie leve diplomatiche, energetiche e culturali all’interno di un contesto mediterraneo sempre più competitivo.
Infine, per quanto concerne la Cina, si è parlato della recente uscita dell’Italia dalla Via della Seta e delle crescenti preoccupazioni per la sicurezza marittima e commerciale, fino al crescente attivismo di Pechino livello globale. Ruvinetti ha stimolato una riflessione sulla necessità per l’Italia di delineare una strategia chiara e autonoma nelle sue relazioni col Celeste Impero, tra apertura economica e tutela degli interessi nazionali.
Un confronto che ha reso ancor più evidente come le aziende operino in uno scenario geopolitico attraversato da una complessità crescente che necessitano di comprendere con sempre maggiore urgenza.
Incertezza economica e rischio
La giornata è stata arricchita anche dall’intervento dell’economista Diletta Topazio, che si è soffermata su un tema di grande attualità come quello dell’incertezza economica, non più un’eccezione ma una condizione permanente.
L’economista ha condiviso i risultati di uno studio sperimentale condotto su oltre 300 persone, volto a indagare come gli individui e le organizzazioni prendano decisioni in condizioni di rischio, rischio composto e ambiguità. Ne è emerso che l’ambiguità, ossia la totale assenza di informazioni, genera comportamenti economici più ottimisti rispetto al rischio parziale. Quando mancano dati certi, tendiamo a sperare in meglio.
È emerso anche un forte legame tra propensione al rischio e preferenza per il presente: coloro che sono più avversi al rischio, solitamente, privilegiano ricompense immediate, con importanti ricadute strategiche, soprattutto riguardo a investimenti di lungo termine. In particolare, sarebbero le donne i soggetti più inclini a tollerare l’ambiguità e i soggetti impulsivi meno avversi all’incertezza.
L’intervento di Diletta Topazio ha mostrato come l’economia comportamentale offra un punto di vista inedito e estremamente utile per chi deve prendere decisione in contesti di incertezza. Sapere che l’ottimismo emerge in un contesto di incertezza e che il “subito” viene sovrastimato rispetto al “dopo”, aiuta a sviluppare strategie di investimento realistiche e più resilienti.