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Manovra, Moscovici: riduzione Italia non basta

La riduzione del deficit italiano “non è ancora sufficiente”. Lo ha dichiarato il Commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, commentando la proposta italiana di portare il deficit dal 2,4 al 2,04%. Per Moscovici “è un passo nella giusta direzione, ma tuttavia non ci siamo ancora, ci sono altri passi da fare, forse da entrambe le parti”, ha affermato Moscovici in un’audizione al Senato francese.

Moscovici, nel suo intervento presso la commissione affari economici francese, ha ribadito che la Francia di Emmmanuel Macron può sforare il tetto del 3% per finanziare le misure volte a sedare la crisi dei gilet gialli, ma ha auspicato che questa violazione dei patti assunti con Bruxelles per il 2019 sia “piu’ limitata possibile” e “temporanea”.

Commentando le misure da 10 miliardi di euro annunciate dal presidente Emmanuel Macron per stemperare la protesta delle casacche gialle (e che, secondo le stime, dovrebbero portare il deficit francese per il 2019 ad almeno il 3,4% del Pil), Moscovici è tornato a mostrarsi comprensivo, a condizione che Parigi rispetti alcune condizioni fondamentali. “Penso che sia auspicabile, in verità, fare in modo che questo sforamento sia il più limitato possibile”, ha detto dinanzi ai senatori riuniti a Parigi, aggiungendo: “credo di aver capito che il governo francese sia al lavoro” per studiare il miglior modo di ridurre l’impatto finanziario di queste misure attraverso un “contenimento della spesa” e “forse” nuovi “sforzi” contributivi. “Non conosco i dettagli”, ha precisato il commissario francese, prima di ribadire che la Francia può sforare la soglia fatidica del 3% nel rapporto deficit Pil, nonostante l’impegno assunto in precedenza con Bruxelles di portarlo al 2,8% nel 2019. Lo sforamento “non è vietato a condizione che sia limitato, temporaneo ed eccezionale. E deve essere controllato al massimo”. Dopo circa 10 anni di violazione del patto di bilancio da parte dei diversi governi che si sono succeduti a Parigi, la Francia è ufficialmente uscita dalla procedura di infrazione Ue appena 6 mesi fa, lo scorso giugno, con grande soddisfazione del presidente Emmanuel Macron. Che ora però, stretto nella morsa dei gilet gialli, si trova costretto a rivedere i suoi impegni.

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