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Terzo settore, crescono le risorse per il capitale umano

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Il Terzo settore conta di investire nuove risorse finanziarie per potenziare il proprio capitale umano. Un altro segnale che il mondo del welfare non può che continuare a crescere. Per gli investimenti previsti, la principale fonte di copertura è costituita dall’autofinanziamento (50,4%) – cui fanno ricorso in particolare le cooperative sociali di inserimento lavorativo (55,2%) – seguito dalle risorse erogate dagli istituti bancari (27,6%), canale cui fanno principalmente ricorso i consorzi (42,0%).

La capacità di reazione alla situazione contingente si lega infatti al consolidamento dei rapporti con gli istituti di credito: più di 8 realtà su 10 si dichiara soddisfatto in tal senso, apprezzando soprattutto l’esistenza di personale dedicato e formato (27,0%) e di un’offerta specifica dedicata (40,4%; +5,2% rispetto all’anno precedente). L’83% delle imprese che hanno fatto richiesta di finanziamento alle banche nell’ultimo triennio (32,8%) ha ottenuto l’intero importo richiesto. La principale modalità di impiego dei finanziamenti ottenuti è data dagli investimenti a medio-lungo termine (47,2%), in continuità con l’anno scorso.

Sono alcune delle indicazioni raccolte nella decima edizione dell’Osservatorio “Finanza e Terzo settore” curato da Intesa Sanpaolo e Aiccon (Associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non profit).

“La decima edizione del rapporto si arricchisce di ulteriori informazioni e focus con l’intento di fotografare e stimolare lo sviluppo e la diffusione di istituzioni che coniugano una natura sempre più ibrida con un fine d’interesse generale” sostiene Paolo Venturi, direttore Aiccon. “Il mondo della cooperazione sociale è consapevole che è occorre “investire per ripartire”. Il capitale umano diventa la prima delle risorse da mobilitare e riqualificare e le strategie di sostenibilità attivate sono sempre più plurali e aperte ad investitori e strumenti ad impatto. Dentro questa transizione le banche vengono percepite come attori indispensabili e il loro valore cresce nella misura in cui cresce la capacità di conversare in maniera autentica con un mondo che chiede contemporaneamente un’offerta sempre più personalizzata e una forte empatia per progettualità comunitarie ed inclusive”.

Secondo i dati raccolti dall’indagine, il 54,4% dei soggetti intervistati (cooperative sociali e imprese sociali srl) prevede nuovi investimenti per il 2021, indirizzati per il 34,3% a potenziare le proprie risorse professionali. Le previsioni sugli investimenti per l’anno in corso sono state confermate anche se in forte diminuzione rispetto al 2019 ante pandemia nel 2019 (-31,3%).

Marco Morganti, responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo, sostiene che “il 2020 è stato un anno complesso per le organizzazioni del Terzo settore le quali hanno dovuto ripensare le proprie attività in considerazione dei nuovi vincoli imposti dalla situazione contingente. In poco tempo sono stati amplificati enormemente i bisogni socio-sanitari o, come nel caso della cultura, sono state azzerate le attività. In entrambi i casi, si è reso evidente il carattere necessario, anzi indispensabile, del Terzo settore, così come l’esigenza di una maggiore solidità strutturale, organizzativa e finanziaria delle organizzazioni che ne fanno parte”.

Nel rapporto si evidenzia un’esigenza in termini di supporto formativo (nell’ambito dell’offerta di non financial services da parte degli istituti di credito) espressa dall’imprenditoria sociale (oltre 2 su 5), insieme ad altri aspetti legati, ad esempio, alle novità connesse alla Riforma del Terzo settore (con particolare riferimento a tematiche connesse al credito/ai finanziamenti) o alle modalità di realizzazione di campagne di crowdfunding.

Anche la X edizione dell’Osservatorio, come in passato, si è posta l’obiettivo di analizzare i fabbisogni finanziari dell’ultimo triennio (2018-2020): nonostante la situazione di emergenza 7 organizzazioni su 10 (-21% sulla rilevazione precedente) dichiarano di aver effettuato investimenti in tale periodo di osservazione. In particolare, sono state soprattutto le cooperative sociali di tipo A (76,8%) ad investire nel periodo di riferimento. Nel 51,5% dei casi i soggetti intervistati hanno confermato l’autofinanziamento (modalità indicata soprattutto dalle cooperative di inserimento lavorativo – 54,9%) quale principale fonte di copertura, seguito dall’affidamento agli istituti bancari (28,4%), cui hanno fatto ricorso quasi la metà dei consorzi.

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