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L’ex centrale Enel di Porto Tolle diventerà una struttura turistica

porto tolle enel

Un investimento da 60 milioni di euro per trasformare il ‘cadavere eccellente’ di un ex centrale elettrica – fondata nel 1980, andata in pensione nel 2000 – in una struttura turistica di 110 ettari. Enel ha presentato, nella sede della Giunta regionale del Veneto, il progetto di riconversione dell’ex centrale di Porto Tolle. ‘Dall’energia al turismo: la nuova vita dell’ex centrale di Porto Tolle’ è stato il titolo scelto da Enel per un progetto che fondato sull’investimento del gruppo Human (che acquisterà per 3,5 milioni il sito una volta completate le demolizioni, che saranno sostenute da Enel).

In tutto sono 36 i mesi previsti dal cronoprogramma per le demolizioni e le nuove costruzioni, una volta completate le eventuali bonifiche (che costeranno una trentina di milioni). Il nuovo villaggio avrà tra le 2.000 e le 2.200 piazzole e occuperà a regime, tra fine 2022 e inizio 2023, circa 400 persone. “Stiamo parlando – ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia – di un cadavere eccellente, che ha avuto una storia molto travagliata. Noi abbiamo sempre difeso fino in fondo la riconversione. E ringraziamo l’intraprendenza di Enel per aver permesso questo nuovo rinascimento per il Polesine all’insegna di sport, turismo e food, con un progetto innovativo che penso, spero e sono convinto sarà un modello replicabile”.

Di ‘cadaveri eccellenti’ ha parlato anche l’Ad di Enel Francesco Starace: “abbiamo trovato 23 siti industriali, per complessivi 13.000 megawatt, da chiudere che non avevano un futuro produttivo e abbiamo coinvolto il territorio per raccogliere idee e progetti sul futuro dei siti”. Dopo Montalto di Castro, “questo è il sito più grande e sicuramente il più problematico, dopo aver perso il treno della riconversione a carbone, che però ormai appartiene al passato”, ha detto Starace.

Porto Tolle, ha sottolineato l’Ad, “finché ha avuto ragione di esistere, dall’apertura del 1980 e fino al 2000, ha avuto ricadute positive sul territorio. Questo progetto, che non era l’unico, ha messo d’accordo tutti. Ed è interessante sapere che alla fine, l’indotto che vi lavorerà sarà maggiore di quello che lavorava nella centrale”. Enel affronterà gli oneri di bonifica, con la smobilitazione che è già in parte iniziata. “Adesso – ha aggiunto Starace – bisogna capire come bonificare il terreno: lo faremo insieme ad Arpa. Certamente, rimarrà la ciminiera, edificio-simbolo, anche perché il più alto d’Italia non in acciaio, che sarà utilizzato per fini turistici. Siamo insomma di fronte ad un grande esercizio di economia circolare”.

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