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Caro Natale, è costato 20 miliardi ma i consumi sono in calo

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Capodanno da sold-out per  ristoratori e albergatori. Il primo bilancio del Natale appena trascorso, invece, è stato condizionato dal caro bollette. Gli italiani – tra regali, cenone e viaggi – hanno sborsato più degli anni scorsi pur acquistando di meno. A fornirci una fotografia precisa sono i dati del Codacons, che parla di una spesa complessiva quest’anno che sfiora i 20 miliardi di euro.

La spesa maggiore per viaggiare

La fetta maggiore è andata per i regali, circa 6,7 miliardi di euro, mentre 2,7 miliardi di euro sono stati spesi per imbandire le tavole della vigilia e del pranzo del 25 dicembre. Questo per chi ha deciso di restare a casa e di festeggiare con parenti e amici. Gli oltre 12 milioni di italiani che invece hanno deciso di mettersi in viaggio hanno generato un giro d’affari pari a 10,1 miliardi di euro, con una spesa complessiva di circa 350 milioni di euro per il pranzo di Natale nei ristoranti italiani.

Rispetto agli anni pre-pandemia, però, tutti i comparti hanno subito una riduzione generalizzata dei consumi. Questo principalmente per colpa di un’inflazione che, a causa della guerra in Ucraina e della crisi energetica, è schizzata in Italia quasi al 12%, ai massimi livelli dalla meta degli anni Ottanta.

Il riciclo dei regali

Col carrello della spesa sempre più alle stelle. E se gli italiani si confermano un popolo di “riciclatori seriali” dei doni trovati sotto l’albero, aumenta la fetta della popolazione che lo fa anche per soldi, per guadagnare qualcosa, mettendo gli oggetti e i prodotti ricevuti in vendita sulle varie piattaforme online. Secondo i dati di Confcooperative, quasi un italiano su due (un esercito di circa 26 milioni di persone) è pronto a riciclare i regali di Natale, e non solo quelli brutti e poco graditi .

Una “contro-spesa”, come viene definita, che ammonta a 3,2 miliardi di euro, 400 milioni più dello scorso anno. Il riciclo ha quindi forme e modalità diverse. Sono cinque italiani su dieci – spiega Confcooperative – quelli che ‘gireranno’ ad altri doni ricevuti durante la notte di Natale, o che li conserveranno per utilizzarli al momento opportuno durante l’anno (53% donne e 47% uomini). Sono circa tre su dieci invece coloro che decidono di guadagnare dai regali ricevuti attraverso la vendita sul web (60% uomini, 40% donne).

Due su dieci, infine, con lo scontrino in mano cambieranno i doni nei negozi di acquisto per trasformarli in buoni da spendere o per acquistare altri oggetti a loro volta da regalare (55% donne 45% uomini). In pole position tra i regali riciclati i generi alimentari per il 45% (vini, spumanti, salumi, formaggi, prosecchi, grappe, amari, panettoni, pandori, cioccolato, torroni, miele, marmellata, dolci regionali e altri prodotti enogastronomici).

I cenoni di Natale e Capodanno

Seguono al 29% sciarpe, guanti, cappelli, calzini e prodotti personali come cosmetici e creme. Per il 15% libri, articoli di cancelleria e pelletteria, 11% giocattoli. E a proposito di riciclare, da un’indagine di Coldiretti/Ixè emerge come in quasi otto case su dieci (il 77%) si riciclano a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Natale, che vengono riutilizzati in cucina sia per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi sia per motivi economici, etici e ambientali.

Solo sulla tavola del 9% delle famiglie italiane non avanza niente, mentre il 2% dona in beneficenza e l’1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone della spazzatura. Ma c’è anche un 11% che ha messo le pietanze non consumate nel freezer per riutilizzarle prossimamente.

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