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Abi, l’appello a Draghi: servono misure per aiutare le banche

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Le banche, oggi, pagano ancora il prezzo delle misure emanate dalla Bce durante la crisi finanziaria. Misure necessarie per continuare a far girare l’economia in quelli che sono stati gli anni bui post 2008. Oggi, in vista delle decisioni del consiglio direttivo, le banche italiane chiedono al presidente della Bce Mario Draghi che questa “politica monetaria altamente accomodante” sia “accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche”. Ad esempio “un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve detenute presso la Banca Centrale”, si legge una lettera del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, e del dg Giovanni Sabatini, inviata a Draghi e al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Nella missiva l’Abi riconosce come “le scelte di politica monetaria operate dalla Bce durante le due fasi della grande crisi finanziaria hanno consentito di salvaguardare l’integrità dell’Euro, di mitigare gli impatti della crisi sull’economia europea, sulle imprese e sulle famiglie e, conseguentemente, di avere effetti anche per le banche nonostante gli effetti di compressione sul margine di interesse”.

Dunque, l’Abi rispetta e concorda con le scelte intraprese fino ad oggi dalla Bce, ma “nello stesso periodo – sottolinea l’Abi – le banche sono state impegnate, e continuano ad esserlo, in un imponente sforzo di adeguamento ai nuovi requisiti regolamentari soprattutto sotto il profilo del rafforzamento patrimoniale nonostante la ridotta capacità di generazione interna di capitale, specie se confrontata con quella delle banche statunitensi”. E ricorda che “il processo di rafforzamento e di pulizia dei bilanci dalle conseguenze della crisi è stato portato avanti con successo, come testimoniato dalle stesse autorità di vigilanza nazionali e europee, ma sconta oggi gli effetti del rallentamento dell’economia globale, conseguenza delle tensioni geopolitiche e delle guerre commerciali”. Motivi per i quali si appella a Draghi.

E sottolineando, tra le altre cose, che alcune delle stesse regole della Bce ostacolano il credito alle Pmi: “la trasmissione della politica monetaria accomodante sulle imprese e sulle famiglie, attraverso il canale del credito” può “oggi trovare ostacoli in misure regolamentari che, pur nel condivisibile obiettivo di aumentare la stabilità del settore bancario, riducono fortemente la capacità di erogare credito soprattutto alle imprese di più piccole dimensioni e che maggiormente soffrono nelle fasi di ciclo economico negativo”.

“La politica monetaria, perché possa sviluppare appieno i suoi effetti, deve essere accompagnata anche dall’azione dei Governi volta a rilanciare gli investimenti pubblici e privati, a promuovere velocemente le riforme strutturali e a riequilibrare i saldi delle partite correnti tra i paesi dell’area Euro”, conclude.

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