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Atlantia, utile 9 mesi -15%, 350 mln a ponte Morandi

autostrade atlantia castellucci

Il crollo del ponte Morandi di Genova si riflette sui conti di Autostrade: la controllante, Atlantia, ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con un utile del periodo di pertinenza del Gruppo pari a 733 milioni di euro, in riduzione del 15% per l’effetto dell’appostamento di circa 350 milioni di euro quale stima preliminare degli oneri direttamente collegati al crollo del Viadotto Polcevera. La cifra stimata, sostiene Atlantia, è relativa ai costi di “demolizione e ripristino del viadotto”, indennizzi e contributi a persone ed aziende direttamente colpite dal crollo, e risarcimenti agli eredi delle vittime e ai feriti.

Come si legge nella nota diffusa al termine del cda che ha approvato la relazione al 30 settembre, i risultati dell’esercizio 2018 di Atlantia, “in attesa degli esiti degli accertamenti in corso circa il crollo di una sezione del Viadotto Polcevera di Genova, sono impattati dai previsti costi di ripristino dello stesso e dai costi in relazione alle conseguenti iniziative intraprese da Autostrade per l’Italia per Genova (la cui stima preliminare al 30 settembre 2018 è pari a 350 milioni di euro)”. Si ritiene doveroso, prosegue Atlantia, “evidenziare potenziali rischi derivanti dalla contestazione di presunto grave inadempimento agli obblighi convenzionali pervenuta ad Autostrade per l’Italia dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a seguito del crollo e dall’eventuale attivazione dei procedimenti” di decadimento della convenzione. “L’iniziativa di Autostrade per l’Italia relativa all’esenzione del pedaggio sull’area genovese”, in seguito al crollo del Ponte Morandi “ha originato un minor introito netto stimabile in circa 2 milioni di euro”, ha specificato Atlantia.

“Nel convincimento che Autostrade per l’Italia abbia adempiuto ai propri obblighi concessori e nelle more degli esiti dell’accertamento delle cause del crollo di una sezione del Viadotto Polcevera, Atlantia ha predisposto la situazione contabile consolidata al 30 settembre 2018 includendo le stime preliminari di Autostrade per l’Italia degli oneri direttamente collegati al crollo, impregiudicato ogni accertamento sulle responsabilità”, spiega la nota, precisando che le stime sono “relative ai costi di demolizione e ripristino del viadotto, con connessi oneri per espropri e indennizzi e contributi a persone ed aziende/attività produttive direttamente colpite dal crollo, nonché ai risarcimenti agli eredi delle vittime e ai feriti”. La stima di 350 milioni circa non tiene conto “per motivi prudenziali dei rimborsi assicurativi”, precisa Atlantia, spiegando che queste stime “sono state riflesse nella situazione contabile consolidata al 30 settembre mediante accantonamenti a fondi del passivo patrimoniale per circa 345 milioni, a cui si aggiungono circa 5 milioni di euro di oneri già sostenuti e contabilizzati tra i costi operativi”.

Inoltre il Cda ha rinviato la distribuzione dell’utile per l’esercizio in corso in una unica soluzione al mese di maggio 2019, previa approvazione dell’assemblea: “in considerazione del contesto generale attuale, nonché alla decisione assunta dal cda di Autostrade per l’Italia di non distribuire alcun acconto sui dividendi”, il Cda “ha valutato di non procedere alla distribuzione dell’acconto sulle cedole per il 2018 abitualmente messo in pagamento a novembre”.

Diffusi anche i numeri della rete autostradale gestita da Atlantia: il traffico è aumentato dello 0,3% rispetto ai primi nove mesi del 2017. In particolare per la sola Autostrade per l’Italia l’aumento è stato dello 0,4%. Il traffico sulla rete autostradale estera del Gruppo segna invece un aumento del 2,3%, con Cile al +4,3%, Brasile in linea e Polonia al +5,3%. Per quanto riguarda le infrastrutture aeroportuali, nei primi 9 mesi il sistema aeroportuale romano (Adr) ha accolto oltre 37 milioni di passeggeri, con un aumento del 3,6%. Mentre per l’aeroporto di Nizza il traffico segna un +4,2%.

Nei primi 9 mesi il Margine operativo lordo (Ebitda) di Atlantia è pari a 2,913 miliardi (in aumento del 3%, +4% su base omogenea). L’Ebit è pari a 1,654 mld (-13%). I ricavi operativi sono pari a 4,625 miliardi (+2%): in particolare, i ricavi da pedaggio crescono dell’1% a 3,229 miliardi; i ricavi per servizi aeronautici segnano un +5% a 637 milioni di euro. Il Cash flow Operativo è pari a 2,103 miliardi, in aumento dell’8% (+7% su base omogenea). L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2018 ammonta a 9,907 miliardi, in aumento di 411 milioni rispetto al saldo 31 dicembre 2017, per effetto – precisa la nota – essenzialmente dell’acquisto del 15,49% del capitale di Getlink per un importo di 1.056 milioni di euro.

Nella nota diffusa dalla holding c’è anche spazio per la recente acquisizione di Abertis: “la gestione operativa del Gruppo Atlantia in Italia e all’estero evidenzia nei primi nove mesi del 2018 un andamento positivo che consente di prevedere una crescita del margine operativo lordo che beneficerà anche del consolidamento integrale del gruppo Abertis negli ultimi 2 mesi dell’esercizio”. L’indebitamento finanziario netto consolidato a fine 2018 “risentirà degli effetti del perfezionamento, avvenuto lo scorso 29 ottobre, sia dell’acquisizione e del consolidamento del gruppo Abertis, che dell’investimento in Hochtief”.

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