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Pagamenti digitali, arriva anche la P.a.

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Il mercato cresce per multipli, oltre il 300% negli ultimi dodici mesi e fa gola a molti. Alcuni big dei pagamenti digitali si sono guadagnati i primi posti in classifica insieme alle grandi banche, ma ora si stanno facendo largo anche nomi meno noti. I pagamenti elettronici alla Pa, negli ultimi 12 mesi sono cresciuti da 1 a 6 miliardi in valore e se manterranno questa progressione, in due anni, potrebbero raggiungere i 50 miliardi.

I dati fino al 31 agosto sono stati pubblicati dall’Agenzia per l’Italia digitale e mostrano un comparto reso esplosivo dall’introduzione dell’obbligo di abolire il contante nelle transazioni con lo stato e le sue propaggini. Divieto che sta andando a regime attraverso il moltiplicarsi delle amministrazioni che aderiscono al sistema pubblico dei pagamenti, pagoPA, e agli operatori di mercato, banche, specialisti dei pagamenti e delle transazioni digitali che si stanno attivando anche loro.

Gli ultimi dati sono stati distribuiti in dall’Agenzia per l’Italia digitale, che ha il compito di monitorare lo sviluppo e l’implementazione delle piattaforme e delle infrastrutture informatiche dello stato, proprio in questi giorni.

Gli uffici iscritti, a pagoPA il sistema pubblico per i pagamenti a Stato comuni e regioni sono oltre 20.000, di cui 14.000 già attivi. Dentro c’è di tutto: dall’Agenzia del Farmaco, alla comunità montana, dall’ordine dei geometri di Pescara alla Casa di riposo suor Filippina, convenzionata con il servizio sanitario nazionale (qui si l’elenco completo e aggiornato: https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/pagopa/amministrazioni-aderenti.

Si allunga anche quello degli intermediari, sono circa 400, che forniscono ai cittadini i mezzi per pagare elettronicamente: oltre alle banche, ci sono gli specialisti, come gli istituti di pagamento, una figura relativamente nuova del sistema finanziario, una sorta di mezza banca che fanno solo pagamenti, come Nexi, recentemente quotata. Poi ci sono i gestori di scommesse che stanno aggiungendo questa nuova attività alla raccolta delle puntate sfruttando la loro rete di distribuzione .

L’amministrazione più virtuosa è stata l’Automobile Club d’Italia, 18,5 milioni di operazioni per un incasso di 2,944 miliardi. Ben oltre ai 711 milioni incamerati dall’Agenzia delle Entrate, e i 339 milioni del Comune di Milano, e 200 milioni incassati da Roma Capitale. Fra i primi dieci si sono anche le regioni Veneto, Piemonte e Lombardia, in quest’ordine di classifica, ma tutte sotto i 200 milioni. Un solo ministero, quello di Grazia e giustizia, e il consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, 230.175 pagamenti per 18 milioni di incasso.

Nessun ufficio pubblico al di sotto di Roma si inserisce nella classifica dei virtuosi, con i pagamenti digitali infatti si riducono spostamenti, uso di carta, insomma l’inquinamento, oltre ad offrire un miglior servizio al cittadino, in termini di minor fastidio, sia pur nel momento sempre antipatico del pagare i servizi dello stato.

Fra gli intermediari l’ha fatta da padrone SISAL GROUP che ha intermediato verso lo Stato 2,.057 miliardi. Fra le banche Intesa Sanpaolo 1,131 miliardi, Poste Italiane, 398 milioni Unicredit 552 milioni e Banca 5, sempre del gruppo Intesa Sanpaolo 463.957.341. Più distaccati, Banco BPM e UBI Banca, rispettivamente con 121 e 111 milioni.

Oltre la neo quotata Nexi e Sisal si sono fatti notare nel settore LIS Istituto di pagamento, che fa capo a Lottomatica, 212 e 181 Paytipper 125 milioni versati per conto di cittadini alle casse dello Stato. Distaccata MyBank, l’operatore internazionale europeo creato dalle 51 principali banche della Ue.

Gli Italiani, comunque, prediligono ancora la postazione fisica, come rivelano i dati dell’Agid. La maggior parte dei pagamenti sono stati effettuati presso le reti di distribuzione, dei grandi gruppi del gioco, i bancomat e altri esercizi commerciali attrezzati. Solo un quinto degli incassi viene da pagamento sui siti web o da applicazioni mobili fornite dalle amministrazioni.

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