PGIM_970x250_HEADER
gilead 2025 t

Rotte alternative tra gli aeroporti europei meno noti

aeroporti
PGIM_970x250_ARTICOLO
Velasco25 Articolo
gilead articool

Un tour tra gli aeroporti meno noti d’Europa in cerca di spunti, suggestioni e nuove destinazioni.
Di scalo in scalo, oltre i cliché e dentro lo stupore.

Quando le compagnie aeree low cost hanno bucato il cielo e l’oligopolio di quelle grandi con offerte no-frills & co, in seguito ad una serie di misure di deregulation del Parlamento Europeo (culminate nel 1992 con le disposizioni che ‘sostituivano‘ i vettori nazionali con operatori comunitari) – abbiamo iniziato a prendere dimestichezza con aeroporti fino ad allora sconosciuti o quasi.

Alcuni si proponevano come secondi scali di città da cui distano però decine di chilometri, altri si sono pian piano affermati come destinazioni a sé.

Girona (GRO) è un buon esempio di entrambe le cose – da alternativa a Barcellona El Prat a località cui dedicare più del tempo necessario al transito verso la capitale catalana – mentre Frankfurt-Hahn (HHN) è a oltre un’ora e mezza dalla metropoli di cui porta un po’ impropriamente il nome.

Altri ancora hanno abbandonato denominazioni potenzialmente fuorvianti e tentato (a volte con successo) di presentarsi come hub di mercati diversi.

Un caso emblematico tra i tanti: il norvegese Oslo Torp, ora meglio noto come Torp Sandefjord (TRF). Arm doors and cross check dunque, per un tour tra aeroporti minori (sic), col gusto della scoperta, dell’aneddoto e delle curiosità.

E per immaginare alcuni di questi come altrettante mete inedite di un prossimo viaggio. Iniziamo da Varsavia, l’aerostazione-bis da segnare è Modlin (WMI). A pochi minuti dal terminal, dove Vistola e Narew mischiano le acque, s’impone un’icona di storia polacca: la twierdza (fortezza). Capolavoro di architettura militare che si dice Napoleone disegnò di persona, nel corso del secondo conflitto mondiale è stata teatro di una battaglia decisiva tra polacchi e tedeschi: echi bellici da stemperare oggi nel verde del parco nazionale Kampinos.

Per Parigi #3 val bene l’alternativa Beauvais (BVA) a Charles de Gaulle e Orly? Oui, per un giro nella cittadina piccarda con due soste notevoli: all’antico lebbrosario della Maladrerie Saint-Lazare (uno dei meglio conservati d’Europa) e alla cattedrale “incompiuta” di Saint Pierre che quest’anno celebra gli otto secoli dalla fondazione.

Oltremanica ora, magari sulle rotaie dell’Eurotunnel – aperto poco più di tre decenni fa (era l’autunno del 1994) – fino a Londra. Coi suoi sei scali è uno dei sistemi aeroportuali più grandi al mondo, noi scegliamo Southend (SEN) e Luton (LUT). Il primo rappresenta uno stargate per l’ovattata (ma non addormentata) oleografia dell’Essex. Il secondo vale un soggiorno non fugace in città per ciò che resta dell’antica e nobile manifattura locale di cappelli – souvenir, testimonianze e rimandi lungo il Luton Hat Trail – e per Carnival di fine maggio, tema di questa edizione: Back to the Future. E nei dintorni? Il quattrocentesco Someries Castle (tra le prime dimore in mattoni costruite in Inghilterra) e la Shaw’s Corner, casa di campagna del drammaturgo irlandese George Bernard Shaw: Nobel per la letteratura esattamente cento anni fa, il suo busto l’ha realizzato Auguste Rodin e campeggia nel countryside inglese a presidiarne talento e memorie.

Chi vola su Barra (BRR) potrebbe fare l’esperienza di un decollo o di un atterraggio very scottish su una pista la cui usabilità dipende dai cicli delle maree che salgono e scendono sui litorali delle Ebridi. Courchevel (CVF) è invece uno degli aeroporti internazionali ad altitudine maggiore, la sua pista – piuttosto corta, solo per piloti esperti – si stende infatti appena oltre quota 2.000 metri.

Spostiamoci sul crinale tra Europa e Asia, destinazione Istanbul. Lo storico scalo Atatürk non conosce più i fasti del passato, il traffico aereo della metropoli turca è oggi servito dai due aeroporti internazionali SabihaGökçen (SAW) e Istanbul International (IST). Distano un centinaio di chilometri l’uno dall’altro, uno iato da colmare – se si ha tempo, magari programmando un doppio scalo ad hoc tra le due sponde del Bosforo – nell’area di Kemerburgaz Kent Ormanı e Göktürk, punti di partenza per una giornata in una grande area boschiva, con visita al cinquecentesco acquedotto di Mağlova.

Chiudiamo l’airport-hopping a Cipro, al di qua e al di là della Green Line: un’isola, due vessilli, tre aeroporti: Nicosia (NIC), Larnaca (LCA) e Paphos (PFO), capitale europea della cultura nel 2017.

Intermezzo-calembour in modalità aereo, prima di tornare (si fa per dire) a terra, coi codici Iata: se Alghero (AHO) rimanda al vernacolo romano, WOW e LOL ci portano negli Stati Uniti di Willow e Lovelock, rispettivamente in Alaska e in Nevada.

L’esotico per antonomasia che li racchiude tutti, chiudendo l’orbita, è però nella Polinesia Francese: aérogare Funafuti, sigla FUN.

Ci siamo quasi, prepare for landing. Col punto di partenza in vista per il gran finale – di nuovo Varsavia ma sulle melodie fluide del Preludio op. 28 nr. 15 di Fryderyk Chopin a cui lo scalo principale è intitolato – e una suggestione in tema: gli ipnotici loop di “Music for airports“, la suite di Brian Eno che ha dato il la al genere ambient alla fine degli anni ’70. Pare che l’artista inglese (all’epoca trentenne) l’abbia concepita dopo uno stop over troppo lungo la Köln-Bonn (CGN). Sbarchiamo dunque lì ché quello scalo è dedicato a Konrad Adenauer, uno dei padri della Comunità europea. Per immaginare poi altri decolli, senza confini. E nuove riscoperte, senza rimpianti.

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Fortune Italia del maggio 2025 (numero 4, anno 8)

gilead 2025
PGIM_300x600_ARTICOLO side
PS25 Box

Leggi anche

Ultima ora

Iscriviti alla nostra Newsletter

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.