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ETÀ

31

PROFESSIONE

Winemaker

AZIENDA

Giodo

Figlia di Carlo Ferrini, tra i più famosi e influenti winemaker italiani, Bianca è a capo del progetto di famiglia: la cantina Giodo di Montalcino, in primis, e Alberelli di Giodo, sull’Etna. Carattere gentile e riservato, non sembra dover alzare la voce per rivendicare il ruolo che le spetta e una preparazione che sta facendo veleggiare l’impresa. Ancora giovanissima, un passato da pallanuotista, si è laureata in Economia aziendale e ha conseguito la specialistica in Economia agraria, prima di affrontare il master in Marketing delle aziende vitivinicole all’Università di Firenze. Da lì, le prime esperienze ‘sul campo’. Si trasferisce a New York, dove collabora con un rilevante importatore di vino, e successivamente passa un anno in Genagricola, holding con diversi interessi e proprietà in agricoltura di Generali Assicurazioni, come assistente al responsabile export. Dal 2020 è ufficialmente a capo di Giodo, che nello stesso anno inaugura la nuova cantina e completa il progetto, avviato a inizio anni Duemila con l’impianto dei primi ettari di vigna. “Anche se le mie competenze sono principalmente legate alla gestione aziendale, al marketing e al commerciale – sorride Bianca – come succede nelle piccole realtà mi occupo un po’ di tutto. Devo dire che non mi dispiace, anzi ho imparato ad apprezzare i lavori di cantina e di vigna, come la potatura o la vendemmia. Del resto, siamo un team molto giovane e questo aiuta molto, dall’organizzazione al clima che si respira in azienda; il più grande, che fa il responsabile della vigna, ha 37 anni”. Certo, il rapporto con un padre così famoso può essere ingombrante. “Beh, la situazione ha tanti risvolti – sorride ancora, più di prima – ma sono certamente di più quelli positivi. Non che non ci siano discussioni e scontri, ma è straordinario avere a che fare con un professionista così competente e appassionato. Nessuno mi ha obbligato a occuparmi di vino né dell’azienda di famiglia; è stata una mia libera scelta e sono molto contenta di averla fatta”. Che cosa pensa di aver portato nel progetto e qual è lo stile dei vini che vuole perseguire? “Sicuramente organizzazione e sensibilità, mentre per lo stile devo ripetere le parole di mio padre che dice di avere tre obiettivi: eleganza, eleganza ed eleganza”.
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