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Manovra, Boccia (Confindustria): è da cinque meno meno

Si salva per un pelo dalla bocciatura secca, ma non raggiunge comunque la sufficienza. Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, la manovra economica giallo verde è da “cinque meno meno”. Lo dice nel contesto scherzoso della trasmissione di RadioUno ‘un giorno da pecora’ e spiega: “cinque meno meno vuol dire che ce la puoi fare nel secondo trimestre“.

È stato di fatto lui, con le critiche di Confindustria, il leader dell’opposizione? “Qualcuno doveva dire qualcosa“, risponde, ma chiarisce (oltre al fatto che esclude per lui un futuro in politica) la linea tenuta ferma dall’associazione degli industriali: “siamo autonomi e indipendenti, equidistanti dai partiti ma non dalla politica”. Confindustria ha “rivendicato il suo ruolo di corpo sociale nel criticare alcuni provvedimenti della manovra”.

Boccia ha quindi ribadito le perplessità sul ‘metodo’ per il reddito di cittadinanza: per creare lavoro serve “un grande piano di inclusione dei giovani in tutte le regioni”, “non è che fai una legge, che risolvi tutto solo con un titolo”, bene intervenire sulla povertà ma “serve un punto di collegamento con il lavoro” e non si può costruire permettendo di rifiutare più offerte o opportunità lontano da casa.

Sulla Torino-Lione, e in generale sui cantieri per le infrastrutture fermi “auspichiamo che prevalga in buon senso”, e che “l’analisi costo-benefici” tenga conto del forte impatto in termini di creazione di lavoro. “Il punto”, passando dal fare politica ad assumere una responsabilità di Governo, dice ancora il leader degli industriali, è distinguere tra “tutelare gli interessi nazionali o solo quelli di chi ti ha votato“: al Governo, avverte, “devi avere la responsabilità ed il buon senso di fare scelte nell’interesse nazionale”.

La manovra si può migliorare:” la crescita sarà meno di quello che dice” il Governo ma, per esempio, “se si aprissero i cantieri bloccati si aprirebbe una stagione di incremento dell’occupazione”. La simpatia ‘personale’ espressa per i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Boccia distingue la “questione personale” che può esserci pur restando nettamente separata dal ruolo di presidente Confindustria e dalla posizione, che su molti punti resta critica, nel merito delle scelte dei ministri e del Governo: c’è “una dimensione di correttezza e rispetto delle persone” ed una “di criticità nel merito”, sottolinea.

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