Cerca
Close this search box.

Fintech, la sfida delle ‘nuove banche’ per giovani e Pmi

fintech challenger bank n26

Dal fintech arrivano le challenger bank e gli istituti per lo small business: la sfida al credito tradizionale

Non hanno filiali fisiche e mirano a sfidare la vecchia guardia del mondo degli istituti di credito attirando migliaia di clienti: sono le challenger banks, che mettono a disposizione i propri servizi unicamente attraverso app e smartphone.

Grazie ai costi più contenuti e soprattutto alla loro vocazione tech le challenger banks attirano sempre più millennial. Secondo una ricerca di financeAds International, media e performance agency con un network di affiliazione che aiuta le fintech company ad acquisire clienti, la crescita è impressionante. Nel 2018, rispetto all’anno precedente, le fintech company affiliate a financeAds International, hanno registrato un aumento fino al 600% di nuovi utenti che hanno aperto un conto corrente online o che hanno deciso di aderire ad un loro prodotto finanziario. Un risultato ottenuto anche grazie ad un importante round di investimento di oltre 100 mln di dollari per le neo-banche europee come Revolut, Penta Bank, Nubank, N26 e Tandem.

“Il trend è molto positivo – spiega a Fortune Italia Alvise Perissinotto, managing director di financeAds International – e vediamo un incremento di quelle challenger bank che, come target, si prefiggono di offrire prodotti ad alto valore aggiunto per professionisti e aziende. Le proiezioni per il 2019 confermano una crescita fino al 100% degli utenti che diventeranno clienti di una challenger bank in Italia”.

La vera sorpresa è che i nuovi utenti sono sempre più giovani: se nel 2018 i prodotti Fintech erano scelti dalla fascia d’età 24-30 anni, nel 2019 questa si estende su un range che comprende dai 18 fino ai 39 anni. “Costi chiari, vantaggi competitivi, customer care sempre attivo. Per aprire un conto online – spiega Perissinotto – ci vogliono di media dai 5 agli 8 minuti. Un conto tradizionale ha tempi ben più lunghi e spesso richiede un passaggio in filiale. Questo è l’appeal principale di una challenger bank rispetto alle banche tradizionali, specialmente da parte della popolazione più giovane che vuole fare tutto in maniera istantanea”.

Secondo uno studio recente di Accenture, la multinazionale di consulenza di servizi tecnologici e outsourcing più grande al mondo, in ambito finanziario a livello europeo si registra uno spostamento dei ricavi del 7% verso i nuovi player, che già nel 2017 avevano conquistato una quota del 6,6% sul totale.

C’è un’altra novità nel mondo Fintech: le neo-banche per lo small business. Il primo picco di attivazioni sarà all’inizio del 2020, con diversi player come Holvi, Bunq, Soldo, Qonto o Penta, che cercano di avvicinarsi con i loro prodotti alla domanda di milioni di piccole e medie imprese e di liberi professionisti che spesso si pongono diversi interrogativi su che tipologia di banca scegliere per gestire il loro business e tenere monitorati i loro numeri.

“Queste neo-banche – dice Matteo Concas, Cmo di Penta – permettono a piccole e medie imprese e alle startup di disporre più velocemente e facilmente di tutti quei servizi che nelle banche tradizionali richiederebbero tempistiche più lunghe e complesse. Saremo quindi un alleato strategico nella gestione del business di tutte le Pmi e le partite Iva”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.