Tesla CEO @elonmusk with Shanghai Mayor Ying Yong at Tesla Shanghai Gigafactory ground breaking ceremony. $TSLA #Tesla #China #TeslaChina #GF3 pic.twitter.com/sIecnGsU71
— Vincent (@vincent13031925) 7 gennaio 2019
Shanghai Giga will produce affordable versions of 3/Y for greater China. All Model S/X & higher cost versions of Model 3/Y will still be built in US for WW market, incl China.
— Elon Musk (@elonmusk) 7 gennaio 2019
Lo stabilimento cinese è il risultato di anni di negoziati con le autorità locali e segna un trionfo personale per Musk che ha dovuto affrontare un 2018 complicato dalla decisione della Sec americana di punirlo dopo il famigerato tweet di Musk sul delisting delle azioni aziendali, con multe milionarie e ula riforma della governance societaria. Un impianto in Cina può essere cruciale per Tesla, che sta lottando per evitare un potenziale calo della domanda negli Stati Uniti, il suo più grande mercato, dopo la riduzione dei crediti d’imposta federali per i veicoli elettrici decisa dal governo americano. La società ha tagliato di 2000 dollari il prezzo di tutti i suoi modelli per compensare parzialmente la perdita del sussidio.
Inoltre un impianto in Cina significa vendere aggirando i dazi, anche se le due parti hanno indetto una tregua nella loro lotta commerciale e sono impegnate in trattative per raffreddare le tensioni, con la Cina che ha temporaneamente revocato una tariffa di ritorsione del 25% sulle auto prodotte negli Stati Uniti a partire dal 1 gennaio. Ma se si prende in considerazione il culmine delle tensioni, ovvero quando la Cina ha imposto il dazio per le auto prodotte in America, le vendite di Tesla nel paese asiatico – che è il suo secondo mercato – sono scese a 211 a ottobre, da 3552 a giugno, secondo i dati Bloomberg Intelligence. A novembre, hanno segnato 393 unità.
Il discorso ‘guerra commerciale’ si mischia con quello, più generale, legato alla situazione economica cinese. Le perdite di capitale in Cina lo scorso anno hanno spazzato via più di 2 trilioni di ricchezza, indebolendo l’appetito del consumatore per i beni di lusso. E Apple ha provocato perdite azionarie globali quando ha detto che il rallentamento della domanda cinese l’ha spinto a tagliare le sue previsioni sulle entrate per la prima volta in quasi due decenni. Le vendite di autovetture sono diminuite per sei mesi consecutivi fino a novembre, e l’indice Pmi della Cina è sceso sotto i 50 a dicembre, la lettura più bassa da maggio 2017, segnalando un indebolimento della domanda nell’economia da 12,2 miliardi di dollari.