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Coronavirus, la Finlandia mette gli influencer tra i lavori essenziali

finlandia influencer

Dottori, infermieri, produttori alimentari, trasportatori, commessi. E influencer. Il governo della Finlandia ha classificato gli i professionisti dei social media tra le professioni strategiche e necessarie durante l’epidemia di coronavirus. Proprio loro, quelli che di lavoro si fanno le foto e i video e li pubblicano sui loro profili social (si sintetizza).

Il governo di Helsinki è stato l’unico al mondo a definire i social media influencer operatori cruciali nella crisi: “Siamo consapevoli che la comunicazione governativa e istituzionale non può raggiungere tutti. Un tempo questo era possibile attraverso media tradizionali come la televisione, ma oggi, specialmente i più giovani, si informano attraverso i social media” ha detto Aapo Riihimäki, communication specialist che lavora nell’ufficio del primo ministro finlandese Sanna Marin. Così si chiamano a raccolta tutti coloro che hanno una vasta rete di contatti sui social, e che con le loro decine di migliaia di follower godono di un canale privilegiato per comunicare con i cittadini.

Il governo finlandese ha stretto una partnership con la National emergency supply agency, che sarebbe la nostra protezione civile, e con una agenzia di consulenza nel settore dei social media, la Ping Helsinki, che è in collegamento con 1.500 influencer dalla rete più o meno vasta: “Se riusciamo a coinvolgere uno studente di scuola superiore che ha anche 1.000 follower siamo già soddisfatti” ha detto Inna-Pirjetta Lahti, Ceo di Ping Helsinki. Ma ci sono anche youtuber professionisti che superano i 100 mila iscritti. Il punto, infatti, è diffondere le corrette informazioni, far percepire a tutti quanto la situazione sociale sia seria e contenere il più possibile il contagio. Ping Helsinki non fa altro che prendere le comunicazioni governative, traslarle in un format adatto ai social media, e inviarle ai suoi influencer, che sono liberi di usare come vogliono messaggi e immagini.

Che un influencer riesca a raggiungere molte più persone rispetto ai media tradizionali è stato dimostrato anche nel nostro Paese, quando Chiara Ferragni e Fedez, che messi insieme hanno quasi 30 milioni di follower solo su Instagram, hanno lanciato una raccolta fondi per permettere all’ospedale San Raffaele di Milano di costruire un nuovo reparto di terapia intensiva: la risposta è stata grande e immediata, in pochi giorni si sono raccolti 4 milioni di euro e l’unità di crisi è stata realizzata a tempi record. In Finlandia non esiste una “Chiara Ferragni” così famosa, ma d’altronde anche la platea da raggiungere è più ristretta rispetto all’Italia: la popolazione finlandese è di circa 5,5 milioni di persone. Quindi anche la concezione di “influencer” è più ridotta: basta che qualcuno arrivi a 5 mila o 10 mila follower per essere considerato tale.

Mobilitare in fretta gli influencer è stato possibile perché questi facevano già parte dei piani di emergenza del governo da circa due anni. I professionisti dei social media, infatti, sono stati inseriti nel pool delle professioni considerate “essenziali” circa un anno e mezzo fa, dopo che la sezione dedicata all’informazione della National emergency supply agency aveva capito che i media tradizionali col tempo non sarebbero più stati capaci di raggiungere tutti in caso di crisi nazionale. Dato non secondario: gli influencer partecipano in modo volontario e non vengono pagati e chiunque ritenga di avere una rete sufficientemente ampia può partecipare al progetto.

Sebbene i livelli di fiducia nei media in Finlandia siano molto alti ed il paese sia al secondo posto nella classifica mondiale della maggiore libertà di stampa (al primo posto c’è la vicina Norvegia), secondo gli specialisti della Protezione civile, ci sono comunque persone che danno più retta ai social che ai media tradizionali. Non escludono di far scendere in campo social persino il capo del governo: d’altronde Sanna Marin, con i suoi 35 anni, è la più giovane primo ministro al mondo e non sarebbe poi così distante dalle ultime generazioni.

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