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Manovra: al via negoziato con Bruxelles. Conte punta sul ‘green’

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di Silvia Gasparetto – Investimenti. Per una crescita sostenibile e quanto più possibile verde. Il governo avvia i primi passi del negoziato con Bruxelles sulla prossima manovra e gioca subito una delle carte che incontrano la sensibilità della nuova Commissione: l’impegno a destinare risorse fresche a quel ‘green new deal‘ al centro della nuova politica europea. E ottenere in cambio nuovi margini di flessibilità per circa 10 miliardi, portando il deficit almeno al 2-2,1%. A battere sul tasto degli investimenti è per primo il premier, Giuseppe Conte, volato a Bruxelles per incontrare la presidente Ursula von der Leyen.

Cornice e obiettivi della prima legge di Bilancio giallorossa saranno oggetto anche del ‘debutto’ europeo di Roberto Gualtieri nella nuova veste di ministro dell’Economia. Gualtieri, in occasione delle riunioni informali Ecofin ed Eurogruppo a Helsinki, avrà bilaterali con gli attuali ‘guardiani’ dei conti, Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, e anche il suo omologo francese Bruno Le Maire. E ha sentito al telefono Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo.

Nelle stesse ore alla Farnesina il neoministro Luigi Di Maio è riunito con il team economico a 5 Stelle in vista, come viene fatto filtrare, proprio delle riunioni dei ministri economici europei. Una scelta irrituale, quella del leader M5S, che viene letta come un primo ‘avvertimento’ al titolare dell’Economia, esponente del Partito Democratico. Il segnale che il M5s vuol avere voce in capitolo, a partire dalla trattativa con l’Ue, nonostante in prima fila siano tutti uomini del Pd, da Enzo Amendola al commissario Paolo Gentiloni.

Il tema degli investimenti per l’ambiente è comunque uno di quelli che unisce la nuova maggioranza. E che potrebbe, quindi, essere portato avanti fin da subito. “Occorre sostenere gli investimenti, a partire da quelli ambientali e sociali nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che dia nuovo impulso al mercato del lavoro italiano”, ha detto Conte partendo per la sua missione europea.

Nuovi fondi da immettere nell’economia sono, peraltro, una delle leve indispensabili per dare fiato a una crescita sempre più anemica e che potrebbe spostarsi appena dallo zero, allo 0,1% come indicato anche in un rapporto estivo della Ragioneria. E allo stesso tempo possono essere la chiave per ottenere nuova flessibilità, altrettanto indispensabile per comporre la legge di Bilancio.

Un’idea, che ancora non è stata approfondita, potrebbe essere quella di replicare il meccanismo del ‘fondo sviluppo e investimenti’ già sperimentato negli ultimi tre anni, dandogli finalità più specifiche come appunto l’economia ecosostenibile. In attesa dei nuovi piani dell’esecutivo, intanto le parti sociali chiedono di riaprire quel dialogo avviato in estate. I sindacati scrivono a Conte, chiedendo un incontro prima della stesura della finanziaria. Mentre Confindustria, che plaude all’idea di iniziare a ridurre il peso del fisco dalle buste paga dei lavoratori, avanza anche un suggerimento per reperire risorse dalla lotta all’evasione, con incentivi all’uso dei pagamenti tracciabili (un credito di imposta del 2% a chi paga con le carte) e disincentivi sull’uso del contante (con una commissione in percentuale sui prelievi oltre una certa soglia mensile). Una strada, però, non semplice da percorrere.

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