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Fintech: + 600% nuovi utenti in 2 anni, un ‘mercato giovane’

Un aumento del 600% in due anni, da gennaio 2017 a gennaio 2019, di nuovi utenti che aprono un conto corrente online o che hanno deciso di aderire ad un nuovo prodotto finanziario proposto da una Fintech company. Il Fintech si fa strada e conquista terreno, soprattutto tra i giovanissimi e le piccole e medie imprese. Almeno questo ciò che si evince dai dati delle aziende Fintech affiliate a financeAds International, tra cui N26, Hype e Revolut.

L’investimento globale nello sviluppo delle fintech supera oggi i 55 mld di dollari, il doppio rispetto al 2017. Guardando nello specifico nella realtà Europea, nella prima metà del 2018 gli investimenti in fintech e neobanche hanno raggiunto i 26 mld di dollari. Secondo uno studio recente di Accenture, in ambito finanziario a livello europeo si registra uno spostamento dei ricavi del 7% verso i nuovi player, che già nel 2017 avevano conquistato una quota del 6,6% sul totale. Dal 2012 si contano 400 accordi tra le 30 maggiori banche e le fintech.

Trend che trovano ulteriore conferma nelle proiezioni per il 2019: si prevede, infatti, una crescita fino al 100% degli utenti che diventeranno clienti di una challenger bank in Italia. “Vediamo un incremento di quelle challenger bank che, come target, si prefiggono di offrire prodotti ad alto valore aggiunto per professionisti e aziende”, afferma Alvise Perissinotto, Managing director di FinanceAds International.

Un ‘mercato giovanissimo’

Ma la vera sorpresa è che i nuovi utenti sono sempre più giovani: se nel 2018 il range d’età degli utilizzatori di conti correnti di challenger bank era prevalentemente dai 24 ai 30 anni, da giugno 2018 a giugno 2019 è stato registrato un incremento del 91% di user di età compresa tra i 18 e i 24 anni, anche se in realtà anche tra gli over 30 ha trovato terreno fertile (+89%).

Per i giovani, la ricerca evidenzia come spesso siano gli stessi genitori che scelgono di aprire un conto in una challenger bank per trasferire la classica ‘paghetta’ ai loro figli e abituarli fin da subito a gestire i propri risparmi, rendendo più facili le loro spese per viaggi e tempo libero.

I motivi che hanno spinto gli utenti a bussare alla porta delle Fintech company sono diversi: tra questi la possibilità di utilizzare i prodotti esclusivamente o prevalentemente tramite app e smartphone in tutto il mondo, senza costi aggiuntivi e con vantaggi competitivi. Inoltre, spesso non è richiesta nessuna spesa di attivazione e utilizzo e i costi sono bene esplicitati e facilmente comprensibili.

Le neo-banche per lo small business

Le neo-banche per lo small business sono le novità del mondo Fintech: lo scorso anno ci sono stati importanti round di investimento (oltre 100 mln di dollari) per le neo-banche europee come Revolut, Penta Bank, Nubank, N26 e Tandem. Ora stanno arrivando (da settembre 2019 con il primo picco di attivazioni all’inizio del 2020) diversi player sul mercato italiano come per esempio Holvi, Bunq, Soldo, Qonto o Penta, che cercano di avvicinarsi con i loro prodotti alla domanda di milioni di piccole e medie imprese e di liberi professionisti che spesso si pongono diversi interrogativi su che tipologia di banca scegliere per gestire il loro business e tenere monitorati i loro numeri.

Una novità che permette “a piccole e medie imprese e alle startup di disporre più velocemente e facilmente di tutti quei servizi che nelle banche tradizionali richiederebbero tempistiche più lunghe e complesse. Saremo quindi un alleato strategico nella gestione del business di tutte le PMI e le partite IVA”, spiega Matteo Concas, CMO di Penta.

Le challenger banks, infatti, “hanno prodotti pensati per il consumatore e creati per facilitare e per rendere sempre più interattivo e pratico un prodotto che è sempre stato necessario, ma poco attraente”, spiega Perissinotto. “Per aprire un conto ed essere ‘attivi’ ci vogliono di media dai 5 agli 8 minuti. Un contro tradizionale ha tempi ben più lunghi e spesso richiede un passaggio in filiale . Questo è l’appeal principale di una challenger bank rispetto alle banche tradizionali, specialmente da parte della popolazione più giovane che vuole fare tutto in maniera istantanea, su una app, con la possibilità di fare pagamenti veloci, via messaggio, di controllare le spese in tempo reale e di avere alerts quando vengono fatte transazioni e quindi in totale sicurezza”.

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