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Ponte Morandi, perdita da 980 mln all’anno per il Nord Ovest

Il Nord Ovest perderà quasi 1 miliardo all’anno fino alla ricostruzione del ponte Morandi: gli effetti economici del crollo del viadotto Polcevera non si faranno quindi sentire solo sul capoluogo ligure, secondo il rapporto presentato da Confindustria, Unige e Camera di Commercio.

Oltre alla perdita da 980 milioni di euro annui per il Nord Ovest, è stato stimato che l’attività portuale e logistica di Genova e Savona dopo il crollo di ponte Morandi potrebbe avere un calo del fatturato annuo a -9,4% a fronte di un aumento dei costi del personale dell’8,4% e di altri costi del 4,8%: una perdita di valore aggiunto annuo che oscilla fra l’1% (85,7 mln) e -4% (205,7 mln).

Per la ricostruzione del Ponte Morandi si fa avanti Pietro Salini, Ad della Salini Impregilo che con Fincantieri e Italferr ha presentato un progetto per ricostruire il ponte. “Siamo pronti a fare il nuovo ponte di Genova il più in fretta possibile per spirito di servizio. E’ un’offerta per la città, ora aspettiamo di sapere quale sarà la decisione“. L’ad ha confermato che sono necessari 12 mesi e un costo di circa 200 milioni. “Sono ottimista” per Genova ha detto: “ci sono molte proposte, se anche vincesse un concorrente sono felice lo stesso per la città”.

Dell’economia del capoluogo ligure e del Nord Ovest ha parlato anche il cardinale, arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, che si è concentrato però sulla tematica del terzo valico, “un’opera importante, significativa e nazionale che andrà avanti perché il contrario sarebbe un suicidio per il Paese”. Durante la messa per Santa Barbara celebrata nel tunnel dell’opera al cantiere di Fegino, Bagnasco ha detto che “non è un’opera per Genova, ma per l’Italia. Tutto il Paese dovrebbe guardare a questo bene condiviso, non particolare, qui, senza retorica passa il benessere dell’Italia. Genova è lo sbocco o se volete l’ingresso dell’Europa”.

Risponde a Bagnasco direttamente il il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi stamani a Genova a margine della messa per Santa Barbara celebrata dall’arcivescovo: “Il Terzo Valico è un’opera fondamentale per l’intero sistema-Paese, la più importante delle grandi opere e non c’è più alcun dubbio che l’opera sarà portata avanti ma bisognerà anche trovare soluzioni per recuperare i ritardi, un progetto del 1992 in un Paese normale sarebbe finito da 10 anni”

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