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South working e distretti digitali: ecco la Puglia che innova

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Velasco25 Articolo

‘Puglia, lo spettacolo è ovunque’, è il claim di promozione turistica della Regione, ma il concetto si può mutuare anche nel campo dell’innovazione. Sono infatti quasi 90mila le imprese femminili, circa 40mila quelle giovanili, 21mila le imprese avviate da stranieri, e poco meno di mille le startup, il 4,75% del totale nazionale, secondo il report pubblicato sul sito del Mimit – ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La Puglia è l’ottava regione in Italia per presenza di startup innovative, con la città metropolitana di Bari che si piazza al quinto posto nella classifica delle città più innovative d’Italia, dopo Milano che è in testa, seguita da Roma, Napoli e Torino. Un fermento che trova spazio in diversi settori, come emerge dall’intervista che l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, ha concesso a Fortune Italia a margine del Forum Innovazione, di cui la Regione Puglia e Smart Puglia sono stati partner.

Dall’esperienza pionieristica di ‘Bollenti Spiriti’ dei primi anni 2000 all’odierno progetto ‘Smart Puglia’: quanti passi in avanti sono stati fatti nel corso degli anni?
I passi in avanti sono stati tanti e la crescita della Regione è evidente: è diventata attrattiva dal punto di vista economico e finanziario con un importante cambio di prospettiva che ha portato aziende del mondo digitale e manifatturiero a investire in Puglia, non più solo alla ricerca di braccia e manodopera, come avveniva un tempo, ma anche perché qui hanno trovato innovazione e cervelli. Siamo quindi passati da un tema di incentivazione meramente economica – com’era per il bando Bollenti Spiriti – ad uno di visione e prospettiva che fa sì che i ragazzi tornino in Puglia, perché può essere la terra delle opportunità e non solo delle opportunità perse. Si sta investendo molto in settori tecnologici strategici, come quello del digitale e dello spazio, e questo ha creato le condizioni per la nascita di nuovi distretti che hanno portato insediamenti industriali e produttivi di altissimo profilo. A partire dal post pandemia, poi, tanti giovani hanno cominciato a rivalutare le prospettive e i vantaggi del ‘vivere al Sud’, grazie al fenomeno diffuso del south working sono tornati ad immaginare che la terra natia possa essere il luogo in cui lavorare e vivere.

In cosa consiste la visione di innovazione che nel 2023 parte dalla Puglia?
Stiamo costruendo una strategia che punta alla valorizzazione delle nostre caratteristiche principali. Quindi stiamo facendo delle riflessioni sulla blue economy in termini di convergenza anche rispetto ad attività dipartimentali, realizzate in maniera differente, perché attorno al mare si possono creare delle condizioni di aumento dell’occupabilità, in un’ottica di nuova industrializzazione. Penso alla conversione industriale della nautica che sta avvenendo a Taranto, e poi c’è la logistica, che è una delle opportunità su cui stiamo creando le condizioni per rafforzare i quattro porti pugliesi, in un’ottica di reshoring industriale. In fine green economy, altro tema cardine utile ad incentivare la sostenibilità del nostro territorio. L’idea è quella di riconvertire, da un punto di vista energetico, le imprese più energivore – come ad esempio la stessa Ilva – costruendo una strategia basata sull’idrogeno come vettore energetico su cui sviluppare una riconversione industriale, ma anche sviluppando una nuova strategia energetica da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre i costi energetici in un territorio che mira ad essere l’hub energetico italiano.

Il Forum Innovazione di Fortune Italia ha visto la partecipazione di Smart Puglia e Regione Puglia, qual è il valore aggiunto di questa partecipazione?
Noi stiamo lavorando a una strategia di internazionalizzazione che racconti la nostra visione strategica che si connota per l’indirizzo industriale nuovo, moderno, che possa attrarre nuovi investimenti, è la parte più importante su cui coinvolgere nuove imprese, e questa nuova programmazione europea ci aiuterà perché renderà obbligatorio il coinvolgimento delle Pmi del territorio e consentirà di rafforzarne il tessuto imprenditoriale. Quindi il Forum Innovazione è stata per noi l’occasione imperdibile per raccontare la visione di un territorio in crescita, in un contesto di rilievo e con interlocutori nazionali.

Smart Puglia 2030 è la strategia della regione per tracciare un percorso di innovazione, quali sono gli aspetti salienti?
Abbiamo voluto fortemente che il tema dell’incentivazione dei nuovi fondi europei fosse legato a una politica industriale, che nel caso della Puglia ha dei pivot di assoluto livello, in primis  il settore aerospaziale – su cui stiamo generando un indotto importante – che oggi impiega più di 7500 addetti,  abbiamo l’unico spazio-porto italiano a Grottaglie che punta a diventare un hub spaziale strategico, e stiamo lavorando con Enac per rafforzare l’aeroporto di Grottaglie, che è già un polo industriale di riferimento.
Rispetto al digitale, questo può svilupparsi non solo nell’utilizzo dei dati spaziali, ma anche nello sviluppo delle conoscenze: la più grande richiesta oggi è quella del patrimonio di conoscenza e formazione, anche nella declinazione del re-skilling – ovvero fornire le competenze del digitale anche a fasce d’età ‘over -anta’ –  una visione che si fa concreta, e che sta portando molte imprese a insediarsi in Puglia, immaginando che quell’hub strategico del digitale possa essere un’opportunità di crescita concreta.

Il Sud volano di sviluppo e crescita del Paese: illusione o realtà possibile?
Abbiamo dimostrato che la Puglia sa stare al passo e che il Sud può essere competitivo. Non è vero che da noi non si valorizzano i fondi comunitari: la Puglia è la prima regione europea per spesa dei fondi comunitari, abbiamo l’obiettivo di uscire dal novero delle ‘regioni obiettivo convergenza’ perché significa che siamo cresciuti, e siamo autonomi nel percorso di crescita.
La nostra è una regione grande, ha situazioni differenti da nord a sud e creare un’economia forte e diffusa che vada oltre il turismo – che pure è stato uno straordinario volano di conoscenza internazionale del nostro territorio – per noi è fondamentale, e quindi puntiamo a promuovere un  Made in Puglia che sia una visione più completa e reale, declinata sulle potenzialità dei vari territori.

 

 

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