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Intesa Sanpaolo, nel primo semestre il miglior utile dal 2008

Utile record per Intesa Sp nei primi sei mesi del 2018: 2,17 miliardi di utile netto, in crescita rispetto agli 1,73 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso, al netto dei 3,5 miliardi di contributo pubblico per le ex banche Venete. Nel secondo trimestre la banca ha invece registrato un utile di 927 milioni, a fronte degli 837 del 2017. Risultati, secondo l’istituto, “pienamente in linea con il piano d’impresa 2018-2021”.

Intesa Sanpaolo ha già raggiunto nel 2018 il 68% dell’utile netto di tutto il 2017, pari a 3,8 miliardi. Un risultato che si ottiene sommando i risultati del semestre alla plusvalenza di 400 milioni derivante dalla partnership con Intrum, da contabilizzare entro l’anno. I dati sugli utili sono i “migliori risultati registrati dal 2008″, ha commentato l’Amministratore delegato Carlo Messina. Nonostante questo momentaneamente non ci sono stati riscontri positivi a Piazza affari, dove, il titolo di Intesa Sanpaolo è in perdita. Le azioni della banca vengono scambiate a 2,55 euro, in calo del 2,9%. Prima del comunicato sui conti, il titolo aveva toccato i 2,63 euro. Contemporaneamente, il Ftse mib cede l’1%, mentre il Ftse Italia banche è in calo dell’1,7%. I numeri di Piazza affari non hanno preoccupato Messina: “I nostri risultati sono di qualità”.

“La nostra Banca si conferma come una delle più solide e profittevoli in Europa e allo stesso tempo è capace di dare vita al più grande progetto di inclusione economica e di lotta alla povertà nel Paese. Se includiamo la plusvalenza relativa all’accordo con Intrum, siamo nelle condizioni di poter affermare che l’utile netto del 2018 supererà quello del 2017″, ha detto Messina. Intesa Sanpaolo conferma infatti le previsioni per il 2018 e attende un aumento del risultato netto rispetto al 2017, escludendo dal risultato dell’anno scorso il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi di euro a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. All’andamento atteso del risultato netto è previsto concorrano un aumento dei ricavi, un continuo cost management e un calo del costo del rischio. La politica di dividendi per l’esercizio 2018 prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari all’85% del risultato netto. Come detto da Messina, la banca nel primo semestre dell’anno ha concesso supporto all’economia reale con 30,5 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine, con circa 25,5 miliardi in Italia, di cui circa 22 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese. Circa 8000 aziende italiane riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato e circa 81000 dal 2014, preservando rispettivamente circa 40000 e 400000 posti di lavoro.

Il risultato corrente lordo è in aumento del 21,8% rispetto al primo semestre 2017 ed il risultato della gestione operativa in crescita del 17%. I proventi operativi netti sono in aumento del 6,1% rispetto al primo semestre 2017. Questo a fronte di un flusso netto di attività finanziarie della clientela verso un’allocazione contraddistinta dal contenimento dell’esposizione alla marcata volatilità dei mercati finanziari, con una raccolta netta di risparmio gestito pari a 6,3 miliardi di euro. L’aumento della raccolta diretta è pari a 7,2 miliardi, e in questo ambito la raccolta a vista delle famiglie è cresciuta di oltre 10 miliardi. Il cost/income è pari al 49% e risulta tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee. I costi operativi sono in diminuzione del 3,4% rispetto al primo semestre 2017. I coefficienti patrimoniali risultano superiori ai requisiti normativi. Tenendo conto di 1852 milioni di euro di dividendi maturati nel semestre, il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime è risultato pari al 13,6%, livello, per Intesa, “elevato tra le maggiori banche europee”. Il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma secondo i criteri transitori in vigore per il 2018 è al 13,4%, rispetto a un requisito Srep da rispettare nel 2018 – comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer (10) – pari rispettivamente al 9,33% e all’ 8,135%.

“Siamo già avviati verso un dividendo molto soddisfacente”, ha detto Messina. “Con un pay out ratio previsto nel 2018 all’85% confermiamo come priorità la capacità di remunerare in maniera significativa i nostri azionisti, come dimostrato dai 10 miliardi di dividendi distribuiti nel corso del precedente Piano d’Impresa”. Messina ha poi parlato della “ripresa in atto in Italia”, che “ha visto l’aumento degli squilibri sociali e la diffusione di ampie aree di povertà”. Intesa ha un “grande progetto per l’inclusione economica e per la lotta alla povertà. Nel 2018 l’ammontare complessivo dei prestiti che Intesa Sanpaolo farà a soggetti non profit sarà pari a 350 milioni di euro. Il fondo d’impatto che partirà a settembre ci consentirà di erogare 1,2 miliardi di finanziamenti a soggetti con scarso accesso al credito come studenti, ricercatori universitari, donne imprenditrici e start up. A sostegno dei più bisognosi abbiamo avviato rilevanti progetti e partnership, che ci consentono già ora di distribuire: 8.200 pasti al giorno, 3.000 posti letto al mese e 3.000 medicinali al mese. Siamo inoltre i promotori di significative iniziative culturali diffuse sul territorio nazionale”.

Intesa Sanpaolo ha comunicato anche di aver ridotto i crediti deteriorati di circa 2 miliardi di euro e di circa 15 miliardi dal settembre 2015, al lordo delle rettifiche di valore, escludendo la cessione dei crediti in sofferenza firmata con Intrum, rispettivamente di circa 13 miliardi e circa 26 miliardi includendola. Lo stock di crediti deteriorati – che a fine semestre non include più i crediti in sofferenza oggetto di cessione a Intrum, contabilizzati nella voce attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione – scende a giugno 2018 del 24,2% al lordo delle rettifiche di valore rispetto a dicembre 2017, realizzando nel primo semestre 2018 già il 50% dell’obiettivo di riduzione previsto nel Piano di Impresa per il 2018-2021. Lo stock diminuisce del 18,4% al netto delle rettifiche, rispetto al dato del 31 dicembre 2017 ricalcolato per tenere conto della prima applicazione del principio contabile Ifrs 9 in vigore da gennaio 2018. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a giugno 2018 è pari al 9,3% al lordo delle rettifiche di valore e al 4,6% al netto. Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 53,4% a fine giugno 2018, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 67,1%. Robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari a circa lo 0,6% a fine giugno 2018.

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